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lunedì, Gennaio 20, 2025
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Tra pentole e fornelli – Il miele in cucina

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Foto Miele

Il miele fino alla scoperta dell’America era l’unico dolcificante usato.
Aristotele chiamava il miele “il sudore del cielo” e Plinio “saliva delle stelle”.
Nell’antico Egitto l’ape rappresentava la regalità del Faraone. Nella cultura buddista il miele ha il potere di fare raggiungere forme superiori alle anime che trasmigrano.
Se i poteri sovrannaturali del miele non sono ancora stati provati, su queli terapeutici non ci sono dubbi.
Fra le sue mille virtù il miele ha proprietà antibiotiche, calma la tosse ed è ricco di antiossidanti naturali che rallentano il processo di invecchiamento.
La raccolta del miele ha luogo in epoche diverse, secondo la varietà e le zone climatiche. Di solito viene raccolto tra la fine di maggio e la fine di settembre.
In cucina si può utilizzare dall’antipasto al dolce e per preparare marmellate, liquori e bevande.
Diverse preparazioni per diversi tipi di miele (tiglio, sulla, rosmarino, castagno, girasole ecc.).
Vi propongo alcune ricette.

Salsa di cipolle rosse al miele
Ingredienti (per 6 persone): 150 gr. di cipolle rosse – 100 gr. di miele di tiglio – 100 ml di aceto di mele – 1 cucchiaio di succo di limone – 1 spicchio di aglio – 1 foglia di alloro – un pezzettino di peperoncino rosso- qualche grano di senape – un pizzico di sale – qualche grano di pepe nero – olio EVO –
Procedimento: pelare e affettare finemente le cipolle. Mettere in una larga padella 3 cucchiai di olio EVO, aggiungere le cipolle e farle cuocere dolcemente per 10 minuti. Unire il miele di tiglio e far dorare. Bagnare con il limone, l’aglio tritato, l’alloro, i grani di pepe, un pizzico di sale e bagnare con l’aceto di mele. Far cuocere per 15 minuti, mescolando con un cucchiaio di legno fino a quando le cipolle non diventano tenerissime.

Mezzelune di grano saraceno al miele di castagno
Ingredienti (per 4 persone): per la sfoglia: 120 gr. di farina di grano saraceno – 80 gr. di farina di semola – 2 uova – per il ripieno: 100 gr. di ricotta di pecora – sale – pepe – per il condimento: 20 gr. di burro – 1 cucchiaio di miele di castagno – granella di mandorle tostate –
Procedimento: setacciare le due farine su un tagliere, fare un incavo e romperci dentro le uova. Sbattere leggermente con una forchetta e iniziare a impastare fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Far riposare l’impasto per mezz’ora coperto da uno strofinaccio.
Nel frattempo lavorare la ricotta di pecora, salare e pepare.
Tirare una sfoglia sottile, con un coppapasta fare dei tondi su cui mettere un po’ di ripieno. Richiudere a mezzaluna, facendo attenzione a sigillare bene con una forchetta.
Cuocere le mezzelune in acqua salata. Nel frattempo in una padella antiaderente sciogliere il burro insieme al miele di castagno. Unire le mezzelune e mantecare bene, spolverizzando con mandorle tritate tostate.
Servire caldo.

Torta al miele e rosmarino
Ingredienti (per 4 persone): 200 gr. di farina 00 – 150 gr. di burro – 80 gr. di zucchero di canna – 2 uova – 150 gr. di miele di acacia – 12 aghi di rosmarino – 2 cucchiai di lievito per dolci – ½ cucchiaino di cannella in polvere-
Procedimento: tagliare il burro a cubetti e metterlo in una casseruola con lo zucchero e il miele. Fare scaldare a fuoco basso, mescolando continuamente. Una volta sciolto il tutto mettere da parte e fare intiepidire.
In un’altra ciotola setacciare la farina, unire la cannella e il rosmarino tritato finissimo.
In una ciotola sbattere le uova. Versare il composto di burro, miele e zucchero nella ciotola con la farina. Unire anche le uova.
Versare in una tortiera imburrata e cuocere a 180° per 30-35 minuti.

Le curiosità e le ricette sono tratte da “Dolcemente – L’inconfondibile naturalezza del miele” (Collana I Quaderni del Loggione – Damster Edizioni)

Tra pentole e fornelli – Il fiordilatte

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Fiordilatte

Un tempo il fiordilatte, tradizionale dolce bolognese, veniva preparato nei mesi estivi quando vi era abbondanza di uova e di latte.
Epoca in cui il frigorifero non era ancora stato inventato e conservare uova e latte non era facile, considerata la loro deperibilità.
Le azdore, aguzzando l’ingegno, trovarono il modo di utilizzare al meglio questi ingredienti, preparando dolci delizie, oltre a “tirare” sfoglie per tagliatelle, tortellini e tortelloni.
Dolci semplici nella composizione degli ingredienti, ma degni di essere presentati sulle tavole dei “signori” in città che apprezzavano questo dolce portato in dono dalle campagne.
Si diffuse l’abitudine di servire il fiordilatte sulle tavole delle famiglie che vivevano in città e ancora oggi è possibile gustarlo nelle trattorie dove propongono la cucina tipica bolognese.

Fiordilatte

Ingredienti : 1 litro di latte intero – 300 g di zucchero semolato – 2 uova intere – 5 tuorli – 1 stecca di vaniglia – la scorza di un limone biologico –
per il caramello: 6 cucchiai di zucchero semolato – 3 cucchiai di acqua – succo di limone q.b. –
Procedimento: bollire il latte con lo zucchero, la scorza di limone e la stecca di vaniglia. Quando il latte è diminuito della metà, spegnere e lasciare raffreddare.
Preparare il caramello: mettere a bagnomaria in un pentolino antiaderente lo zucchero, aggiungere l’acqua e qualche goccia di limone che serve a non farlo troppo cristallizzare.
Fare sciogliere lo zucchero a fuoco medio, senza mescolare (la temperatura deve essere tra i 165° e i 177* C.). Il caramello non deve scurire troppo, ma avere un colore ambrato.
Va utilizzato immediatamente per rivestire lo stampo del budino, altrimenti si solidifica.
In una ciotola sbattere le uova e i tuorli con le fruste elettriche, aggiungere lo zucchero fino ad ottenere un composto omogeneo. Unire il latte e amalgamare bene.
Versare il composto ottenuto nello stampo caramellato e cuocere a bagnomaria nel forno già caldo, a 120°130° C. per circa 1 ora e mezza (fate la prova stecchino, quando esce asciutto il fiordilatte è pronto).
Fate attenzione all’acqua del bagnomaria che non deve mai bollire, altrimenti si formeranno delle bolle nel budino.
Una volta sfornato il budino, lasciatelo raffreddare dentro lo stampo, poi rovesciate il fiordilatte in un piatto da portata.
La consistenza finale deve essere quella di una crema soda.

Notizie e ricetta tratte da “Bologna la dolce. Curiosando sotto i portici fra gli antichi sapori – Collana I Quaderni del Loggione – Damster Edizioni

Tra pentole e fornelli – Le fragoline di bosco

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Fragoline di bosco

La fragolina di bosco, il cui nome scientifico è fragaria vescia, è una pianta erbacea della famiglia delle rosacee.
La fragolina di bosco veniva chiamata fragrans dai Romani, in omaggio al suo profumo e compariva sulle tavole durante le feste in onore di Adone.
Una leggenda narra che quando Adone morì, Venere pianse e le sue lacrime si trasformarono in piccoli cuori rossi: le fragoline di bosco.
Con le fragoline di bosco si possono preparare squisite crostate, raviole, biscotti e torte. Si possono utilizzare le foglie per preparare un tè gradevole da aromatizzare con foglie di menta.
Alcune ricette.

Semifreddo alle fragoline di bosco
Ingredienti: 250 gr. di latte – 50 gr. di zucchero – 4 tuorli d’uovo – 400 gr. di panna montata – 1 stecca di vaniglia – per la decorazione: 100 gr. di fragoline di bosco –
Procedimento: lavare velocemente le fragoline di bosco nell’acqua, togliere la rosetta di foglie solo dopo averle lavate e asciugate.
Fare bollire il latte con la stecca di vaniglia. In una ciotola sbattere le uova, unire lo zucchero e lavorare gli ingredienti con la frusta fino ad ottenere un composto spumoso. Aggiungere il latte caldo e mescolare. Mettere sul fuoco e fare cuocere per 10 minuti, senza far bollire il latte. Fare raffreddare e unire la panna montata.
Mettere il composto in uno stampo per cassata, bagnato con acqua, e mettere in congelatore per 3 ore.
Togliere il dolce dal congelatore, capovolgerlo su un piatto da portata e guarnire con fragoline di bosco.

Paste alle fragoline di bosco
Ingredienti: 400 gr. di pan di spagna già pronto – 250 gr. di marmellata di fragoline di bosco – liquore alla fragola q.b. – fragoline di bosco per decorare – per la glassa: 2 albumi – 200 gr. di zucchero a velo – 1 limone –
Procedimento: lavare velocemente le fragoline di bosco per evitare che perdano sapore. Togliere la rosetta di foglie solo dopo averle lavate e asciugate.
Prendere il pan di spagna, tagliarlo a metà e bagnarlo con il liquore alle fragole, spalmare la marmellata di fragoline di bosco e “ricomporre” il pan di spagna. Metterlo in frigorifero per almeno mezz’ora. Nel frattempo preparare la glassa: sbattere gli albumi, unire lo zucchero a velo e qualche goccia di limone fino ad ottenere una glassa omogenea.
Prendere il pan di spagna e tagliarlo a pezzi (6×4 cm). Stendere su ogni pasta la glassa e guarnire con le fragoline di bosco.

(Le ricette e le curiosità sono tratte da “Cucinare con erbe, fiori e bacche dell’Appennino – Collana I Quaderni del Loggione – Damster Edizioni)

Tra pentole e fornelli – Salvia fritta

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Salvia fritta

La salvia è un piccolo arbusto sempreverde il cui nome deriva dal latino salvus (sano), per le sue proprietà terapeutiche.
I Romani la consideravano una pianta sacra ed esisteva un vero e proprio rito per la raccolta di questa pianta, che spettava a pochi eletti.
La salvia ha proprietà digestive, espettoranti antinfiammatorie e balsamiche.
Molto apprezzata in cucina, la salvia viene utilizzata in cucin in svariati modi: per insaporire la carne insieme al rosmarino; per condire i tortelloni di magro; per aromatizzare il sale grosso e l’olio di oliva e in mille altri modi.
Appurate le sue tante virtù, vi propongo alcune ricette di salvia fritta.

Salvia fritta
Ingredienti: 100 gr. di farina 00 – 100 ml di birra chiara fredda – sale – olio di semi per friggere –
Procedimento: in una ciotola mettere la farina setacciata, unire la birra fredda e mescolare cercando di evitare di fare grumi. Salare e fare riposare in frigorifero per mezz’ora.
Lavare e asciugare bene le foglie di salvia. Passarle nella pastella e friggerle in olio bollente. Vanno servite caldissime.

Salvia fritta con acciughe
Ingredienti: per la pastella: 150 gr. di farina 00 – ml. 100 di acqua fredda gasata – 16-18 foglie di salvia – 16-18 acciughe sotto sale – olio di semi per friggere –
Procedimento: in una ciotola mettere 100 grammi di farina e unire l’acqua un po’ alla volta, mescolando fino a quando non si ottiene una pastella liscia e omogenea.
Passare le acciughe sotto l’acqua per dissalare.
Lavare e asciugare le foglie di salvia. Tra due foglie di salvia mettete 1 acciuga e passarle nella pastella. In una padella portare a temperatura abbondante olio di semi. Immergere la salvia e friggerla. Farla asciugare su carta da cucina e servire caldissima.

Salvia fritta in tempura
Gli ingredienti del tempura devono essere freddi di frigorifero.
Ingredienti: 10-12 foglie grandi di salvia – 1 tuorlo d’uovo – 120 gr. di farina 00 – 120 ml di acqua gassata fredda di frigorifero – sale – olio di semi per friggere –
Procedimento: in una ciotola fredda sbattere il tuorlo d’uovo con l’acqua fredda. Unire la farina setacciata e mescolare cercando di evitare di fare grumi. Salare e fare riposare in frigorifero per mezz’ora.
Lavare e asciugare bene le foglie di salvia. Passarle nella pastella e friggerle in olio bollente. Vanno servite caldissime.

Tra pentole e fornelli – La Torta degli Addobbi

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Nel mese di maggio per Santa Rita a Bologna e in provincia c’è la tradizione di preparare la Torta degli Addobbi nata per le celebrazioni della Festa degli Addobbi.
La Festa degli Addobbi fu istituita nel 1470 dal Cardinal Paleotti per il decennale di una parrocchia in cui era uso esporre alle finestre, in segno di festa, gli addobbi, dei drappi di colore rosso scuro (il tipico colore delle case di Bologna) durante la processione.
Per tradizione durante la Festa degli Addobbi si portava in processione l’immagine del Corpus Domini. Questa festa veniva celebrata con turni decennali (per l’anno Eucaristico) nelle parrocchie in città, mentre in campagna ogni paese veniva diviso in quattro quartieri e ogni quartiere festeggiava una volta ogni quattro anni, a rotazione.
Dopo la processione le famiglie offrivano a parenti e amici la Torta degli Addobbi, una torta di riso tagliata a piccole losanghe.
La tradizione di preparare la Torta degli Addobbi si è protratta nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri. Alla Camera di Commercio di Bologna è stata depositata la ricetta ufficiale della Torta degli Addobbi il 14 dicembre 2005 dall’Accademia della Cucina Delegazione Bologna San Luca.

Torta degli Addobbi
Ingredienti: 1 litro di latte – 500 gr. di zucchero semolato – 200 gr. di mandorle amare – 200 gr. di cedro – 5 amaretti grandi – 7 uova – 1 etto di riso – un po’ di vaniglia – una scorza di limone grattugiata – liquore mandorla amara q.b. – caramello – burro – pangrattato –
Procedimento: cuocere il riso nel latte e intanto fare il caramello con 50 grammi di zucchero. Il caramello va versato nel latte. Lasciare cuocere adagio per circa un quarto d’ora.
Sbollentare le mandorle, sbucciarle e tritarle finemente insieme al cedro. A parte inzuppare gli amaretti nel liquore mandorla amara.
Sbattere le uova aggiungendo un po’ di vaniglia, gli amaretti, le mandorle amare e il cedro tritati.
Mescolare bene tutti gli ingredienti e incorporare il composto ottenuto al latte e riso quando questo si è raffredato.
Ungere una teglia da forno rettangolare con burro, passarvi il pangrattato quindi versare l’impasto.
Cuocere in forno per circa tre quarti d’ora a 160.
Controllare la cottura immergendo uno stuzzicadenti nella torta. Quando è cotta lo stuzzicadenti risulta asciutto.
Volendo si può bagnare la torta con altro liquore mandorla amara.
La torta va lasciata raffreddare e servita tagliata a losanghe. E’ molto buona anche dopo alcuni giorni.

(la ricetta e le curiosità sono tratte da “Bologna la dolce. Curiosando sotto i portici fra gli antichi sapori” – Collana I Quaderni del Loggione – Damster Edizioni)

Tra pentole e fornelli – I fiori di sambuco

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Fiori di sambuco

Il sambuco è una pianta comune sull’Appennino. Durante le passeggiate nei boschi è facile vedere questo arbusto la cui chioma è disordinata e tende ad allargarsi ad ombrello. I rami giovani sono di colore verde, le foglie lanceolate, di forma ovale e seghettate.
I fiori di sambuco spuntano in questo periodo (da maggio a luglio e sono di colore bianco. I suoi frutti, che maturano a settembre sono nerastri, con polpa succosa e aromatica.
Nel passato dal suo legno cavo si ricavavano cerbottane e zufoli con i quali i bambini si divertivano a giocare.
Esistono molte leggende sul sambuco. Si dice che fra i rami di questa pianta trovano riparo spiriti buoni in grado di dare protezione alle case.
Con i fiori di sambuco possiamo preparare lo sciroppo di sambuco e delle squisite frittelle.

Sciroppo di sambuco
Ingredienti: 1 litro di acqua – 1 kg di zucchero – 1 bicchiere d’aceto di mele – 8 fiori di sambuco – 3 limoni –
Procedimento: fate bollire l’acqua e appena raffreddata aggiungere l’aceto e lo zucchero mescolando bene. Aggiungete quindi i limoni tagliati a quarti e i fiori di sambuco che avrete lavato spruzzandoli con un po’ di acqua e poi scuotendoli con delicatezza per togliere l’acqua in eccesso. Lasciate in infusione per 3 giorni mescolando ogni tanto. Trascorso questo tempo, filtrate il tutto spremendo con cura gli ingredienti, mescolate bene e fate cuocere nell’apposita pentola per qualche minuto per permettere allo zucchero di sciogliersi completamente.
Quando è raffreddato travasate lo sciroppo in bottiglie dal collo largo e conservate in luogo fresco o in frigorifero.

Frittelle di sambuco
Ingredienti: 250 gr. di grappoli di fiori di sambuco – 220 gr. di farina 00 – 2 cucchiai di olio EVO – 2 uova – sale – pepe –olio di semi per friggere –
Procedimento: pulire e lavare i fiori di sambuco e asciugarli con carta da cucina. Mettere la farina in una ciotola aggiungere l’olio EVO, sale e pepe e amalgamare bene. Unire un po’ di acqua fredda per ottenere un impasto tipo besciamella soda. Lasciare riposare in frigorifero per 20 minuti e poi incorporare due albumi montati a neve. Immergere i fiori di sambuco nella pastella e friggerli in abbondante olio di semi.
Farli asciugare su carta da cucina e servire caldi.

Le curiosità e le ricette sono tratte da “Cucinare con erbe fiori e bacche dell’Appennino” (Collana I Quaderni del Loggione – Damster Edizioni)

Tra pentole e fornelli – Galletti e Finferli

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Finferli

I funghi finferli appartengono alla categoria delle Cantharellaceae e il nome specifico è Cantharellus Cibarius. Deriva dal greco Kàntharos, piccola coppa, e dal latino Cibus, commestibile.
I nome diffusi in tutta Italia, dal chiaro sapore dialettale, sono: cantarello, finferlo, cresta di gallo, gaiatello, catello, galletto, gallinaccio, gallinella, gialet, garitola, margherita, galluccio, addenazzo.
I funghi finferli possono assumere diverse sfumature di giallo, hanno un cappello carnoso che negli esemplari giovani è convesso e in quelli più vecchi diventa concavo, con margine lobato – ondulato.
Le lamelle decorrono dal gambo e sono grossolane e ben delineate, il più delle volte molto basse e simili a pieghe spesso ramificate.
Il gambo è breve e dello stesso colore delle lamelle, mentre la carne è bianco-giallina, compatta e soda.
I funghi finferli si trovano da giungo a ottobre tanto nei boschi di conifere come in quelli di latifoglie. Crescono in preferenza dopo abbondanti piogge.
I finferli sono perfetti per accompagnare carne e selvaggina, per condire le tagliatelle e la polenta. Se si vogliono servire crudi è meglio marinarli.
Si prestano bene alla conservazione, sia sotto aceto che essiccati. In quest’ultimo modo vengono utilizzati per condire varie pietanze o altri funghi, per tale ragione sono chiamati “il prezzemolo dei funghi”.
Alcune ricette.

Barchette ai funghi galletti
Ingredienti: 250 gr. di farina – 120 gr. di burro – 6 uova – 50 gr. di pancetta affumicata – 350 gr. di funghi galletti – 2 scalogni tritati – nipitella o prezzemolo – sale – pepe bianco –
Procedimento: impastare il burro con la farina, unendo il sale e un uovo. Se dovesse servire aggiungete dell’acqua fredda, lavorando fino ad ottenere un impasto liscio e morbido, poi coprite la pasta e mettetela in frigo per 30 minuti. Pulite i galletti, tritate lo scalogno fate sciogliere il burro, unire i funghi e fateli insaporire e perdere acqua. Salate e pepate. Tagliate a cubetti la pancetta, sbattete le uova, aggiungete la nipitella o il prezzemolo.
Ungete con il burro delle formine a forma di barchetta, stendete la pasta e bucherellatela con una forchetta, farcitela con la pancetta e i galletti. Versateci sopra le uova e la pancetta con il prezzemolo.
Infornate a 200 ° per 20-25 minuti.

Maltagliati al sugo di finferli e grana padano
Ingredienti: per la pasta: 500 gr. di farina 0 – 5 uova – sale – per il sugo: 200 gr. di finferli – 3 spicchi di aglio – 2 cipolle bionde – prezzemolo – ½ bicchiere di vino bianco – grana padano – olio EVO – prezzemolo tritato – sale – pepe –
Procedimento: setacciare la farina su un tagliere, fare un incavo, romperci le uova dentro e impastare fino ad ottenere un impasto omogeneo. Fare riposare l’impasto per mezz’ora, poi tirare una sfoglia dello spessore di qualche millimetro. Ricavare dei rombi irregolari e lasciarli asciugare.
Preparare il sugo con i finferli: fare rosolare la cipolla tritata e gli spicchi di aglio in 3 cucchiai di olio EVO. Togliere gli spicchi di aglio e unire i finferli puliti, lavati e tagliati a pezzetti non troppo piccoli. Salare e pepare. Quando i finferli hanno perso l’acqua, sfumare con mezzo bicchiere di vino bianco. Quando il vino è evaporato unire il prezzemolo e cuocere qualche minuto.
Cuocere i maltagliati (sono cotti quando salgono a galla) e condirli con il sugo di finferli spolverizzati con grana padano grattugiato.
Servire caldo.

Galletti in umido di Fra’ Dolcino
Ingredienti (per 4 persone): 500 gr. di funghi galletti – 100 gr. di pancetta tritata affumicata – 1 cipolla piccola – 1 spicchio di aglio – una manciata di prezzemolo tritato – ½ litro di latte intero – 5 foglie di salvia – sale – pepe – crostoni di polenta –
Procedimento . pulite i funghi e tagliateli a pezzi. Scottate i funghi in acqua.
Tritate la cipolla e l’aglio, unite il prezzemolo tritato e fateli soffriggere in un tegame. Unite la pancetta tritata e farla rosolare. Unire il latte, un po’ alla volta. A fine cottura decorare con foglie di salvia e crostoni di polenta.
Servire caldo.

Finferli fritti
Ingredienti: 10 funghi finferli – 1 uovo – Una manciata di prezzemolo tritato –
una manciata di semola di grano duro – sale – pepe – olio per friggere –
Procedimento: pulire e lavare i funghi. Privarli del gambo che potete utilizzare per preparare un sughetto. In una ciotola sbattere un uovo, salare, pepare e aggiungere il prezzemolo tritato.
Asciugare i finferli e passarli nella semola.
In una padella scaldare l’olio e friggere i finferli un po’ per volta.
Farli asciugare su carta da cucina e salare. Servire caldi.

(Le curiosità e le ricette sono tratte da “Finferli, galletti e gallinacci – Collana I Quaderni del Loggione – Damster Edizione)

Tra pentole e fornelli – Fiori di acacia

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Fiori di acacia 1

L’amore platonico è rappresentato, nel linguaggio dei fiori, dal fiore d’acacia.
Un fiore per chi non ama sbilanciarsi troppo; da usare nei primi approcci con il proprio partner. Fiore elegante e ampiamente disponibile in natura, perfetto da utilizzare anche in cucina.

Confettura di fiori di acacia
Ingredienti per un barattolino di “profumo”: 200 gr di petali di fiori d’acacia – 180 gr di zucchero – 200 gr di acqua – mezza mela – 1/2 limone –
Procedimento: lavare e lasciare asciugare molto bene i grappoli dei fiori d’acacia. Staccare i petali e metterli in una ciotola.
Sbucciare la mezza mela, togliere i torsolo e tagliarla a piccoli pezzi. Metterli in una pentola con l’acqua e il succo di mezzo limone. Quando la mela e cotta, togliere dal fuoco e frullare. Unire lo zucchero e rimettere sul fuoco fino a quando il composto non inizierà a caramellare.
Solo in quel momento vanno uniti i petali dei fiori. Mescolare e fare cuocere per 5 minuti. Togliere dal fuoco, frullare, rimettere sul fuoco e fare cuocere fino a quando la confettura non raggiunge la giusta consistenza.
Mettere la confettura di fiori di acacia in vasetti sterilizzati. Conservare la confettura in un luogo buio e fresco.
Frittelle di acacia
Ingredienti (4 persone): 8 grappoli di fiori di acacia – zucchero a velo q.b, brandy q.b. – Per la pastella: 130 gr. di farina 00 – 1 uovo – 2 cucchiai di olio di semi – un po’ di acqua minerale frizzante – un po’ di birra – sale – olio di semi per friggere –
Procedimento: lavare con delicatezza i grappoli di fiori di acacia e asciugarli con la carta da cucina. Cospargerli di zucchero a velo e spruzzarli con un po’ di brandy.
Preparare la pastella: in una ciotola sbattere l’uovo, unire la farina, 2 cucchai di olio di semi, la birra e l’acqua minerale, nella quantità sufficiente per ottenere una pastella omogenea della consistenza di una crema. Aggiungere un pizzico di sale.
Lasciare riposare la pastella 20 minuti. Trascorso questo tempo prendere i fiori di acacia, passarli nella pastella e friggerli in abbondante olio di semi. Servire caldo.
Risotto con fiori di acacia
riso vialone nano – brodo di carne (1 lt. circa) – 1 cipolla(o cipollotto o porro)
qualche manciata di fiori d’acacia – un bicchiere di vino bianco –
Procedimento: tritare la cipolla (meglio quella rossa) e metterla nella pentola con olio e burro. Far soffriggere e unire i fiori d’acacia privi del picciolo.
Quando saranno appassiti unire il riso (2 pugni per persona) e far tostare.
Sfumare con il vino bianco. Unire pian piano il brodo fino a far cuocere il risotto mescolando con attenzione.
Confettura di fiori di acacia
Ingredienti per un barattolino di “profumo”
200 gr di petali di fiori d’acacia – 180 gr di zucchero – 200 gr di acqua – mezza mela – la metà di un piccolo limone –
Procedimento: lavare e lasciare asciugare molto bene i grappoli dei fiori d’acacia. Staccare i petali e metterli in una ciotola.
Sbucciare e togliere il torsolo alla mezza mela, tagliarla a pezzi metterla in una pentola con un bicchiere di acqua e il succo del limone. Portare a cottura e, quindi, con un frullatore ad immersione, ridurre la mela a purea.
Unire lo zucchero e lasciare sul fuoco fino a quando il comoposto si sarà parzialmente ridotto ed inizierà a caramellare.
Solo ora unire i petali dei fiori e, mescolando, cuocere per circa 5/6 minuti, poi frullare.
Continuare la cottura della marmellata fino ad ottenere la giusta densità.
Versare la confettura in vasi sterilizzati.

Curiosità: l’acacia appartiene alla famiglia delle Mimosacea e conta 1300 specie diverse. Ha proprietà curative: è indicato nelle diete in quanto attenua l’assorbimento dei grassi e diminuisce il senso della fame.
L’acacia è stato scelto come simbolo floreale dalla Massoneria in quanto ritenuta vigorosa e gentile simbolo di immortalità e purezza, che non appassisce mai durante il corso delle stagioni eppure si rinnova sempre.
Per questo simboleggia la purezza e l’immortalità: la varietà bianca, poi si riferisce in particolare all’amore platonico.

(Tratto da “Tu cucinale se vuoi…..Emozioni – Collana I Quaderni del Loggione – Damster Edizioni)

 

Tra pentole e fornelli – Ricette-riciclo con uova di Pasqua e colombe pasquali

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Colomba con cioccolato fondente

Pasqua passa, ma come accade dopo ogni festività, lascia tracce sotto forma di avanzi di uova di cioccolato e fette di colomba che possiamo utilizzare per preparare dolci casalinghi da mangiare a colazione, fondute per frutta o altre sfiziose ricette che ci permettono di utilizzare gli avanzi e non sprecare nulla.
Le uova di cioccolato rimaste le possiamo conservare, dopo averle racchiuse in sacchetti di plastica, in freezer e utilizzarle per guarnire i gelati, la panna cotta o un semifreddo. Possiamo sciogliere il cioccolato a bagnomaria e servirlo come salsa di accompagnamento a un semifreddo alla panna o alla crema. Il contrasto fra caldo e freddo è piacevole.
In alternativa si può utilizzarlo grattugiato come guarnizione sul gelato. Se vi sono rimaste parecchie uova di cioccolato preparate una bella torta tenerina.

Torta Tenerina
Ingredienti (per 8-10 porzioni): 400 gr. di uova di pasqua cioccolato fondente – 250g di burro – 5 uova – 200g di zucchero semolato – ◦2 cucchiai di farina 00 –
zucchero a velo per la decorazione –
Procedimento: sciogliere il burro a bagnomaria insieme al cioccolato, mescolando frequentemente.
In una ciotola mettere i tuorli d’uovo, unire lo zucchero e montare con le fruste elettriche fino a quando il composto non risulta spumoso. Aggiungere il cioccolato e il burro e la farina setacciata.
Montare a neve fermissima gli albumi ed unirli al composto, mescolando delicatamente dall’alto verso il basso.
Versare il tutto in uno stampo imburrato e infarinato e cuocere in forno preriscaldato a 160° per 30, 35 minuti.
Una volta cotta la torta, lasciare intiepidire e capovolgere su un piatto da portata. In questo modo la crosticina formata in superficie si ammorbidirà e si esalterà l’effetto “fondente” .
Spolverizzare con zucchero a velo.

Salame di cioccolato
Ingredienti:: 200 g. cioccolato delle uova – 100 g. cioccolato fondente –
200 g. burro – 2 uova – 100 g. zucchero a velo – mandorle e noci tritate – 250 g. biscotti frollini – zucchero a velo per guarnire –
Procedimento: sciogliere il cioccolato a bagnomaria insieme al burro. Unire lo zucchero, le uova e amalgamare bene. Aggiungere i frollini spezzettati e le noci tritate.
Avvolgere nella carta forno, dandogli la forma di salame. Quindi coprirlo di stagnola e metterlo in frigorifero per 3 ore.
Una volta freddo, potete togliere la carta, passarlo nello zucchero a velo per fare una leggera patina bianca (come quella del salame) e servire.
Le fette di colomba rimaste possono essere utilizzate per preparare zuccotti, zuppe inglesi, palline di colomba al cioccolato, tagliate a dadini da immergere in una fonduta di cioccolato preparata con le uova di Pasqua o in altri mille modi.

Torta di colomba pasquale e mele
Ingredienti: fette di colomba pasquale – latte – mele – cannella in polvere – uvetta sultanina – liquore amaretto – zucchero semolato – uova –
Procedimento: disporre le fette di colomba in una tortiera foderata con carta da forno, quindi spruzzate la colomba con alcuni cucchiai di liquore amaretto.
Sbucciare le mele, tagliarle a fettine sottili e distribuirle sulle fette di colomba. Unire l’uva sultanina ammollata nel liquore amaretto e strizzata.
In una terrina sbattere il latte, le uova e lo zucchero e versare sulle mele. Cospargere con cannella in polvere.
Infornare a 170°C per 30 minuti, sfornare e servire la torta tiepida.

Tra pentole e fornelli – Polpettone con le uova

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polpettone 1

A Pasqua mia nonna preparava un buonissimo polpettone che racchiudeva al suo interno, come un prezioso tesoro, le uova benedette.
Mia nonna, durante la Settimana Santa, andava a “benedire” le uova fresche dal parroco. Una parte di queste uova venivano rassodate e mangiate da tutta la famiglia a colazione la mattina di Pasqua,  mentre con le restanti   si preparavano i passatelli e il polpettone. Polpettone che veniva, a volte, arricchito anche con verdure o formaggio.

Polpettone con le uova
Ingredienti (per 4 persone): 500 gr. di polpa di manzo tritata – 4 uova – 3 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato – 40 gr. di pancetta dolce tritata – un po’ di latte – mollica di pane raffermo – brodo di carne – sale – pepe –
Procedimento: mettere a bollire due uova in un pentolino. In una ciotola mescolare la carne con la pancetta. Unire il parmigiano reggiano grattugiato, due uova e la mollica del pane ammollata nel latte e strizzata. Amalgamare bene tutti gli ingredienti. Prendere un telo pulito e bagnarlo, stenderci sopra metà della carne, metterci sopra le uova sode e ricoprire con l’altra carne. Dare una forma ovale al polpettone e arrotolarlo nello strofinaccio. Chiuderlo alle estremità. Mettere il polpettone a bollire nel brodo di carne per 45-50 minuti. Quando è cotto togliere il polpettone dal strofinaccio e lasciarlo raffreddare prima di tagliarlo a fette.

Polpettone con verdure e uova
Ingredienti (per 4 persone): 500 gr. di polpa di manzo tritata – 1 carota lessata – 100 gr. di spinaci lessati – 3 uova – 6 cucchiai di pangrattato – 2 cucchiai di parmigiano reggiano grattugiato – 3 fette di prosciutto cotto – 6 fette di pancetta dolce tagliata sottile – 1 bicchiere di vino bianco –olio EVO – sale – pepe –
Procedimento: mettere due uova a bollire in un pentolino. In una ciotola mescolare insieme la carne tritata, il parigiano reggiano e il pane. Aggiungere un uovo e salare e pepare.
Stendere su un ripiano metà della carne, metterci sopra le fette di prosciutto cotto gli spinaci e al centro le uova sode e la carota. Ricoprire con la carne rimasta e chiudere bene il polpettone. Rivestirlo con le fette di pancetta.
In una teglia mettere 5 cucchiai di olio EVO, adagiarvi il polpettone e farlo rosolare. Versare il vino e mettere la teglia in forno preriscaldato a 180°. Per 20 minuti.
Aspettare che il polpettone sia freddo per tagliarlo a fette.

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