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UNIONCAMERE: Lieve incremento delle imprese femminili in Emilia Romagna

 

A fine anno sono 85.108 con un aumento rispetto all’anno precedente (+0,1
per cento). Crescono le imprese dei servizi, in particolare alla persona,
e delle attività per le funzioni d’ufficio e di supporto alle imprese, ma
con l’eccezione del sensibile calo del commercio al dettaglio. All’opposto
prosegue la contrazione in agricoltura. Ancora positiva la tendenza delle
società di capitale e negativa per le società di persone e ditte
individuali.

In Emilia-Romagna, le imprese rosa “tengono” e registrano un lieve
incremento. È quanto risulta dai dati del Registro delle imprese delle
Camere di commercio elaborati da Unioncamere Emilia-Romagna.

Al 31 dicembre 2017 le imprese attive femminili sono risultate 85.108,
pari al 21 per cento del totale delle imprese regionali, con un lieve
incremento (+77 unità, pari allo 0,1 per cento), rispetto alla fine del
2016. Gli effetti della crisi passata si riflettono ancora in misura
maggiore sulle imprese non femminili, che risultano 2.833 in meno (-0,9
per cento). Negli ultimi tre anni la demografia delle imprese ha un
andamento migliore a livello nazionale, anche per le sole imprese
femminili, che nel trimestre sono aumentate in Italia (+0,4 per cento ) e
in dodici delle regioni italiane. L’Emilia-Romagna è risultata undicesima
per “variazione”; nelle regioni con le quali più spesso si confronta, la
Lombardia e il Veneto, le imprese femminili aumentano rispettivamente
dello 0,6 e dello 0,3 per cento.

I settori di attività economica. Le tendenze risultano divergenti in modo
significativo. Crescono le imprese dell’insieme dei servizi (+0,6 per
cento, +377 unità), grazie soprattutto all’incremento delle aziende dei
servizi alla persona (+183 unità, +1,9 per cento), delle attività per le
funzioni d’ufficio e di supporto alle imprese (+95 unità, +8.5 per cento)
e al boom della sanità e assistenza sociale (+79 unità, +9,5 per cento),
nonostante la rilevante eccezione dell’insieme del commercio al dettaglio
(-292 unità, -1,7 per cento). In territorio negativo, oltre che commercio
al dettaglio, la oramai storica tendenza sfavorevole in agricoltura (-290
unità, -2,2 per cento) e la crisi ancora non risolta per le costruzioni
(-0,9 per cento).

La forma giuridica. Il lieve ampliamento nel numero delle imprese
femminili è da attribuire alle società di capitale, che sono sensibilmente
aumentate (+512 unità, pari a un +3,7 per cento), anche per effetto
dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata
semplificata. Questa ha contribuito alla sensibile riduzione delle società
di persone (-310 unità, -2,4 per cento), alla quale si è affiancata una
lieve flessione delle ditte individuali (-151 unità, -0,3 per cento). Le
cooperative e i consorzi continuano a fare registrare una discreta
crescita (+2,0 per cento).

 

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