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venerdì, Gennaio 24, 2025
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CASTEL MAGGIORE (BO) – Al lavoro in bici: incentivi prorogati al 31/12/2024 

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Grazie ad un protocollo sottoscritto dal Comune di Castel Maggiore e dalla Regione Emilia-Romagna nel periodo del Covid-19, finalizzato ad incentivare l’uso della bicicletta e altre modalità di trasporto non impattanti, il Comune ha avviato nel 2021 il progetto “Bike to work”, che prevede il coinvolgimento delle imprese del territorio comunale, mediante la sottoscrizione di specifici accordi.

Il sistema è semplice: le aziende interessate possono aderire alla “Manifestazione di interesse”, stipulando un accordo con il Comune, al fine di promuovere la mobilità casa-lavoro mediante l’utilizzo della bicicletta, tradizionale o elettrica, in sostituzione dell’autoveicolo privato; nell’ambito di tale accordo saranno definiti contributi chilometrici ai dipendenti per gli spostamenti casa-lavoro mediante l’utilizzo della bicicletta, con il finanziamento della Regione, prorogato a tutto il 2024.

 

La misura è nata con il Covid, per aiutare ad evitare assembramenti eccessivi sui mezzi pubblici, ma va oltre l’emergenza sanitaria perché ha un evidente significato ambientale, incentivando l’utilizzo di un mezzo sostenibile e non inquinante come la bicicletta: coniuga quindi la tutela della salute con la salvaguardia dell’ambiente, obiettivo reso oggi ancora più praticabile grazie all’estensione della rete di piste ciclabili e bike lane, sul territorio comunale e anche a livello sovracomunale con la rete Bicipolitana.

  • dettagli sul sito web del Comune.

Linea Metrobus “San Donato”, ecco come sarà il nuovo collegamento del trasporto pubblico tra Bologna e Baricella

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Corsie riservate con sistemi semaforici a priorità per diminuire i tempi di percorrenza e garantire puntualità ed affidabilità, su cui viaggiano autobus elettrici con una frequenza di 10 minuti nelle ore di punta e un alto livello di comfort. Sarà così il nuovo Metrobus, la cui prima linea tra Bologna e Baricella ha ricevuto ieri un finanziamento di 27,4 milioni di euro dal Fondo per lo sviluppo e la coesione, grazie a un’intesa tra Regione Emilia-Romagna e Governo.

La rete Metrobus, composta da sette corridoi metropolitani infrastrutturati pensati per garantire collegamenti bus veloci e frequenti sulle direttrici non servite dal Servizio Ferroviario Metropolitano, rientra nella strategia di sviluppo del Trasporto Pubblico Metropolitano (TPM) individuata dal Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) per il miglioramento della qualità dell’aria attraverso lo sviluppo di sistemi per la mobilità sostenibile.

La prima linea di Metrobus sulla direttrice Bologna-Baricella sarà organizzata con due servizi, uno ad “alta velocità” e uno ad “alta capacità”. Il primo permetterà di percorrere l’intera tratta Bologna-Baricella (26 km) in meno di 40 minuti, con 18 fermate nei punti principali. Saranno 86 le corse giornaliere e avranno una frequenza di 10 minuti nelle ore di punta e 30 minuti nel resto della giornata. Il servizio ad “alta capacità”, collegherà Bologna e Granarolo dell’Emilia (oltre 12 km) in 25 minuti, effettuando servizio in tutte le 17 fermate extraurbane attuali, anche quelle non servite dal Metrobus “alta velocità”.  Le 68 corse giornaliere avranno una frequenza di 15 minuti nelle ore di punta e 30 minuti nel resto della giornata.

I servizi saranno garantiti da autobus elettrici snodati da 18 metri con allestimenti interni che garantiscono elevato comfort sulle diverse tratte.

Il corridoio Metrobus verrà realizzato sull’esistente sede stradale in maniera da garantire maggiore velocità e affidabilità al servizio attraverso interventi sui percorsi, sulle attrezzature tecnologiche e infrastrutturali, sulla scelta di mezzi e tecnologie adeguate, che risponderanno a criteri di sostenibilità ambientale ed economica.

Gli interventi previsti per velocizzare e regolarizzare il servizio e per migliorarne l’accessibilità sono di tipo infrastrutturale, tecnologici e di segnaletica: ad esempio la realizzazione di corsie riservate, la modifica della disciplina del traffico e della circolazione, la riorganizzazione delle corsie di accumulo e svolta alle intersezioni, l’introduzione di sistemi semaforici a priorità, anche a protezione degli attraversamenti pedonali, la riqualificazione di tutte le banchine, l’installazione di pensiline con dotazioni che ne migliorino il comfort, la sicurezza e l’informazione all’utenza.

L’intero canale stradale sarà inoltre oggetto di una riqualificazione complessiva, per ottimizzare gli spazi e riequilibrare lo “spazio condiviso” tra le varie modalità di trasporto. Per fare ciò gli interventi previsti per il Metrobus riguardano anche il miglioramento della rete dei collegamenti pedonali e l’inserimento di piste ciclabili funzionali all’accesso al corridoio e connesse tra loro e con la rete ciclabile Bicipolitana.

BOLOGNA: Studente scomparso da casa rintracciato dai carabinieri all’aeroporto “Guglielmo Marconi”

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I Carabinieri della Stazione di Castel Guelfo (BO) hanno rintracciato uno studente 18enne, moldavo, che si era allontanato volontariamente da casa. La madre era rimasta a casa ad attendere il figlio, nella speranza che tornasse, ma nel pomeriggio del 15 gennaio, si è presentata ai Carabinieri di Castel Guelfo per denunciare l’accaduto. Ai Carabinieri, la donna, una signora sulla trentina, ha riferito di non avere più notizie del figlio dal 29 dicembre che chiamava continuamente, ma il cellulare squillava a vuoto. Anche i parenti del ragazzo, gli amici e gli insegnanti di una scuola secondaria di secondo grado frequentata dal giovane, avevano provato a contattarlo, ma senza risultato. I Carabinieri, dopo aver informato la Procura della Repubblica di Bologna, hanno acquisito le informazioni sul caso, approfondito la vicenda e analizzato le abitudini del giovane. Qualche ora dopo aver acquisito la denuncia di scomparsa, i Carabinieri sono riusciti a localizzare il telefonino del ragazzo all’Aeroporto di Bologna Guglielmo Marconi. Raggiunto immediatamente dalla madre, il giovane è stato rintracciato in un bar della struttura aeroportuale. Sentito in serata dai Carabinieri della Stazione di Castel Guelfo, il 18enne ha riferito di essersi allontanato volontariamente da casa e di aver trascorso le notti all’Aeroporto di Bologna, alimentandosi con i soldi ricevuti da uno stage scolastico che aveva fatto, in attesa di racimolarne altri per acquistare un biglietto aereo e tornare nel paese d’origine, perché non vuole restare più in Italia. La madre del giovane ha ringraziato i Carabinieri per averla aiutata a ritrovare il figlio e il giovane si è scusato per l’accaduto.

foto d’archivio CC

GRIZZANA MORANDI (BO): A Veggio si festeggiano i 102 anni di Antonio Franchi

102 anni e non sentirli. A Castel Vecchio di Grizzana Morandi, storico borgo vicino a Veggio, si festeggia il compleanno del Signor Antonio Franchi, al quale fu dato questo nome perché nato il giorno di Sant’Antonio Abate, ma da tutti è conosciuto come Toni. Antonio ha la fortuna di godere di buona salute: vive da solo, è autonomo e due volte alla settimana una signora cura le pulizie della sua casa; ha conigli, galline, coltiva l’orto e ha alberi da frutta. Ha lavorato presso ditte che montavano l’alta tensione: negli ultimi 15 anni con Enel.

Oggi lo hanno festeggiato il sindaco di Grizzana Morandi Franco Rubini, la vicesindaca Virginia Laffi e il sindaco di Vergato Giuseppe Argentieri, quest’ultimo non solo in veste istituzionale ma anche familiare, essendo Antonio il fratello di sua suocera Nerina, molto più giovane, di anni 83.

Un aneddoto che racconta proprio la figlia di Nerina, Barbara Capponi, riguarda gli anni del dopoguerra. La famiglia di Antonio era sfollata nel senese, a Bettolle, mentre lui nel 1943 fu spedito in Tunisia per la Campagna d’Africa. Terminata la guerra fu Toni, all’età di 21 anni, ad andare a prendere in Toscana prima il fratello e poi la sorella Nerina, con due diversi viaggi… in bicicletta! Le strade non c’erano e i viaggi furono davvero lunghi, attraverso sterrate e campi, guadando torrenti là dove non c’erano ponti, fermandosi dove capitava – soprattutto durante il viaggio con Nerina – per dare da mangiare alla piccola, facendola dormire nei fienili, chiedendo un po’ di latte ai contadini e soprattutto pedalando, con il cannone della bicicletta foderato di gommapiuma. Toni ha fatto da padre a Nerina. Avrebbe compiuto anche altri viaggi per caricare altri familiari sul cannone della sua bici fino alla frazione di Veggio (Grizzana Morandi) ma alcuni parenti decisero di rimanere a vivere in Toscana.

“Per il terzo compleanno centenario rivediamo Toni sempre in perfetta forma – afferma la vicesindaca di Grizzana Morandi Virginia Laffi – e ci accoglie con sincera simpatia, ricordandosi di aneddoti dell’anno precedente”.

BOLOGNA: Un’ascia e un involucro di marijuana sequestrati dai carabinieri del Q. Navile

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I Carabinieri della Stazione Bologna Navile hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Bologna, un 34enne italiano, cuoco, celibe, già noto alle forze dell’ordine, accusato del reato di porto di armi od oggetti atti ad offendere e contestualmente hanno segnalato amministrativamente alla Prefettura di Bologna, un 37enne italiano, celibe, già noto alle forze dell’ordine, come assuntore di sostanze stupefacenti. L’episodio è successo nel primo pomeriggio di sabato 13 gennaio scorso quando i carabinieri, impiegati in un ordinario servizio di controllo all’interno del quartiere Navile, nel transitare in via Bignardi, hanno notato quattro persone armeggiare nei pressi di un caravan e un’autovettura, entrambi parcheggiati. Appena accortisi dell’arrivo dei militari, due persone si sono subito dileguate a bordo dell’autovettura mentre le altre due, identificate nel 34enne e 37enne italiani, sono state prontamente bloccate. I due, dall’atteggiamento sospetto, i quali non hanno saputo giustificare cosa stessero facendo, sono stati perquisiti dai militari, i quali hanno rinvenuto nella disponibilità del 37enne, all’interno di una tasca del giubbino, un involucro di cellophane contenente 1,4 grammi Marijuana. Occultata all’interno della porta posteriore del caravan, i militari hanno successivamente recuperato un’ascia lunga circa 90cm, con manico in legno e lamina in metallo, avente una punta a taglio delle dimensioni pari a 20 x 5 cm, della quale il 34enne, proprietario del veicolo, se ne è assunta la proprietà, pur non sapendone giustificare il possesso. La droga e l’ascia sono state sequestrate.

Foto CC Stazione Bologna Navile.

BOLOGNA: Primo arresto in differita da parte dei carabinieri di Bologna: 42enne italiano arrestato

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L’entrata in vigore della nuova legge<https://www.ilmessaggero.it/t/legge> anti-violenza sulle donne<https://www.ilmessaggero.it/t/donne>, la quale ha rafforzato e semplificato l’applicazione del cosiddetto “Codice Rosso<https://www.ilmessaggero.it/t/codice-rosso>”, in materia di disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica, ha permesso ai Carabinieri della Stazione Bologna Indipendenza di arrestare un 42enne italiano, celibe, operaio, già noto alle forze dell’ordine, accusato dei reati di maltrattamenti contro familiari o conviventi e atti persecutori. L’episodio che ha portato all’arresto dell’uomo è iniziato alle prime ore della mattina di sabato 14 gennaio u.s. quando i carabinieri della Centrale Operativa di Bologna hanno ricevuto una richiesta di aiuto al 112, da parte di una donna italiana sulla trentina, la quale ha raccontato di avere avuto l’ennesima lite con il proprio compagno convivente. Appresa la notizia, i militari hanno raggiunto velocemente l’abitazione segnalata dalla donna all’interno del quartiere Porto-Saragozza e, al loro arrivo, la donna gli ha riferito di essere stata aggredita poco prima dall’uomo, ancora presente all’interno dell’appartamento, con schiaffi al volto per motivi legati alla morbosa gelosia che lui nutriva nei suoi confronti. Nella circostanza, il 42enne, l’ha afferrata per il collo e per le mani, cercando di impedirle di poter prendere il telefono e chiedere aiuto; il tutto mentre la donna si trovava ancora nel letto e sotto la minaccia di farle del male, successivamente medicata dai sanitari del 118. L’uomo, sempre in virtù del suo comportamento violento e ossessivo, già l’anno scorso era stato allontanato dall’appartamento che condivideva con la donna e, a seguito di questo episodio, era andato a vivere con il padre, il quale anch’egli lo ha allontanato, sempre a causa della sua personalità già incline a commettere reati della stessa specie e per il quale l’uomo era stato raggiunto da un provvedimento cautelare di divieto di avvicinamento al padre. Verso le ore 23:30 circa, al fine di tutelare la donna, una pattuglia dei carabinieri del Nucleo Radiomobile di Bologna l’ha accompagnata presso la sua abitazione e, giunti al suo interno, con molto stupore si sono resi conto che l’uomo era ritornato. Lo stesso, alla vista della donna e dei militari, ha assunto immediatamente un atteggiamento poco collaborativo. Accompagnato presso gli uffici della stazione carabinieri di via Indipendenza, il 42enne, dopo le formalità di rito e su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna dr. Marco Forte, è stato arrestato e tradotto in carcere in attesa dell’udienza di convalida.

 Foto CC Stazione Bologna Indipendenza.

CICLOTURISMO: La Dieci Colli si presenta: il 2 giugno “Yellow Edition” su percorso unico

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Sarà un grande ritorno, quello della DIECI COLLI ARROW, anche se di fatto la grande classica del panorama nazionale delle granfondo, da sempre organizzata dal Circolo Giuseppe Dozza Tper, non si è mai allontanata da Bologna e dalla sua collina. Ma l’edizione numero 38 della kermesse, in cartellone domenica 2 giugno 2024, porterà tante novità in un’ottica di rilancio e riconquista.

RITORNO. Per prima cosa, la “casa” della manifestazione: la partenza e l’arrivo della corsa ritroveranno un’ambientazione familiare, quella dei Giardini Margherita che per tante edizioni hanno caratterizzato l’evento. Una “riconquista”, appunto, del cuore della città, dopo i traslochi che l’hanno portata in periferia nelle edizioni più recenti. All’interno del polmone verde di Bologna sarà allestito il tradizionale Villaggio Dieci Colli, punto di riferimento per i cicloamatori e sede di eventi collaterali che animeranno anche la vigilia dell’appuntamento. «Sarà un punto d’incontro importante», spiega Renato Del Mugnaio, responsabile del progetto, «in cui già da sabato 1 giugno, giorno della vigilia, creeremo eventi non solo per gli amanti della bici, ma per tutta la comunità. Vogliamo che siano due giorni di festa per tutti».

PERCORSO. Un’altra importante novità riguarda il percorso: non più due tracciati, quelli di Granfondo e Mediofondo, ma un’unica prova di 118 chilometri per tutti gli iscritti. Una scelta che renderà più agevole il ritorno della DIECI COLLI ARROW in città, attenta ai bisogni dei partecipanti ma anche alle necessità della comunità. Il resto lo farà, come sempre, lo splendido scenario della collina bolognese, su cui i responsabili tecnici della kermesse (Andrea Gamberini, Davide Capelli e Gianluca Faenza) hanno costruito un tragitto che unisce tradizione e innovazione. «Abbiamo disegnato un percorso adatto a tutti», conferma il responsabile tecnico Andrea Gamberini, «impegnativo ma non impossibile, con 1800 metri di dislivello: non per scalatori puri, né per passisti: davanti se la giocheranno in tanti, ma moltissimi cicloamatori saranno in grado di affrontarlo».

La presentazione della “Dieci Colli”

YELLOW EDITION. A Bologna, nemmeno un mese dopo, arriverà anche il Tour de France, per la prima volta sulle strade italiane. La seconda tappa, da Cesenatico a Bologna, è infatti in programma il 30 giugno. In onore della Grande Boucle, l’edizione 2024 della DIECI COLLI ARROW sarà la “YELLOW EDITION”, una sorta di beneaugurante evento “di lancio” che richiamerà l’attenzione degli appassionati. Per questo un tratto del percorso, ideato dal Circolo Dozza per la sua classica, si svilupperà proprio sul tracciato della corsa in giallo.

ANNO ZERO. Sul futuro prossimo della manifestazione, l’assessora allo Sport del Comune di Bologna, Roberta Li Calzi, ha idee precise: « Un anno fa abbiamo sostenuto la ripartenza della Bologna Marathon, che oggi cammina orgogliosamente sulle proprie gambe. Il 2024 sarà l’anno della Dieci Colli. Dopo gli anni duri della pandemia, sarà una sorta di “edizione zero”, di ripartenza, e averne riportato il cuore ai Giardini Margherita è un segnale di quello che vogliamo torni ad essere. L’auspicio è che la comunità colga gli aspetti positivi che un evento sportivo dai grandi numeri porta a tutta la città ».

CONDIVISIONE. «Partiamo dalla nostra storia», afferma Irene Lucchi, presidente del Circolo Dozza Tper, «ma senza cristallizzarci e tenendo lo sguardo rivolto al futuro. Il ritorno ai Giardini Margherita, con il sostegno fondamentale delle istituzioni, è alla base di quella che immaginiamo come una rinascita. Affronteremo l’impegno alla nostra maniera: prodigandoci per la sicurezza dei partecipanti, grazie all’impegno dei nostri volontari, e limitando l’impatto dell’evento perché sia una giornata di condivisione e festa».

GARISENDA. Significativa la collaborazione con la Ciclistica Bitone, con cui sarà allestito un cartellone di eventi che per almeno un mese coinvolgerà il mondo cicloamatoriale e cicloturistico. «Nella tradizione della manifestazione», conclude Del Mugnaio, «abbiamo scelto il partner etico a cui verrà devoluta una percentuale della cifra di iscrizione: la scelta non poteva che ricadere sulle iniziative legate alla messa in sicurezza della torre Garisenda, simbolo della città. Per dimostrare che la Dieci Colli si sente parte della città, condividendone i progetti di solidarietà»

 

 

SANITA’: Clima teso e malumori al 118

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“Invitiamo l’azienda, e come Nursind lo stiamo per fare anche attraverso una richiesta ufficiale, ad adottare delle azioni concrete per misurare la situazione di stress correlato al lavoro tra i professionisti dell’emergenza-urgenza”. Così Antonella Rodigliano, segretaria territoriale del Nursind Bologna, interviene nel dibattito di questi giorni riguardo un clima sul posto di lavoro che persino l’assessore regionale alla sanità, Raffaele Donini, ha definito “sotto pressione” per gli operatori del 118 (e non solo), in un’intervista rilasciata a seguito di alcuni fatti che hanno portato la magistratura ad intervenire per fare chiarezza.

“È ormai da tanto tempo che denunciamo una situazione di stress correlato al lavoro dilagante praticamente dappertutto, in particolare sia al pronto soccorso del Maggiore, sia nella centrale operativa del 118 e negli ospedali “spoke”, quelli periferici -continua Rodigliano-. I Cau non si stanno rivelando certamente la risposta migliore per alleggerire il carico di lavoro nei pronto soccorso, quindi non si stanno dando risposte né ai cittadini e neppure ai professionisti. È però evidente come sia anche l’organizzazione interna a non rispondere ai bisogni dei professionisti, a non rispettarne i tempi di vita. È una situazione alla quale bisogna porre rimedio, lo diciamo da sempre: il benessere organizzativo dev’essere un obiettivo principale. Ecco perchè chiediamo all’azienda di adottare un questionario per valutare la situazione di stress correlato al lavoro in questi reparti -prosegue la rappresentante del sindacato degli infermieri-. Si tratta di un valido strumento per rispondere ad un’importante esigenza dei professionisti, attraverso la ricerca di soluzioni condivise da azienda e sindacati: molti problemi derivano infatti da questioni legate ad una cattiva organizzazione denunciate dal Nursind in più occasioni, senza mai ricevere ascolto. Adesso è il momento di fare davvero qualcosa”.

“Ci sono dei malumori che vanno intercettati e affrontati, a prescindere da quali siano le cause -dice infine Rodigliano-. Il benessere organizzativo dev’essere un obiettivo importante per il futuro della nostra sanità, perché solo facendo stare bene gli operatori, avvicinandoli sempre di più ad un punto di equilibrio con i loro fabbisogni familiari e personali, possiamo tutelare la nostra professione. E non solo quella”.

SAN BENEDETTO VAL DI SAMBRO: Eletto il Consiglio Comunale dei Ragazzi

 

Si è tenuta poco prima delle vacanze di Natale, nella Sala del Consiglio del Municipio, la proclamazione degli eletti nel Consiglio Comunale dei Ragazzi. Un progetto sperimentale partito nel 2014, ossia il primo anno del primo mandato amministrativo a guida del Sindaco Santoni, e che insieme alla collaborazione con l’istituto scolastico oggi si è consolidato estendendosi con piacere e soddisfazione a tutto l’ambito dell’Istituto Comprensivo, coinvolgendo così anche i ragazzi dei comuni di Camugnano e Castiglione dei Pepoli.

La continuità di questo progetto dimostra la sua validità e l’interesse verso lo stesso da parte di scuola, famiglie e soprattutto dei ragazzi. Un progetto che l’Amministrazione Comunale sostiene poiché ritenuto importante proprio perché coinvolge gli alunni nella possibilità di avere un luogo istituzionale dove potersi riunire per esprimere le loro opinioni, confrontare le loro idee, discutere liberamente nel rispetto delle regole, e soprattutto iniziare a comprendere cosa significa collaborare nel prendere decisioni importanti che riguardano il loro territorio, cercando soluzioni a problemi che li interessano in quanto parte fondamentale della comunità, sotto la costante guida degli insegnanti.

Alessandro Santoni, Sindaco: “Innanzitutto ci tengo a fare i complimenti a tutti gli studenti che hanno deciso di impegnarsi in questo progetto, quelli eletti, coloro che non sono stati eletti, ed assieme a loro la scuola con cui da anni collaboriamo su diverse progettualità scolastiche. Uno dei progetti della prima ora, poiché lo abbiamo istituito nel 2014, ossia nel primo anno del nostro primo mandato, che è cresciuto proprio assieme ai tanti alunni che in questi 9 anni si sono susseguiti, anche e soprattutto grazie alla proficua collaborazione con l’Istituto Comprensivo, alla grande disponibilità e passione dei ragazzi ed all’impegno delle famiglie, perché il consiglio opera e partecipa alle più svariate iniziative anche al di fuori del canonico orario scolastico. Un progetto che consente ai valori ed all’educazione civica di tornare centrale nel cammino formativo dei nostri ragazzi, sia come studenti che come persone. E’ importante infatti non dimenticare mai che gli studenti di oggi saranno le persone di domani: è dunque evidente che i cittadini di domani si formano sicuramente sui banchi di scuola, tra i quali passano anche iniziative importanti come questa, poiché li rende consapevoli dei loro diritti, ma anche e soprattutto dei loro doveri e delle responsabilità che derivano dal dover effettuare delle scelte. Insomma, un progetto che vuole fortemente rendere i nostri giovani studenti attori protagonisti delle scelte del loro Comune. Tutto ciò senza dimenticare che questa attività potrebbe aiutare anche su temi molto delicati che oggi giorno investono sempre più gli adolescenti e che, come tali, non possono essere sottovalutati, dando loro la possibilità , qualora ce ne fosse bisogno, di manifestare nei modi che più si addicono a loro, alcune dinamiche che potrebbero essere più difficilmente visibili agli adulti. Non dobbiamo sottovalutare i ragazzi, perché questa mia esperienza da Sindaco affiancata a quella di genitore mi ha fatto capire che spesso per non dire sempre loro capiscono ben più di quello che noi adulti pensiamo, già da piccoli colgono principi e sfumature con una immediatezza che spesso non immaginiamo: per questo è fondamentale continuare a stimolarli con progetti di questo tipo. Per tutti questi motivi e non solo, a questi ragazzi, o meglio consiglieri, auguriamo tutti buon lavoro!”

Questo l’elenco dei 18 consiglieri eletti, tra cui a Sindaco e vice Sindaco:

Nina Turtoro (Sindaca), Alberto Aldrovandi (vice Sindaco), Depreziato Marika, Giuliani Manuel, Brusori Lea, Barberini Isabella, Venturi Leonardo, Predieri Alberto, Amedjkouh Anis, Bichri Donia, Venturi Zoe, Bernardoni Rebecca, Colombari Leonardo, Faldini Alberto, Margineanu Daniel, Poli Lorenzo, Poli Aurora, Borelli Manuel.

Chi se lo può permettere ?

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Dopo la “poderosa” nevicata della settimana scorsa (circa cm 20) i media ci hanno confermato che quasi 60 milioni di italiani si sono riversati sulle piste da sci sabato 13 e domenica 14 gennaio. Non essendo in detti giorni su in montagna mi sono limitato a vedere le immagini del Corno alle Scale confrontandole con le presenze in città, Bologna. Non ho avuto l’impressione di una città svuotata, anzi. Le immagini dalle piste del Corno certificavano una certa frequentazione, non certo paragonabile a quella di trenta o più anni fa quando per entrare nei parcheggi vicino agli impianti bisognava pagare il biglietto di ingresso essendo questi stipati all’inverosimile. Oggi si può parcheggiare tranquillamente nei pressi delle stazioni di partenza delle seggiovie in qualunque momento e senza pagare. Però i media ci hanno garantito che migliaia di sciatori erano sulle piste. I casi sono due : o chi scrive dette cifre ha dei seri problemi scolastici in matematica o io sono cieco. Scartata l’ultima possibilità, visto che mi hanno anche rinnovato la patente di guida, resta la prima. Comunque analizziamo il problema della scarsa propensione delle famiglie ad andare a trascorrere anche un giorno sulle nevi. L’analisi era già stata fatta quasi dieci anni fa da degli esperti che hanno certificato essere varie le ragioni di questo abbandono. In particolare un ricercatore era partito da una considerazione : come mai il parco giovani, da cui escono i futuri campioni dello sci, è così svuotato ? Infatti la famosa “Valanga azzurra” formata da assi dello sci, è solo uno sbiadito ricordo nella mente di persone molto datate. Da questa considerazione ne sono partite altre di cui una, importante, di carattere economico. E’ stato evidenziato come il reddito della fascia media della popolazione italiana è, da anni, in continua discesa mentre il costo della vita viaggia in senso contrario. Si pensi solo alle spese sanitarie che di anno in anno sono sempre più a carico del cittadino. Le opportunità di lavoro per i giovani, specialmente capaci, sempre più modeste; non è casuale la fuga all’estero tra gli 80.000 ed i 100.000 giovani ogni anno. In tale numero vi sono medici, operatori sanitari e laureati. Sembra che di tali persone il nostro Paese ne possa fare a meno. In queste condizioni può una famiglia permettersi di spendere ogni domenica tra i 400 ed i 500 € per trascorrere con un figlio di 10-12 anni un giorno sulle nevi ? Se le domeniche sciabili fossero circa 12 in un inverno si avrebbe un esborso tra i 5.000 ed i 6.000 € . Si tratta di rinunciare tra i 3 ed i 4 stipendi nello spazio di 3 mesi. Molte persone che io conosco mi hanno confermato di aver dovuto rinunciare a praticare detta attività, anche con il figlio/a , perché le condizioni economiche non lo permettevano, ed è gente che ha un lavoro regolare. Una tantum ce lo si può permettere, ma a livello continuativo no . Quindi, per allevare il futuro campione dello sci, necessita, come in tutte le attività sportive, una costante pratica ed allenamento e questo fa a pugni con le disponibilità economiche. Vi è da aggiungere la perdita quasi totale di appeal sociale di tale pratica cui va aggiunto lo scarso fascino di praticare detta attività in montagne brulle nelle quale, spesso, l’unica neve presente è quella dei toboga fatti dai cannoni sparaneve. Quello che uno esperto ha definito perdita dello “Ski spirit”. Osservazione ben espressa da un operatore del settore che ha detto “Oggi non si scia, si scende” evidenziando così che la pratica sciatoria non ha più il fascino di un tempo in un ambiente coperto dal manto nevoso, ma è principalmente una attività di sali-scendi. E così tali ricercatori hanno evidenziato come la popolazione sciatoria sia sempre più una popolazione datata e che si può permettere di spendere per un giorno di attività una certa cifra. Ne ho la tangibile dimostrazione che, essendo socio, da molti anni, di una associazione sportivo-culturale con la presenza di oltre 120 giovani, nessuno di loro pratica lo sci quando 40-50 anni fa vi era un congruo numero di praticanti. La cosa è identica in altri ambienti da me frequentati. Ma allora questo calo della popolazione sciatoria, aumento dei costi relativi, diminuzione di appeal, crisi climatica come si sposa con il fatto che istituzioni, amministrazioni e mondo politico non facciano altro che parlare, pianificare e spendere soldi dei contribuenti in impianti a fune aventi finalità sciatorie ? La ragione è semplice : sono impianti aventi un elevato costo e quindi vi sono cospicui appalti con tutto ciò che ne consegue. Ovvio che si racconti che dette spese, con danaro tolto, spesso, a sanità, istruzione, infrastrutture ed altro, vengano fatte per il bene dei montanari. C’è anche chi ci crede. Per mia esperienza di parecchi decenni in ambito montano, ho notato che a fronte di carenze di personale sanitario ospedaliero, gente che costa, assenza di istituti scolastici, forse non servono, infrastrutture e trasporti di scarsa affidabilità, si spinge l’acceleratore da istituzioni ed amministrazioni su impianti a fune, nello specifico seggiovie. Purtroppo, dal mio punto di vista, noto che persone, spesso anziane, per curarsi si devono sobbarcare ore di viaggio per recarsi in ospedali cittadini o nelle immediate vicinanze, i giovani vanno a studiare e completare i propri iter scolastici lontano dalle zone montane e non vi è ritorno. Verrebbe da pensare che grazie a queste seggiovie gli abitanti, anche anziani e con determinate patologie, diventino più giovani e più sani di un pesce, che i giovani, vedendo il sali-scendi delle seggiole, acquisiscano una tale professionalità da non avere più bisogno né di diplomi né di lauree e che i residenti vedranno aumentare le proprie entrate economiche in modo esponenziale. Fin’ora, parlo degli ultimi 45 anni, le cose sono andate in senso contrario, forse sarà sufficiente aspettare altri 45 anni per vedere andare le cose per il verso giusto. Per ora lo sci sta diventato sempre più una attività marginale, come ho scritto : Chi se lo può permettere ?

 

Nella foto : La Polla anni ’60

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