Spett. Redazione, la Regione E-R, l’Arpa ed altri enti fanno un gran can can sulle nuove regole per l’utilizzo delle biomasse per riscaldamento . A me sembra, nel caso del pellet che deve essere certificato, vi sia una strada veloce e rispettosa dei cittadini : quella di applicare un’ IVA del 4 % su quello certificato e del 22 % su quello privo di certificazione . Intendiamoci bene e subito, l’ente certificatore non sia una delle solite aziende nate dalla sera alla mattina e gestita dagli amici dei loro amici, ma qualcosa di ben più serio tipo la TUV germanica . A questo punto finendo i due prodotti per costare quasi lo stesso prezzo, se l’utente non è uno sprovveduto, l’opzione per il pellet migliore è quasi d’obbligo . Basta leggere un paio di valori, tra i quali la quantità di cenere prodotta, per scartare i prodotti peggiori . L’eventuale differenza di imposta, in questo caso, è pienamente giustificata dal essere il pellet scadente produttore in combustione di maggior inerti . A questo modo le aziende produttrici di un prodotto inferiore sarebbero stimolate a migliorarne la qualità pena la perdita di una sostanziosa fetta di mercato . Non so perché in Italia, posso solo immaginarlo, le istituzioni scelgono sempre le vie più burocratiche, tortuose, oppressive ed asfissianti invece di affidarsi alle leggi di un serio mercato . Gatta ci cova . Onde rendere evidente quanto un’IVA del 22 % posta indiscriminatamente su due prodotti finisca per avvantaggiare quello più scadente ed a prezzo inferiore faccio un semplice confronto : una confezione di pellet ciofeca da € 3 il sacco da Kg 15 ed una identica confezione di pellet di elevata qualità da € 4 . La differenza fra i due sacchi è di € 1 , se vi aggiungiamo il 22 % di IVA il pellet ciofeca sale a € 3,66 e quello ottimo a € 4,88, ergo la differenza arriva ad € 1,22 rendendo sempre più appetibile economicamente il peggiore dei due . La conclusione che se ne ricava è che in Italia le leggi di mercato siano totalmente ignote e disattese dalle istituzioni rimaste, spesso, a concetti di economia pianificata ben esplicitata nel concetto di Fare Cassa . Consiglierei ai responsabili di questa campagna una attenta lettura di tre pagine di un’opera di un emerito giurista, Francesco Galgano, intitolata “Tutto il rovescio del diritto” alle pagine 274-276 ove si certifica che le leggi dell’economia sono parificate alle leggi di fisica e matematica . In Italia c’è, spesso, il vezzo di bypassarle grazie a escamotages burocratici ben farciti di : normative, codicilli, fotocopie, marche da bollo, timbri ecc. con il risultato di ingessare ogni attività, nella migliore delle ipotesi, o di alterare il mercato stesso .
Saluti termici da Ettore Scagliarini