Libri falsi e copie

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Proprio mentre sto rileggendo libri di Federico Zeri, per me il massimo storico dell’arte che abbiamo avuto, in cui si tratta, appunto, di falsi, ovvero di opere d’arte fatte per imbrogliare l’acquirente . In passato, parliamo prima del 1600, esisteva un florido mercato di COPIE spesso eseguite nella stessa bottega del pittore. Poniamo che un nobile commissionasse un dipinto ad un grande pittore da apporre nella propria cappella privata. Ovviamente se la richiesta fosse stata di un lavoro quasi totalmente eseguito dall’artista il costo sarebbe stato, poniamo, di 500 scudi. Un danaroso mercante, vista l’opera ne richiedeva una copia, ma, non potendo sborsare una simile cifra, si accontentava che solo i volti della Madonna e dei santi fossero eseguiti dal capo bottega, il resto dagli aiuti e con 250 scudi si portava a casa l’opera. Attenzione che gli aiuti non erano degli scalzacani, ma spesso degli specializzati, ognuno, chi a fare abiti, chi animali, chi vegetazione ecc . Succedeva che un negoziante, vista l’opera, ne chiedesse una copia, nella quale solo il volto della Madonna fosse eseguito dall’artista ed il resto dalla bottega. Con 100 scudi se la cavava. E così abbiamo ancora varie copie della medesima opera con lievi differenze, ma non abbiamo dei FALSI . Il falso nasce solo al fine di imbroglio economico e questo fine è legato specialmente al mondo del collezionismo e della borghesia che finalizza il valore di un’opera d’arte al suo, vero o presunto, valore economico. Quante volte abbiamo letto di un quadro battuto all’asta per decine di milioni ? Del valore artistico neppure una riga, quello che contano sono i soldi pagati. Nel leggere Federico Zeri, si impara che molte opere d’arte italiane sono finite all’estero grazie a vie ONOREVOLI, ovvero quando intere collezioni sono finite nel patrimonio dello Stato. A quel punto non è parso vero a gestori della cosa pubblica fare stilare espertise comprate che certificavano essere taluni lavori solo copie. Così si sono potute vendere all’estero, in superficie, le copie per incassare sotto banco la differenza fra copia e originale. La via maestra per vendere tranquillamente all’estero opere d’arte e reperti archeologici è quella ONOREVOLE, almeno così ne parla Federico Zeri, buttato fuori dalla TV come Enzo Biagi ed altri. Purtroppo fin quando si parla molto di Democrazia ma, in pratica, ci troviamo dinnanzi ad una Partitocrazia che, spesso, degenera in Cleptocrazia e in cui i cittadini non hanno i mezzi per bloccare questa degenerazione, il malcostume delinquenziale di depauperamento del nostro patrimonio storico, artistico ed archeologico sarà difficile da combattere.

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