Avendo la casa a Pianaccio con tre sistemi integrati di riscaldamento-acqua sanitaria , caldaia a gas con bombole, caldaia a pellet ed inserto a legna nel camino con potenza di 18 Kw con mandate di aria calda ai piani superiori, l’anno scorso, con la fanfaluca della guerra in Ucraina, un sacco di pellet è schizzato da circa € 5-5,5 a 16 €, parlo di roba buona. Così si è privilegiato la caldaia a gas e, specialmente l’inserto a legna. La caldaia a pellet è servita solo per mantenere in temperatura gli ambienti dopo la mezzanotte sino al mattino con consumi minimi. A me sa che molti proprietari di case extraurbane abbiano fatto alcuni pensierini sull’uso del pellet. Se un investimento in una casa viene ipotizzato su base di 5 anni ed oltre, spendere dai 1600 ai 2400 € annui in pellet, ovvero dagli 8.000 ai 12.000 in soli 5 anni, molte proprietari hanno optato o per la totale chiusura se la frequentazione era occasionale, oppure per sistemi alternativi ed integrati se detta casa è abitata o frequentata spesso. Si va dal gas al fotovoltaico alla legna, oggi vi sono opzioni tecniche piuttosto valide a costi abbordabili. Morale ? Visto che la Crisi Climatica ci ha messo lo zampino trasformando gli inverni in tiepide primavere, il consumo del pellet è sceso sensibilmente. Non potendo contrarre la produzione sotto certi limiti, non potendo addurre altre scuse per mantenere alto il prezzo di detto combustibile, tipo la guerra in medio oriente, nello Yemen o in zone Sahariane, si è dovuto calar le braghe, pardon, il prezzo del pellet. Oggi comprare un sacco da 15 Kg, misura standard, di ottimo pellet a 4 € o meno è nella assoluta normalità. Talvolta, a fare troppo i furbi si paga dazio, come dicevano i nostri vecchi.