Come tutti sapranno Bologna ed il suo popolo era noto per la sua socialità ed ospitalità. Avere amici e parenti che ti venissero a trovare, cenare assieme, passare un po’ di tempo a chiacchierare ed altro era un modo per mantenere allacciati rapporti sociali fondamentali per una vita civile. Da un bel po’ di tempo risulta difficile, per chi abita nel centro città e non solo lì, ricevere visite da amici, conoscenti e parenti. La ragione è semplice, se queste persone non abitano nel raggio di 500 metri, ma vengono da fuori città, come potrebbero muoversi ? Normalmente si può ipotizzare con un mezzo pubblico. Appunto ipotizzare. Non sempre gli orari di tali servizi coincidono con quelli di taluni aspetti della vita in comune, spesso i tragitti e le relative fermate non sono vicine alle residenze di tali persone. Ovviamente, se i trasporti, dopo una certa ora, cessano, cosa si fa ? Si cena assieme alle 17, si chiacchiera sino alle 18 e poi ci si saluta perché dalle 20 cessa il trasporto pubblico ? Un tempo, visto che la mia famiglia ci teneva molto ad avere ospiti in casa con cui trascorrere piacevoli serate sin oltre la mezzanotte, anch’io, erede di una simile antica tradizione, ho cercato, nel limite del possibile, di continuare detta tradizione. Ho però dovuto, e da tempo, rinunciare a portare avanti questi rapporti umani che si perdono nella notte dei tempi. Perché ? Per la semplice ragione che muoversi con l’auto è diventato quasi impossibile. Se entri prima delle ore 20 in città devi pagare ed avere un documento che certifichi l’autorizzazione ad entrare. Dove sistemare l’auto ? Non esistono aree di parcheggio, quindi ? Niente auto. Ne consegue che se si anno amici, parenti, conoscenti o ex colleghi di lavoro è meglio scordarsi di avere ospiti in casa, se si abita in centro a Bologna. Diciamo che la civiltà di cui la socialità è una base fondante marcia a grandi passi in retromarcia. Certo, come asserisce la pubblica amministrazione, ci si DEVE muovere in bicicletta. Ovvio che, se si hanno ospiti provenienti dalla provincia di Modena o dalla montagna, bisogna accertarsi che costoro siano eredi di Gino Bartali e Fausto Coppi e poi, quando il tempo è inclemente, pioggia e grandine, abbiano lo spirito di Roald Amundsen l’esploratore del Polo sud. Insomma, la mia casa di Bologna, da parecchi anni non ospita più amici, parenti, conoscenti ed ex colleghi di lavoro, non credo di essere l’unico. La cosa, a ben pensarci, influisce pesantemente anche sull’educazione dei giovani che non sono più educati a relazionarsi in maniera sociale con il prossimo. Baby gang, giovani con il coltello facile ed altro non sono forse eredi di una comunità asociale ? E’ poi quello che vogliono i nostri Sommi Capi ? Non ci sarebbe da meravigliarsi visto il clima di dialogo politico, di affarismo e di un livello culturale pietoso che si vedono nel nostro mondo partitico-politico-amministrativo. Per fortuna che ho la casa dei nonni a Pianaccio ove posso ospitare tutte quelle persone che ho citato prima. Spesso stiamo in allegra brigata sino oltre la mezzanotte, talvolta vi è chi sa suonare uno strumento, in casa ho una chitarra, una tastiera, un flauto ed una fisarmonica, e, quindi un piacevole concertino, visto che in chi mi frequenta c’è chi sa operare in campo musicale, può creare uno spirito di elevata socialità spesso dinnanzi al camino acceso. Niente problemi di parcheggio, niente biciclette per fare un certo numero di chilometri sotto l’acqua, insomma tutto il tempo è dedicato alla Dea Socialità. Se poi si fanno le ore piccole e vi sono bambini addormentati o qualcuno è molto stanco oppure vuole restare in montagna, è sabato, per vedere i meravigliosi dintorni del paese, nessun problema, due camere ci sono con relativi servizi igienici a disposizione. E Bologna ? Si sta trasformando nel Bronx . Ricordo con una certa nostalgia quando di venerdì i parenti, pastori e contadini, venivano dal contado per il mercato a Bologna chi con la 500 e chi con ancora la Topolino e stavano a cena in casa nostra con l’auto parcheggiata nei pressi ed a tarda serata tornavano a casa. Altri tempi, altra cultura, niente Baby gang e niente coltelli in mano se non quelli a tavola per tagliare il formaggio e le bistecche. Sorge spontaneo un pensiero, quello che l’inciviltà sia come la pioggia, scende dall’ALTO.