Turista: amato o odiato ?

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Spett. Redazione, in un supermercato di oggetti da giardino, ho visto una interessante struttura, semplicissima : 4 pali verticali, 2 traverse di collegamento e 5 barre di collegamento trasversale entro cui scorrono cuscinetti ai quali è collegato un telo tessile, tutto in metallo verniciato, escluso ovviamente il telo . Con 8 tasselli fissati al pavimento dell’aia ho una struttura sotto la quale stare senza farsi cuocere dal sole . Quando si vuol chiudere il telo si tira una fettuccia i si blocca il tutto . Misure m 2,70 x 2,70 x h 2,5 .  Semplice, funzionale, poco ingombrante e di modesto costo € 375 . Quasi quasi l’avrei acquistato per posizionarlo nella mia aia di Pianaccio . “Para el carro” come dicono gli spagnoli, ferma tutto ! Non è che posizionata la struttura mi arrivi una contravvenzione ? Oppure : quali documenti servono per mettere in opera detto oggetto ? Mi sono informato : 1° Necessita la progettazione della struttura da parte di tecnico abilitato, non bastano le garanzie ed i progetti del fabbricante o del rivenditore 2° Pianta ed alzato di posizionamento dell’oggetto fatto da tecnico abilitato da presentarsi in Comune 3° Domanda relativa di esecuzione lavori da presentarsi in Comune 4° Certificazione antisismica sull’opera 5° Opzional a discrezione di ogni Amministrazione, il Dissesto Idrogeologico . Facendo due conti sarei arrivato ad una cifra fra € 3.000 e 4.000 a seconda degli onorari . Con detti soldi possiamo trascorrere quasi due mesi in Portogallo senza impazzire in pratiche burocratiche . Ergo : niente protezione dal sole . Onde documentarmi bene sono andato a leggermi una sentenza del Consiglio di Stato sulla differenza fra strutture temporanee, stagionali e stabili . A quanto letto, anche un ombrellone messo in giardino durante la stagione estiva NON è una struttura temporanea ma stagionale e quindi soggetta a tutta una serie di burocratiche normative . Anche il dondolo lasciato nell’aia è una struttura stabile ed anche in questo caso è soggetta ad un iter burocratico . Alla luce di tali documentazioni, la logica conseguenza è che il turista estivo si rechi all’estero : rischia meno e spende meno . Non è messo meglio il turista invernale, sto parlando di chi ha una seconda casa in Appennino, non può montare canne fumarie e, conseguentemente, niente riscaldamento . Adesso, poi, si ha il sospetto che si vogliano far chiudere gli impianti di riscaldamento a legna ed a pellet optando per i più “ecologici” e costosi impianti a GPL . I petrolieri hanno bisogno di una mano per non andare in dissesto e troveranno sempre pubbliche istituzioni di animo sensibile . Domanda alle amministrazioni appenniniche :”Siete sicure che siano questi i percorsi atti ad attrarre il turismo estivo e invernale ?” Ho il sospetto che molti, anche proprietari di seconde case, da tempo abbiano fatto due conti scoprendo che si spende meno e si impazzisce meno andando a villeggiare altrove . Ed infatti posso certificare che le case di Pianaccio frequentate d’estate ed anche d’inverno, sono sempre meno . Non è che i proprietari, i figli ed i nipoti siano tutti morti è la conseguenza di ciò che mi ha detto quest’anno un Pianaccese :”Ma ch’votu ca veggna a faa in inverno al Pianaccio, a spendre di bajocchi ? I me bajocchi li vo’ a spendre da un’altra parte” Traduzione :”Ma cosa vuoi che venga a fare d’inverno a Pianaccio, a spender soldi ? I miei soldi li vado a spendere da un’altra parte ” .

Saluti burocratici da Ettore Scagliarini

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