Grandi lavori e Democrazia

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Da anni siamo martellati da una massiccia pubblicità istituzionale sulla necessità di impiantare impianti a fune, seggiovie, funivie ed altro sul crinale appenninico tra il Corno alle Scale, la Doganaccia, l’Abetone ed il Cimone. Tutto questo senza alcun studio preventivo da parte di Dipartimenti Universitari a ciò deputati su : ricadute economiche sulle popolazioni montane, flussi turistici, impatti ambientali, infrastrutture a valle e sui rilievi e tante altre analisi che dovrebbero essere messe a disposizione dei cittadini con notevole anticipo al fine di dare la necessaria documentazione in merito ai futuri possibili lavori, recepire le doverose precisazioni e/o critiche di chi ci mette i soldi, i contribuenti, ed iniziare un aperto dialogo con tutte le popolazioni ed associazioni che gravitano, anche culturalmente e storicamente su tali territori. Ricordo qui che il termine DEMOCRAZIA significa che è il DEMO=POPOLO che CRAZIA=GOVERNA e non il passivo suddito che deve pagare il conto di qual si voglia pubblico lavoro, spesso definito pubblico sperpero deciso da segreterie di partito ben evidenziato da Piergiorgio Odifreddi nel libro “Dizionario della stupidità” proprio alla voce Grandi lavori. L’Italia è piena di opere, anche costosissime, totalmente inutili e, spesso, di discutibile impatto ambientale. Fino a pochi anni fa tutto questo proliferare di impianti a fune veniva giustificato con la necessità di favolosi collegamenti fra vari centri di sport invernali con afflussi oceanici di pubblico in montagne perennemente innevate, o quasi. Solo che l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha certificato che nelle seguenti regioni : Emilia-Romagna, Toscana e Sardegna le precipitazioni nevose sono diminuite nello spazio di vari decenni di oltre il 90%. Non solo, ma altri Istituti di Statistica e Studi hanno evidenziato il crollo delle frequentazioni nelle zone degli sport invernali. Non bastasse gli studi di molte Università in campo mondiale hanno reso ben noto cosa significhi la Crisi Climatica sia in termini di temperatura che di precipitazioni. Tutto ciò non ha posto un freno al delirio costruttivo di tali impianti a fune, ha cambiato solo il tipo di fruitore di tali opere. Adesso dovrebbero servire per portare portatori di handicap motori sui crinali appenninici in oggetto onde poter girovagare a piacimento su tali sentieri. Si badi ad alcuni particolari che sono sfuggiti agli aficionados di tali appalti : molti strutture, anche ospedaliere e sportive, non sono in grado di fornire un ausilio decoroso a tali persone. Anche parecchi servizi pubblici hanno problemi nel consentire a tali persone di poter usufruire di un civile servizio. Vi sono poi problemi di base da sottolineare con evidenza : In queste zone montane vi sono seri problemi per la Sanità Pubblica, sembra che non vi siano soldi per dare un miglior servizio. Molte persone per visite o cure sono obbligate a viaggi di parecchie ore al fine di recarsi in città per tutelare la propria salute. In parole povere manca il personale sanitario negli ospedali ed in altri servizi sanitari , purtroppo costa . Idem per l’istruzione, spesso inadeguata alle esigenze del mondo del lavoro del 3° millennio con conseguente fuga dei giovani. Infrastrutture rimaste al tempo dell’Unità d’Italia con trasporti pubblici dal guasto facile. Collegamenti internet spesso assenti o difficili in ritardo di soli 40 anni sul loro utilizzo, ne va del lavoro, dello studio e dell’informazione, tutti optional? Ci sarebbero altri problemi da risolvere ma mi limito a quelli accennati sottolineando ancora una volta come nell’ambito dello opere pubbliche si sia spesso perseguita una metodologia di spese ed appalti in evidente contrasto con la parola DEMOCRAZIA . I nostri antecedenti latini, di fronte a questo proliferare del termine Democrazia in ogni salsa, si sarebbero espressi così :”Istud quae non est dicere solet” . Tradotto : SI PARLA E SI STRAPARLA DI CIO’ CHE NON C’E’”

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