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BOLOGNA: Il PCI bolognese difende le farmacie comunali

Il comunicato della sezione bolognese del PCI:

“ENNESIMO ATTACCO AL WELFARE E AI DIRITTI DEI LAVORATORI

La scellerata decisione della Giunta di Bologna di uscire da Afm SpA, la
partecipata che ha fondato 69 anni fa e che doveva rappresentare un modello
di collaborazione fra settore pubblico e privato, è l’ennesimo attacco al
welfare di Bologna. Il modello che ha saputo prendersi cura dei cittadini
“dalla culla alla tomba” subisce l’ultimo attacco. Lo smantellamento di
tale modello è iniziato 21 anni fa con la privatizzazione del servizio
farmaceutico, adesso siamo, probabilmente, all’epilogo.

Che questo modello possa essere continuato da una delle quattro
multinazionali private più grandi del mondo, il cui solo obiettivo è il
coseguimento del proprio profitto e che si colloca, inevitabilmente, in
conflitto con gli interessi dei lavoratori del settore e con chi è
costretto a comprare le medicine, è emblematico di come chi governa la
città intenda il servizio ai cittadini e la difesa del welfare.

Per questo il Partito Comunista Italiano di Bologna solidarizza con i
lavoratori del settore che lottano per i propri diritti e per difendere lo
stato sociale*. Denunciamo, inoltre, le politiche attuate dalla Giunta
comunale a guida PD e dai suoi alleati in tema di welfare.

E’ di questi giorni la pubblicazione, nella rivista della più grande
cooperativa italiana della distribuzione, lontana da suggestioni populiste,
un’analisi sociale dalla quale risulta che siano quattro milioni gli
italiani che non si possono permettere cure adeguate, affermazioni che
smentiscono le valutazioni adotte dalla Giunta per giustificare il
proprio abbandono di Afm.

L’acquisizione da parte della società multinazionale privata straniera,
del servizio di cui si parla, farà ‘emergere, inoltre, una forte
diseguaglianza fra i lavoratori di Stoccarda (città in cui ha sede la
società) e di Bologna, i primi saranno cittadini d’impresa detenendo
diritti di partecipazione ed i secondi sudditi ai quali non verranno
riconosciuti i diritti contrattuali previsti dalla Costituzione italiana.

I Comunisti non si stancheranno di denunciare, in tutte le sedi

istituzionali e non, questa vergogna.

Giuseppe Agrello

Segretario provinciale del Partito Comunista Italiano
di Bologna

Ciro Rinaldi

Responsabile lavoro del Partito Comunista Italiano
di Bologna

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