La Riserva Indiana

Un commento al recente articolo di Giovanni Zaccanti

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A me sembra che la Valle del Reno, come esplicitato da Zaccanti, venga considerata, né più e né meno, come una Riserva Indiana. Promesse pre elettorali, passerelle periodiche di qualche politico e poi? Nulla di nulla. Esprimo qui quali sono i gravi nodi da sciogliere al fine di rilanciare detta zona ad una condizione da 3° millennio. Innanzitutto un sistema di trasporti, stradali e ferroviari, da paese civile. Un adeguamento scolastico di alto livello in sintonia con quelle che sono le peculiarità storiche della zona focalizzate sulla metalmeccanica. Un dipartimento universitario o equivalente con corsi di robotica ed
informatica di ottimo livello consentirebbe sia una occupazione nelle aziende del luogo e sia la nascita di nuove attività grazie a giovani preparati.

Zaccanti ha anche accennato al Corno alle Scale. E’ da circa 35 anni che nel comune di Lizzano in Belvedere, dove vi è il comprensorio del Corno alle Scale, che non si
fa altro che parlare di seggiovie e di sci. Bene ? Non ci si è accorti che, dati ISPRA, l’innevamento naturale è diminuito nello spazio di circa 70 anni di oltre il 90 % e che la temperatura invernale è salita in maniera tale da non consentire più arrampicate su cascate ghiacciate. Non gelano più e, questo inverno, chi è andato a sciare al Corno sulle piste con innevamento artificiale, ha definito “Una sciata su acquitrinio”. Non rendersi conto della Crisi Climatica e non cercare altre forme di turismo in grado di apportare benefici economici alle comunità del Belvedere è ben più che una disattenzione. Detto comprensorio ha un patrimonio storico-culturale ed ambientale unico che, se opportunamente utilizzato,
potrebbe creare un flusso turistico per l’intero anno. Certo, lo sci dovrà essere mantenuto, ma senza tante illusioni dal momento che, statisticamente, gli anni futuri continueranno a vedere una diminuzione costante dell’innevamento ed un altrettanto aumento termico. Ciò che è fortemente indisponente è che si è portata avanti una politica basata su di un futuro di illusioni, il famoso Paese delle Meraviglie, assolutamente priva di studi e ricerche da parte di Dipartimenti Universitari e di Centri di Ricerca.

E’ questa una prassi totalmente antidemocratica dal momento che investimenti, anche cospicui in impianti, non sono basati su adeguati studi su : Flussi turistici, impatti ambientali, ricadute economiche sulle popolazioni, tempi di utilizzo, infrastrutture adeguate ecc ecc . Al contribuente si è offerto solo di pagare il conto senza conoscere preventivamente tutti i parametri relativi a detti investimenti e di esprimere,
anticipatamente, proprie idee e proprie scelte Si è utilizzata, inoltre, la obsoleta strategia di dipingere coloro che non erano allineati con questo mondo illusorio quali Nemici della Montagna (G. Le Bon 1895 Psicologia delle folle . Un testo ben conosciuto da vari dittatori del XX secolo) . Ed infatti in tale gruppo di Nemici ci sono finiti : Climatologi, Dipartimenti Universitari, ISTAT, ISPRA, ricercatori e studiosi vari . Insomma tutti coloro che non hanno dato credito, scientificamente, al futuro Paese delle Meraviglie. Intanto, però, in attesa di questo Favoloso Futuro, nel solo comprensorio del capoluogo, Lizzano, hanno chiuso più del 70% delle attività turistiche, commerciali e di intrattenimento.

E’ evidente, sig. Zaccanti, che della Valle del Reno sino alle più alte cime del crinale appenninico, non importa, nel luoghi decisionali, un gran ché accompagnato da una scarsa conoscenza e cultura in merito al patrimonio storico ed ambientale della zona. Anche le aziende che operano in detta area sono un patrimonio storico oltre che economico. Come lei ha detto, il tutto si risolve con alcune passerelle di politici vari, alcuni interventi pre
elettorali e morta lì. D’altronde simile gestione più partitica che politica è stata spiegata da John Gall nella “Sistemantica”, tutte le organizzazioni tendono ad autoalimentarsi e irrigidirsi, a perdere gradualmente di vista i loro obiettivi primari, a non fare ciò che dovrebbero e finendo per diventare autoreferenziali e fini a sé stesse. Vi è da considerare il Principio di Nartreb :”Le professioni attraggono le persone meno adatte a svolgerle”. Si figuri, sig. Zaccanti , quale specifica attitudine e corso di studi sia necessario per fare il
“Politico”. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, non importa elencarle, non basterebbe l’intera enciclopedia britannica.

Non è casuale che alcuni ricercatori hanno definito le elezioni “La farsa elettorale” e un matematico di alto livello ha dimostrato che con partecipazione al voto al di sotto del 65%
del corpo elettorale e con più di due partiti, di consenso popolare ce n’è poco ( Piergiorgio Odifreddi “La democrazia non esiste) . Ognuno è libero di agire come meglio crede, personalmente nei giorni delle votazioni regionali avrò altro cui pensare che recarmi al seggio elettorale.

 

Convegno Reno – Setta

Dopo quasi 20 (venti) anni , un convegno sul progetto di collegamento Reno-Setta per togliere da una specie di isolamento viario la Valle del Reno con le sue industrie ed attività. Le cose vanno fatte con calma ! Vi è da ipotizzare che fra altri 20 (venti) anni si stili il piano di intervento e di fattibilità cui seguirà, a breve, 10 anni, il relativo lavoro la cui durata, vedendo i lavori nei dintorni di Bologna, possiamo ipotizzare della durata di non meno di altri 10 anni. “Campa cavallo che l’erba cresce” , mai proverbio fu più azzeccato, se solo per dar vita ad un convegno si sono impiegati quasi 20 (venti) anni, immaginiamoci il resto. L’osservazione di Giovanni Zaccanti sul fatto che la Valle del Reno con le sue attività e popolazione venga considerata in ALTO LOCO una Riserva Indiana ove, periodicamente, un qualche politico venga a fare la dovuta passerella e in prossimità elettorale a raccattare un po’ di voti , è sottoscrivibile in toto. A titolo di confronto riporto qui il tempo impiegato al tempo dell’Imperatore Augusto per creare un acquedotto di circa 16 Km TUTTO IN GALLERIA per portare acqua potabile a Bononia (Bologna) dalla Val di Setta fino all’attuale Piazza Maggiore : 10 ANNI ! Fate le vostre considerazioni !
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