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martedì, Gennaio 21, 2025
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VALSAMOGGIA – M5S: “Consumo di suolo: preoccupano le scelte urbanistiche”

Il Movimento Cinque Stelle Valsamoggia, a seguito della allarmante lettura delle rilevazioni ISPRA , riportate in un teso comunicato della Coldiretti, in cui il territorio di Valsamoggia si pone tra quello che ha il primato relativo per il consumo di suolo, esprime profonda e convinta preoccupazione per queste scelte urbanistiche volute da questa maggioranza
e sostenute a livello Provinciale e Regionale dal PD stesso.
Da anni andiamo ad indicare come sbagliato il modello sempre lodato dal Sindaco di maggiori, costruzioni, maggiori entrate economiche, maggiori cittadini in Valsamoggia, maggiore occupazione. In pratica, a seguito anche di norme ad hoc previste nel PSC e POC, la possibilità di mercificare parte del territorio rurale in cambio di edificabilità e monetizzazione non può permettere un equilibrato sviluppo territoriale.

La nascita di megastrutture in aree di “vincolo paesaggistico” o di centuriazione romane,
o l’abbattimentoi di beni storici in nome del progresso e della piena occupazione dei cittadini di Valsamoggia sono, a nostro avviso falsi miti. Miti e scelte economiche e di sviluppo territoriale di cui godremo di benefici i primi anni, ma che di seguito porteranno tutte le disfunzioni delle periferie urbane. Già oggi i problemi della sicurezza, della
viabilità, sociali, aumentano di giorno in giorno proprio in quelle aree dove la tasformazione agricola in cemento ha prodotto forti cambiamenti strutturali.

Il territorio di Valsamoggia mal si presta ad essere considerato tutt’uno con la prossimità autostradale e della via Emilia e con il rispetto agricolo delle aree collinari, per questo anche la fusione di aree così diverse tra loro stà portando ad evidenti disequilibri
territoriali. Il sindaco in campagna elettorale aveva promesso “zero cemento” tutto ciò è rimasta una promessa che nei fatti ha aumentato in modo esponenziale l’occupazione di suolo in questo territorio.

Filippo Migliori
Movimento Cinque Stelle Valsamoggia

Nuovo depuratore a Castel dell’Alpi

 

Avviate le procedure da parte di Hera per l’affidamento dei lavori di realizzazione del nuovo depuratore presso Castel dell’Alpi, che accanto all’intervento per completare il sistema fognario completerà entro il 2020 un piano per salvaguardare il lago

 

Nelle settimane scorse il Gruppo Hera ha dato il via alla procedura per l’affidamento dei lavori di realizzazione del nuovo depuratore a servizio della frazione di Castel dell’Alpi: l’affidamento è previsto nella tarda primavera 2018 e l’esecuzione delle opere durerà circa 1 anno.

Il nuovo impianto di depurazione avrà una potenzialità di 500 abitanti equivalenti e sarà costruito utilizzando la tecnologia “a biorulli”: si tratta di strumentazioni a basso consumo energetico,  particolarmente adatta a trattare i reflui di agglomerati di potenzialità inferiore ai 1000 abitanti equivalenti. Il nuovo depuratore sostituirà i diversi piccoli depuratori puntuali attualmente presenti nella frazione, meno efficaci e più onerosi da mantenere. Oltre tutto, convogliando le acque da depurare oltre il lago, quest’ultimo sarà preservato da ogni forma di inquinamento.

L’intervento rientra nel più ampio progetto previsto nel Piano investimenti del Servizio Idrico Integrato per il Comune di San Benedetto Val di Sambro e che vedrà nel 2018 anche l’avvio delle medesime procedure di affidamento, sempre a carico di Hera, per l’affidamento dell’estensione della rete fognaria di Castel dell’Alpi, opera necessaria per completare l’intero sistema fognario della frazione.

In questo modo sarà possibile garantire la qualità delle acque del lago meglio di quanto non sia stato possibile finora.

Alessandro Santoni

Crediamo da sempre in Castel dell’Alpi, nelle sue potenzialità turistiche, e non siamo i soli: questi interventi lo testimoniano”. dichiara il sindaco di Castel dell’Alpi Alessandro Santoni. “Ovviamente non basta rendere accessibile il lago ai visitatori e organizzare eventi se poi non si completano le opere per il miglioramento ambientale che riguardano tutta la frazione, come quelli relativi alla rete fognaria e al nuovo depuratore. Entro il 2020, grazie agli interventi di Hera che apprezziamo, potremo dire di avere la certezza della qualità delle acque del lago, a beneficio dei cittadini e di tutti i visitatori”.

 

LEGAMBIENTE: Ritrovamento elmo romano conferma passaggio delle Legioni romane

Il ritrovamento di pochi giorni addietro di parte di un Elmo di Legionario Romano, tra Baragazza e Roncobilaccio nel Comune di Castiglione dei Pepoli, da parte di un giardiniere castiglionese che andava per funghi, è la conferma delle tesi di Cesare Agostini e Franco Santi, ed anche di LEGAMBIENTE, che quei territori furono percorsi dalle Legioni di Caio Flaminio, nel periodo repubblicano, per costruire e percorrere la strada transappenninica che oggi chiamiamo Flaminia Militare, ma percorsa in seguito anche da altri Legionari di altri Consoli in periodo imperiale.

 

         Un ritrovamento sorprendente e utilissimo per indagare nella storia nostra, nella storia emiliana e toscana.

 

         Chiamata Militare perché serviva per collegamenti militari due città già divenute romane, Bononia e Faesulae, Bologna e Fiesole, una strada in parte lastricata con basolati e per grandi tratti ghiaiata, che partendo dalla neo fondata Bononia nel 189 a.C., passava accanto al torrente Aposa ( oggi Via Venezian, via D’Azeglio ) saliva per le creste di Sabbiuno, poi Pieve del Pino, Monte Adone, Brento, Monterumici, Monzuno, Monte Venere, borgo Le Croci, Monte Galletto, Madonna dei Fornelli, Monte dei Cucchi, Pian di Balestra, Monte Bastione, Monte Luario, Piana degli Ossi, il Passeggere, Monte poggiaccio, Poggio Castelluccio, passo della Futa, ( queste due località vicine a Baragazza e Roncobilaccio ) Monte Poggione, Monte di Fò, torrente Sieve ieri, oggi Bacino del Bilancino, Castello del Trebbio per poi arrivare a Fiesole.

 

         Quindi i legionari romani comandati da Caio Flaminio, come racconta nel libro ottavo lo storico Tito Livio, non solo sconfissero i guerrieri Liguri di varie tribù (Friniati, Apuani, Mucelli) che scorazzavano quei territori fino a spingersi nella pianura padana. Avendoli fatti schiavi, insieme ai circa 6.000 soldati romani, per ordine del Senato Romano, costruirono la strada Flaminia Militare, mentre Marco Emilio Lepido con i suoi legionari completava la strada che da Piacenza, che ancor oggi conduce a Rimini.

 

         Siamo convinti nel credere che quella parte di Elmo romano sia appartenuto a un legionario delle truppe Imperiali che percorrevano questa strada romana a pochi chilometri dal ritrovamento e la Dottoressa Anna Bondini della Soprintendenza di Bologna ha ragione nel dichiarare che sia datata tra il 1° e 2° secolo d.C. a conferma che la strada Flaminia Militare veniva ancora percorsa dalle Legioni romane anche dopo la sua costruzione avvenuta tre secoli prima, nel 187 a.C.

 

         E’ singolare e sorprendente che proprio in questa estate un abitante di Monterenzio abbia ritrovato lungo il percorso della strada romana Flaminia Militare che affianca la Via degli Dei, nei pressi di Monte Adone, un sesterzio di Filippo l’Arabo, imperatore romano della prima metà del 3° secolo d.C., a ulteriore dimostrazione della frequentazione del percorso della strada militare, anche in secoli successi alla sua costruzione.

 

Tra l’altro è bene ricordare – per testimonianze raccolte, purtroppo solo a voce da operai locali, che negli anni 50 costruirono il Cimitero germanico della Futa – che la direzione tedesca del cantiere distrusse, non segnalando il rinvenimento, un tempio votivo romano dedicato agli dei in quell’Area. di quell’importante monumento non si è saputo piu’ nulla, si usciva dalla 2a guerra, non c’erano tutele, non si pensava alla storia, all’archeologia, ma forse negli archivi dei Ministeri Tedeschi ci sarà rimasta una documentazione, una foto, e questa sarebbe una bella scoperta.

 

         A questo punto suggeriamo alla Soprintendenza, alle Università di Bologna, le Facoltà di Lettere/Archeologia, al Comune di Castiglione dei Pepoli, di inoltrare un appello alla popolazione della montagna emiliana, nel caso si fosse trovato delle armi, calzari, corazze, monete, indumenti di Legionari Romani, che gli antenati hanno raccolto, di farlo sapere alle Autorità.

 

         Mentre sarebbe importante che la Soprintendenza di Bologna potesse scavare nel castagneto dove è stato trovato l’Elmo, per verificare se sotto terra ci sono altri reperti.

         Sarà utile per saperne di piu’ della nostra storia.

 

CITTA’ METROPOLITANA: Sicurezza stradale, troppi incidenti sulla SP 27 “Valle del Samoggia”

Il limite di velocità scende a 50 km/h

Lungo la strada provinciale SP 27 “Valle del Samoggia” nel tratto che va dalla fine del centro abitato di Muffa al confine tra il territorio di Crespellano e quello di Monteveglio, continuano a ripetersi incidenti a causa dell’alta velocità con la quale i veicoli in discesa affrontano la doppia curva, nonostante le limitazioni e il divieto di sorpasso.

Per aumentare la sicurezza della circolazione, anche in considerazione del costante aumento di flussi veicolari, l’Area servizi territoriali metropolitani dispone l’istituzione di limite massimo di velocità a 50 km/h (il limite precedente era di 70 km/h) dal km 6+700 al km 7+763 della medesima provinciale a partire da lunedì 11 dicembre a tempo indeterminato.

La regolamentare segnaletica stradale sarà installata e mantenuta a cura del Servizio Progettazione costruzioni e Manutenzione strade della Città metropolitana.

VERGATO: Gli Elfi, Poiana e due grandi autori

 

Raccontare l’Appennino è sempre qualcosa di estremamente affascinante. È un territorio vasto e diversificato, che offre continue sorprese e del quale non si parla mai abbastanza.

Protagonista di tanti libri di diverso genere, l’Appennino diviene però più magico e si tinge di giallo, quando a raccontarlo sono due scrittori come Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli.

Protagonisti del secondo incontro di “Incontri tra le pagine”, la rassegna culturale promossa dal comune di Vergato, il papà di Sarti Antonio e il grande cantautore modenese (ma pavanese d’adozione) hanno riempito la sala della biblioteca Guidotti ed appassionato il pubblico elargendo qualche succulento assaggio della trama del loro nuovo romanzo, “Tempo da Elfi” (Giunti Editore), nel quale torna a indagare l’ormai amatissimo ispettore della forestale Marco Gherardini, meglio noto come Poiana.

La storia si snoda intorno agli “Elfi” ovverosia quelle persone che scelgono di vivere in piccole comunità isolate sulla montagna, senza elettricità e praticando il baratto, dimostrandosi cordiali con tutti coloro che chiedono ospitalità.

Quando il corpo senza vita di un giovane elfo viene ritrovato ai piedi di un dirupo, toccherà ancora una volta a Poiana svelare il volto del colpevole ed il movente del delitto, tra il timore che questa sia la sua ultima indagine ed i sospetti che anche alcuni dei suoi amici più cari possano essere coinvolti in questo nuovo intrigo.

Moderata da Marco Tamarri, responsabile del settore turismo e cultura dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese e grande amico dei due autori, la presentazione è poi virata in una sorta di continui e simpaticissimi battibecchi fra i due scrittori, che hanno descritto la genesi e la stesura del romanzo attraverso aneddoti ed incontri nei quali la cosa più importante che si è rivelata, nel caso ce ne fosse stato ancora bisogno, è stata la profonda stima reciproca che ha permesso una solida amicizia tra Guccini e Macchiavelli, oltre ad una proficua collaborazione letteraria che non sembra avere nessuna voglia di giungere al capolinea, nemmeno per le avventure di Poiana.

Un romanzo perfetto per un regalo di Natale di qualità, una storia per appassionarsi e per conoscere ancora più profondamente le radici nascoste di un territorio ed i suoi mille dialetti, guidati da due navigati avventurieri che stupiscono, commuovono e divertono ogni volta che incontrano il pubblico, intrattenendosi con le persone a fine incontro, dimostrando sempre più quanto l’arte, cultura e passione siano per tutti e con tutti e quanto incontri come questo siano intrisi di calorosa umanità.

Foto di Fabrizio Carollo

IPPICA: All’Arcoveggio Corsa TRIS Premio La Scala

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Giovedì affollato lungo la via Emilia, con l’Arcoveggio ricco di proposte tecniche in tutte le sette corse in programma, sfide dal corposo campo partenti sulle quali spiccano un miglio riservato ai velocisti di 4 e 5 anni e la “maratona Tqq“, ormai di prammatica al trotter bolognese, ma mai banale nel suo dipanarsi agonistico.

Nove i contendenti nell’intricato clou dedicato al roano Egar,  indigeno portato alla ribalta da Vitagliano Tufano e beniamino della tribuna felsinea di fine anni 80, con la classe di Tinto a farne uno dei più attesi nonostante il difficile avvio al post sei, mentre in alternativa al cinque anni improvvisato da Marco Stefani si candidano il regolare Thor Dei Venti con Antonio Greppi, la progredita Usher Kris, in viaggio dalla Brianza con Gaetano Carro ai comandi, nonché Toscanini Grif, intrigante proposta del globe trotter Francesco Tufano in trasferta dalle spiagge “cumane”. Una complessa trama tattica ed un omogeneo mix di chance contraddistinguono la Tris, quartè e quintè delle 18.30, tre giri di pista per diciotto anziani intitolata a La Scala, altra protagonista dell’Arcoveggio di qualche lustro fa, con Uriel Francis prima scelta tra i sette inquilini dello start, a scalare per numero e preferenze, l’ospite Prinzy  Bee Power e lo specialista Olimpo del Nord, mentre scendendo di venti metri, paiono evidenti le chance del teutonico Casillas Hall, in versione Beppe Lombardo per il training di Alfredo Pollini, nonchè della vecchia conoscenza Pericolo Muttley, home made di Bat Congiu, da qualche tempo agli ordini del toscano Capenti, per chiudere con gli estremi penalizzati che hanno nei compagni di training (Congiu) Tiffany Effe e Rob Mabel seri competitor rispettivamente affidati a D’Ambruoso e Greppi.

Alle 15.25 toccherà ai puledri aprire le danze e cancellare lo zero dalla casella vittorie, ci proveranno in dieci con Zlatan Op seriamente indagato al ruolo di favorito con il motivato Greppi alle redini, senza peraltro trascurare le indubbie qualità di Zavone Jet, con Loris Farolfi in sediolo e Lorenzo Baldi regista e di Zecca Vecchia Cla, forse più indicata per il podio unitamente al compagno di viaggio dal Cintolese, Zorro Gual.

Alla seconda gara, match tra la veneta Violetta Pizz e la romagnola Vivienda, e con Very Pan nei panni della terza incomoda. Gentleman ed anziani si sfideranno alla terza con Rambo di Cesato e Patrik Romano alle prese con un difficile inseguimento dalla seconda fila dei velocisti Taby e Thiago di Ruggi, eccellenti carte per Fabio Marchino e Stefano Baldi, mentre alla quarta, Polpettine trova contesto abbordabile e guida di primordine in Antonio Greppi, con Solimano e RefoscoLag avversari dichiarati, per chiudere la disamina nel segno di Tiger Allez, favorito dalle concrete opportunità di vittoria preferito a Senfuego Gim e Una Bomber Cup.

Prossimi appuntamenti domenica 10 e giovedì 14.

ALTO RENO TERME – Ritorna l’opera:”La Cambiale di matrimonio” di Rossini

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A Porretta è risaputo vi è sempre stata una tradizione musicale, che varia in ogni genere e perdura da decenni. La storia musicale di questo territorio ha secoli di storia, le fonti ci riportano fino al 1610, anno in cui il compositore bolognese Camillo Cortellini dedicò ai Conti della Porretta (i Ranuzzi, nda.) una raccolta di Magnificat per Coro e Basso Continuo.

Da allora tanti anni sono passati, e tanti generi musicali si sono succeduti fino a noi. Dal Barocco alla Classica, dal Liscio alla musica bandistica, dall’Opera al Soul. Tutta questa musica ha risuonato nella nostra valle, e tuttora risuona grazie ad associazioni e organizzazioni di prima qualità, quali il Soul Festival, Alto Reno Baroque Music Festival, Corsi di Musica di Castelluccio, la Banda di Porretta, Buonanotte ai Suonatori, Teatro Testoni di Porretta e molti altri.

Una di queste organizzazioni da ben 5 anni ha raggiunto e confermato un grande progetto. Riportare l’opera lirica a Porretta Terme dopo decenni di assenza (probabilmente prima del ventennio, quando il teatro settecentesco a 2 ordini di palchi, realizzato dai conti Ranuzzi nell’odierna sede del Municipio, al primo e secondo piano, demolito appunto, per far posto al suddetto). Tanti anni sono passati, ma grazie al progetto lanciato (e preso al volo) al Teatro Testoni di Porretta, capitanato dall’Associazione S.M.Maddalena, dal Regista Lorenzo Giossi, oggi possiamo senza alcun ombra di dubbio affermare che Porretta è la città della musica a 360 gradi. Non c’è un solo stile musicale che non sia realizzato a Porretta e dintorni durante l’anno.

E per festeggiare il 5 anno di questo impegnativo progetto, il teatro Testoni ha deciso di festeggiare 2 volte insieme. Questo perché quest’anno l’opera (che sarà La Cambiale di Matrimonio, prima opera di Rossini, opera buffa in 2 parti, nda.) sarà realizzata nella serata dell’ultimo dell’anno, il 31 dicembre, ore 21.30. Un modo molto inusuale ma allo stesso tempo divertente di passare l’ultima serata del 2017. 

Ma per capire meglio questo progetto e questa serata abbiamo intervistato  il “Lanciatore” di questo progetto. Il giovane regista bolognese Lorenzo Giossi, che ci ha dedicato un po’ del suo prezioso tempo.

 Lorenzo Giossi

-Cosa l’ ha spinto a intraprendere la strada professionale nel mondo teatrale?

-Sembra sia stato naturale, col padre baritono e seguendolo in ogni tournée in tutto il mondo, assistendo alle prove. Fin da piccolissimo sono stato a contatto con grandi cantanti, direttori d’orchestra e registi. Il teatro è nel dna.

-Come mai proprio nel campo della regia e scenografia?

-Fin da bambino mi divertivo a seguire le prove delle opere. Quando poi tornavo a casa facevo un buco nella scatola del pane biscottato e facevo il mio teatrino con tanto di scene  in miniatura e casalinghe. La passione per il canto era molto presente poi ha trionfato la passione per curare tutto l’allestimento, non solo un ambiente. Ovviamente con i dovuti studi musicali.

-A volte probabilmente capita di dover scegliere tra due lavori diversi, tra regia e scenografia cosa preferirebbe fare?

-E’ sempre una bella sfida la scelta, in quanto tendo sempre a mantenere completa la mia idea firmando l’intero allestimento.  Sono due campi che amo… così a freddo la regia in quanto comunque si da la chiave dell’opera. Ma la scena è super intrigante perché bisogna saper tradurre quello che vuole il regista e spesso costruirla.

-Con Porretta sicuramente ormai hai un filo diretto per i suoi lavori. Bergamo per lei sicuramente è una città semi natale, visto le origini della tua famiglia, ma cosa l’ha portato a Porretta ?

-Bergamo è un teatro che mi ha dato la possibilità di crescere. Ormai sono il regista bergamasco e mio padre che è di Bergamo, ma vive da tantissimo a Bologna è diventato il baritono bolognese. Con Porretta c’è un legame particolare. Tutto è nato dalla sfida che lanciai e che prontamente Giacomo Contro raccolse: riportare l’opera a Porretta dopo decenni di assenza. Consapevoli dell’illustre passato musicale di questo posto con nomi illustri del panorama lirico. Insieme abbiamo cominciato a ricostruire una realtà ormai perduta, il paese ha dato fiducia al progetto ed eccoci qui ancora dopo cinque anni. Porretta inoltre è anche una sorta di palestra per sperimentarmi e provare nuove idee, come lo è per giovani cantanti che poi si lanciano con successo nel difficile mondo dell’opera lirica.

 

-Diamo un occhio al suo passato nel teatro Testoni: Don Pasquale, Don Giovanni, Barbiere di Siviglia ed Elisir D’amore. Quale di queste opere (a prescindere da come le ha realizzate a Porretta) preferisce?

-Due sono le opere che mi hanno appassionato: Don Pasquale e Barbiere in quanto in entrambe (come nelle altre) ma in queste due in particolare è riuscito particolarmente il processo di scrostamento dalle antiche “caccole” e “stereotipi” di una tradizione passata, non perché era tradizione, ma perché sono opere dove la parola tradizione rappresenta una zavorra che spesso devia dalla vera natura dell’opera stessa.

Gioacchino Rossini

-Quale di queste  l’ha più appassionato nel mettere in scena a Porretta?

-Mi ha dato molta soddisfazione il Barbiere di Siviglia, mai avrei immaginato che dopo tre anni ancora fosse un allestimento ancora richiesto e fosse in circolazione nei teatri.

-Quale di queste  ha dato più rimpianti? E perchè ?

-Più rimpianti Elisir d’Amore in quanto risente delle problematiche economiche di cui soffrono tutti i teatri, in particolare in un piccolo teatro come Porretta. Nonostante si sia creata una grande atmosfera sul palco con idee funzionanti, la realizzazione scenica (proprio a livello di materiali da costruzione) ha risentito di questo deficit. Il mio sogno sarebbe un maggior incentivo economico verso questa iniziativa che produce nuovi allestimenti da zero senza coproduzioni o noleggi di sorta, con cantanti internazionali.

-Sul palco come regista a Porretta ci sono stati molti artisti a seguire le sue “direttive”, chi più giovane, chi più anziano, chi debuttante, chi professionista. Come ha fatto a farsi “seguire” da una rosa di personalità così varie?

-Penso che la regia non sia “Fai quello che dico e basta”. La regia per me è condivisione e interazione… una volta capito con chi si ha a che fare, si studia la sua personalità e poi si dialoga per arrivare tutti insieme alla meta che sempre deve essere nella chiave dello spettacolo. L’idea è una e va rispettata, ma se un gesto risulta finto e non è sentito dal cantante, assieme si trova quel movimento per trasmettere lo stesso significato che deve sentire anche il cantante. Il regista vive nell’interpretazione del cantante.   Col dialogo si può fare tutto.

-Arriviamo al presente. Quinto anno di Opere a Porretta grazie a lei e al suo progetto. Di primo impatto, quando ha capito che è il suo primo “lustro porrettano”, che cosa hai pensato?

-Ho pensato “ Cacchio! E chi l’avrebbe mai creduto?” una follia di cinque anni fa che nemmeno si sapeva se sarebbe andata bene o no. Felicità. Porretta è la prova che se si vuole fare qualcosa, il modo lo si trova. 

“La Cambiale di Matrimonio” opera certamente non celebra tra i non addetti ai lavori, e anche molti musicisti la conosco molto poco, o quantomeno per sentito dire. Un regista ha certamente il compito di rendere appetibile un titolo senza nemmeno aprire il sipario. Come poter sciogliere già questo nodo di partenza, per agevolare i lettori di questa intervista a venire il 31 dicembre a vedere quest’opera?

-E’ la prima opera di Rossini che poi sboccerà in opere ben più note. E’ un’opera comica, piena di colpi di scena, una musica scoppiettante e personaggi peperini sul palco. Tutti ingredienti che poi si vedranno in opere come il barbiere di Siviglia. L’aspetto visivo rispecchierà l’aspetto frizzante e giocoso che già sta nella musica. Dopo questo… non dico altro… venite e provare per credere.

-E già, è proprio il 31 dicembre! L’ultimo dell’anno! Una sfida ulteriore convincere la gente a passare l’ultima sera del 2017 a teatro, e non solo, all’opera! Certamente non è un problema che si riscontra solo a Porretta (quest’anno, per la prima volta), ma un problema generale. Già è difficile portarli a teatro, gli spettatori, figuriamoci il 31 dicembre! Ovviamente alla base ci deve essere una rete di comunicazione e di pubblicità da parte del Teatro e dell’Amministrazione locale. Ma il regista di uno spettacolo ha mai veramente influenzato l’affluenza del pubblico a teatro?

-A teatro contribuisce spesso anche il nome, più o meno di richiamo. Certo che il nome di un regista può influenzare l’affluenza di pubblico, ad esempio Strehler, Pizzi, Zeffirelli ecc…. come succede per i cantanti. Accade che gli appassionati si muovano per amore, per venire a vedere lo spettacolo di un regista che conoscono per vedere che “sorprese” ha quest’anno, come  per amore di un cantante. 

 

-Diamo un occhio al futuro: il 2018 per lei cosa significherà a livello lavorativo?

 -Il 2018 per me sarà un anno di debutti e di lavoro intenso. Importante in quanto si aprirà con un importante debutto alla regia, scene e costumi nell’opera Otello di Verdi. Un’opera che fa tremare le gambe solo a nominarla per la sua complessità e mole musicale. 

-E per Porretta? Dopo 5 anni il suo sogno può definirsi realizzato e ora cercherà la “stabilità” del progetto o vuole fare uno scatto?

-Dopo cinque anni di sforzi sarebbe da augurarsi uno scatto. Magari più rappresentazioni? O  allestimenti davvero che possano avvalersi di tecnologia costruttiva adeguata? Si parlava prima  di problemi economici generali. Questo scatto si può ottenere sicuramente con un aumento delle quantità del vile denaro che, lo si voglia o no, è sempre il punto di partenza. Se da cinque anni non c’è stato un cedimento vuol dire che la base è ottima. Ora bisogna costruirci sopra. Consapevole del lungo cammino, mi auguro che le amministrazioni aiutino l’opera. La gente viene volentieri e dimostra sempre grande interesse. Non sarebbe certo una azione di cui pentirsi. Certo, cinque anni è un grande traguardo

-Siamo alla fine. In 5 anni sicuramente degli errori sono stati fatti, ma il pubblico ha sempre risposto molto positivamente. Che cosa modificherebbe?

-Tutto si può migliorare. E’ una realtà giovane, quindi sempre in continua evoluzione. Io stesso crescendo e maturando cambio il mio modo di vedere e incentrare gli spettacoli.

 

CITTA’ METROPOLITANA: Mobilità, rinnovato per il 2018 il “Prontobus di Pianura” per 15 comuni

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È stata approvata, con atto del Sindaco metropolitano, la Convenzione per il rinnovo per tutto il 2018 del “Prontobus di Pianura”, il servizio di trasporto a chiamata, ad orario e percorso predefinito, che si effettua solo a seguito di prenotazione telefonica.

Il servizio collega 15 Comuni della zona Nord della provincia di Bologna: Argelato, Baricella, Bentivoglio, Budrio, Castello D’Argile, Castel Maggiore, Castenaso, Galliera, Granarolo dell’Emilia, Malalbergo, Minerbio, Molinella, Pieve di Cento, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale. Inoltre permette l’interscambio con il servizio ferroviario a Budrio, Molinella, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale e Castel Maggiore, e con le linee suburbane sulla direttrice Galliera.
La realizzazione del progetto di “Prontobus di Pianura”, avviato nel 2002, ha consentito la riorganizzazione del servizio di trasporto pubblico su gomma dando un importante contributo alle diverse esigenze di potenziamento e adeguamento della rete ai bisogni di collegamento e alle richieste di una tipologia di servizio a chiamata, che si è rivelata molto adatta al territorio servito, specie per quelle aree a domanda più debole.

Per il 2018 i Comuni sottoscrittori della Convenzione si impegnano a versare un contributo di 366.877,61 euro, valutato sulla base di una previsione di effettuazione del 68% della percorrenze programmate. Nel caso in cui le percorrenze effettuate superassero o fossero inferiori a questa percentuale, il contributo a carico dei Comuni sottoscrittori sarà rideterminato sulla base del servizio realmente erogato.

La Città metropolitana di Bologna si impegna a coordinare i rapporti tra gli Enti, SRM e il gestore, nonché a ricercare possibili nuove fonti di contribuzione.
La convenzione prevede anche il potenziamento delle linee 431, 93, 88, 455-456, 442, 432 attivate nel tempo su richiesta dei singoli Comuni. Questi servizi sono regolati dalla Convenzione ma sono gestiti dai singoli enti titolari in modo indipendente.

“Insieme Bologna” torna in Montagnola

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LIBERIAMO LA MONTAGNOLA – LORO NON MOLLANO –
NOI RADDOPPIAMO
A due settimane dalla fiaccolata di solidarietà ai giornalisti aggrediti in Montagnola, giovedì 07 dicembre dalle ore 10.00 presso la sala Savonuzzi a Palazzo D’Accursio – primo piano presenteremo due iniziative sulla sicurezza:
1) Una fiaccolata sul tema
LIBERIAMO LA MONTAGNOLA “LORO NON MOLLANO – NOI RADDOPPIAMO”,
in programma sabato 09 dicembre alle ore 18.00.
2) Catenine antiscippo: un gadget da inserire nel portafoglio, funzionale per
evitare scippi, in particolare alle donne, che verrà distribuito presso la sede di Insieme Bologna in via Ferrarese 65/F e nei banchetti che Insieme Bologna
farà sul territorio.

UNIONE RENO GALLIERA: “IL VENTO”

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Domenica 10 dicembre si tiene a Bentivoglio (ore 10.00, Sala dello Zodiaco di Palazzo Rosso), la presentazione del CD Il Vento, edito dall’Associazione “Il Temporale” di Bentivoglio.

Il progetto discografico, realizzato grazie al contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nasce dalla volontà di una piccola scuola di musica, “Il Temporale” appunto, di salvaguardare e diffondere la conoscenza dell’ocarina – strumento tipico della tradizione popolare della pianura bolognese nato a Budrio nel 1853 dalle mani di Giuseppe Donati.

Protagonisti di questo progetto discografico unico e innovativo, per la prima volta in grado di valorizzare l’ocarina anche in unione a strumenti più nobili, sono i giovani musicisti del “Bentivoglio Strings Ensemble” della scuola di musica “il Temporale”, che con il “Molinella Ocarina Group” (in arte MOG) eseguono gli arrangiamenti realizzati dal maestro Emiliano Bernagozzi.

La serata sarà introdotta dal dott. Gian Paolo Borghi e chiusa da un breve momento musicale e da un aperitivo.

Questo il commento di Belinda Gottardi, Presidente dell’Unione Reno Galliera che, oltre a ospitare e patrocinare l’evento, organizza e promuove il “Premio Giuseppe Alberghini per giovani musicisti e compositori della Città metropolitana di Bologna” (prossimo, nel 2018, alla sua III edizione): “Sono molto soddisfatta che nel territorio dell’Unione Reno Galliera la musica stia diventando un elemento qualificante della programmazione culturale. Mi complimento con l’associazione Il Temporale per questo nuovo importante traguardo che dà lustro a tutto il nostro territorio.

 

Bentivoglio Strings Ensemble

Nata nel 2016 all’interno della Scuola di musica “Il Temporale” di Bentivoglio, è una formazione di musica da camera formata e diretta dai maestri Davide Dondi e Marzia Baldassarri.

Il Temporale

Scuola di musica (250 allievi) che organizza il “Festival Internazionale di Musica da Camera” (XXI edizione nel 2017) e prepara e dirige svariate formazioni, come il Bentivoglio Strings Ensemble, l’orchestra giovanile BenTiVoglio del maestro Emiliano Bernagozzi (vincitrice nel 2016 del “Concorso internazionale musicale Città di Pesaro”) e l’orchestra BenTiVoglio Junior per bambini di 6-12 anni.

Molinella Ocarina Group (MOG)

Ensemble formato da giovani musicisti bolognesi, tutti polistrumentisti, che dal 2013 porta avanti la tradizione dell’ocarina. Direttore artistico è il flautista Emiliano Bernagozzi, autore di tutti gli arrangiamenti e adattamenti per ocarina dei brani del gruppo.

Il MOG ha già realizzato quattro tournée in Estremo Oriente e ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui, nel 2015, il premio assoluto Rossini International al “Concorso internazionale musicale Città di Pesaro”. Del 2017 è invece il primo premio assoluto vinto nella sezione folk e musica popolare del II “Premio Giuseppe Alberghini per giovani musicisti e compositori della Città metropolitana di Bologna”, concorso promosso e organizzato dall’Unione Reno Galliera.

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