Un invito a tenere d’occhio i ponti, anche quelli piccoli

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“Sabato 22/05 sono andato alla stazione di Silla, provenendo dalla statale.
Nel fare il ponte l’auto, nell’avvicinarsi alla stazione, ha fatto un certo sobbalzo. Una volta parcheggiato l’automezzo, sono tornato indietro per vedere le ragioni di tale inconveniente. Ho fotografato la situazione. Più o meno uno squarcio a livello del giunto di dilatazione. Agli estremi ci si può introdurre comodamente una mano. Data la fragilità ed il collasso degli italici ponti, vorrei che i responsabili della manutenzione di tale opera ci dessero una occhiata e provvedessero in merito. Dando, anche comunicazione delle ragioni di tale apertura e dei provvedimenti presi. Certo, se collassa tale ponte non sarà una strage come il ponte Morandi di Genova, ma il rischio di eventuali disgrazie non è da sottovalutare. Ormai che c’ero ho misurato la larghezza della strada, alla dx idrografica del fiume Reno, prima del semaforo: m 5,50 . Poi ho misurato la larghezza del ponte di cui sopra : m 3,30.
Mi sono ritornate in mente le normative dell’antica Roma nella costruzione dei ponti. Tali opere dovevano essere più larghe delle strade che insistevano nel passaggio. Le ragioni erano semplicissime: se si allargava la sede stradale per far passare più carri, non era necessario metter mano ai ponti, evitando così ulteriori spese e disagi. Proprio come nell’Autostrada del Sole tra Bologna e Milano che, avendo dovuto allargare l’autostrada medesima, si sono dovuti demolire tutti i viadotti e soprapassaggi che insistevano su tale arteria. Attenzione, mica lasciando un ulteriore margine per un eventuale operazione di aumento delle corsie autostradali, ma proprio a filo della A 1. Si badi che costruire un ponte largo m 5 invece di uno largo m 3,30 il costo non è il doppio, aumenta solo di una certa percentuale. Tutto questo ci rende noto del perché Roma ha fondato un impero, e che impero, lasciandoci ponti, acquedotti ed altre strutture di notevole importanza. L’Italia di oggi potrà essere citata, in un futuro, come la nazione costruttrice di opere dal crollo facile. Anche così si può passare alla storia !”
F.R. – Bologna
Immagino che si sarà anche chiesto perchè l’hanno fatto così stretto..Nella commissione (circa 50 anni fa) che seguì l’iter per sostituire la vecchia, logora e quindi pericolosissima  passerella e quindi per fare il tanto sospirato ponte, c’era un mio parente al quale chiesi il motivo delle strane misure. Mi rispose:”Ci hanno detto che ci sono pochi soldi e quindi o così o niente. E abbiamo dovuto accettare. “
I tempi sono passati, il casello FS n. 75 è diventato stazione,  i residenti del Passo del Soldato sono aumentati, in zona Prati sono nati tanti nuovi edifici tra fabbriche ed abitazioni, ma il ponte è sempre quello. E diciamo pure che è anche un po’…trascurato. Mi auguro che la vicenda del “Leonardo da Vinci” di Sasso Marconi (non voglio neanche pensare ad un paragone con quello di Genova !) abbia riportato l’attenzione anche su questo, obiettivamente piccolo ma importantissimo per tante persone che lo attraversano quotidianamente.
M.B.
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