La condanna a morte

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Ho letto che in diversi paesi vige la condanna a morte per i più diversi reati, si va dall’omicidio sino, per le donne, mostrare un ciuffo di capelli. Le motivazioni di questa infamia sono le più eterogenee, si parla di dare un esempio sino alle disposizioni di un testo sacro. Parto da quest’ultimo, è tipico di religioni monoteistiche nelle quali il sommo Dio è onnipresente, onnisciente, onnipotente e tanto altro. Ebbene ? Questo Dio, che può tutto, è scavalcato da degli umani che, notoriamente, sono fallaci, prendono cantonate e di certo non hanno l’onnipotenza in ogni campo del loro Dio ma che però decidono per Lui in ogni campo, persino sulla vita delle persone cui Lui ha donato la Vita. Se non è blasfemia questa ditemi cos’è. Tra l’altro tirare in ballo i testi sacri è una penosa scusante. Un Dio ASSOLUTO ha bisogno di esseri umani che stampino fogli di carta per esprimere le Sue Volontà, non riesce ad agire, tale Onnipotente, nelle menti umane ? E se ha dato la Vita dovrà essere Lui a limitarla o a toglierla. Quindi, in conclusione : le religioni, in special modo quelle monoteistiche, sono nient’altro che strumenti in mano a dei potentati per la gestione del POTERE a livello TOTALITARIO, ovvero sia nelle coscienze che nella prassi quotidiana. E il Dio onnisciente, onnipotente, onnipresente ? Sarà occupato in altre faccende. Dove invece non vi è la foglia di fico della religione esiste il terrorismo per l’ esempio, ovvero ti condanno a morte affinché altri malintenzionati non commettano simili reati sapendo come va a finire. Anche questa è, a ben esaminare, una ulteriore arma che poco ha che a vedere con il controllo della delinquenza. Diamo uno sguardo a due aspetti : il primo è quello esemplificato dalla condanna a morte di Sacco e Vanzetti che, come disse il giudice che li condannò, non avevano commesso alcun reato ma avevano concezioni di pensiero, anarchia, poco gradite. Questo, ovviamente, in una nazione che si proclama Urbi et Orbi la più democratica del mondo ma se non pensi come vuole il POTERE finisci come Giordano Bruno o in maniera analoga. Il secondo aspetto è che, quando si vanno a vedere in fine le varie condanne a morte eseguite, si scopre che più del 13% dei giustiziati erano innocenti. Alla faccia della giustizia ! Tirando le somme, oggi la condanna a morte è, sic et simpliciter , una forma di terrorismo del POTERE. Ma vi è, sotto sotto, un altro aspetto che non andrebbe tralasciato : il sacrificio umano quale atto di sudditanza, di richiesta di un bene o di ringraziamento alle somme divinità. Basta aver letto vari testi storici per capirlo bene. Partiamo dall’Iliade. Agamennone sacrifica la figlia Ifigenia agli Dei per avere il vento favorevole per la sua flotta per andare a far la guerra a Troia. Nella Bibbia un re promette al Dio onnipotente e misericordioso di sacrificare il primo che incontra se gli fa vincere una guerra. Al ritorno, vittorioso, incontra la figlia che fa giustiziare. Di questi sacrifici umani ne è piena la storia, anche in America dove i sacerdoti Aztechi strappavano il cuore dal corpo delle vittime sacrificali affinché il Dio della pioggia inviasse l’acqua per le loro coltivazioni. Ma allora oggi, che senso ha la condanna a morte? Come già detto è una forma di terrorismo del potere, ma che ha l’altra faccia della moneta nell’omaggio sanguinario alla Dea della Giustizia. Non è infatti casuale che molto spesso detta carneficina venga fatta sotto la copertura delle Leggi. Mettere in condizioni di non nuocere i vari delinquenti, senza utilizzare la condanna a morte, sarebbe assai semplice ed in caso di errore giudiziario, rimediare. Ma ciò farebbe a pugni con il terrorismo di stato, anche democratico o presunto tale, e con l’adorazione della Dea Giustizia che, a questo punto, di giusto ha assai poco. Come possiamo vedere, in oltre 3.000 anni di storia documentata, l’uomo, più o meno sapiens, rimane quella specie di belva assetata di sangue dei suoi simili sotto le più varie scusanti: guerre per il potere o per i soldi, adorazione delle più eterogenee divinità, terrorismo sociale ed altro di turpe.