30 kmh e dintorni

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30 Km/h e dintorni

Ovunque vi sono cartelli che tendono a dimostrare che la velocità di Km 30/h è molto più sicura, non si perde tempo ecc ecc . Spesso faccio il tragitto Via Nosadella – Poco dopo San Biagio di Casalecchio di Reno ed i tempi medi di percorrenza vanno dai 40 ai 50 minuti. Lascio a voi il calcolo della incredibile velocità, roba da Niki Lauda, considerando che, forse, la distanza è di circa 8 Km . Adesso stanno montando in ogni dove cartelli dei 30 Km/h. Deve essere l’attività più remunerativa degli ultimi 50 anni . Nel medesimo tragitto di cui sopra, sono presenti, penso, una ventina di apparati semaforici con funzionamento, penso, casual, oppure, spesso sincronizzati sul rosso. Dato il proliferare di tali cartelli, viene da pensare che verranno sistemati sia in tangenziale che in autostrada. La sicurezza prima di tutto ! Già la sicurezza ! Viene da ridere e piangere al medesimo tempo come quando si legge “La legge è uguale per tutti”. Anche il codice della strada dovrebbe essere uguale per tutti ? Per qualcuno è più uguale ( vedi Orwell) per altri è meno uguale o inesistente. Qual’è la categoria esentata dal rispettare detto Codice ? E’ evidente ! Sono i ciclisti ! Viaggiare contro mano, di notte senza luci, sotto i portici, attraversare con il rosso, fare esibizioni equilibristiche in mezzo ad un incrocio ed altro è loro consentito a 360 gradi. Se poi sbattono contro un’auto o un mezzo a motore saranno grane per questi ultimi. La cosa l’ha vista un docente universitario francese che, assieme ad una sua laureanda, ha avuto la disavventura di passeggiare in mia compagnia per le strade di Bologna. Il primo impatto negativo l’hanno avuto sotto i portici di Via Nosadella , numeri dispari, dove hanno rischiato di essere travolti da epigoni di Maspes in piena azione. All’incrocio con Via S.Isaia e Piazza Malpighi hanno potuto ammirare, estasiati, i vari attraversamenti contro mano con il rosso, gli attraversamenti in diagonale dell’incrocio medesimo provenienti contro mano da Via Nosadella ed altro. Tutto senza luci, era di sera. Tutto questo, ed altro, è indice di un profondo disinteresse istituzionale sia per le regole del vivere civile che per la tradizione culturale di Bologna. A proposito di quest’ultima ! E’ nota da secoli il senso di ospitalità petroniana. Mi rammento, fine anni 40 ed anni 50-60 del secolo scorso, come fossero ospiti, a pranzo o a cena, nella nostra abitazione di Via Nosadella, amici e parenti dei genitori, alcuni noti artisti e musicisti ed altri che, giunti spesso da fuori Bologna, venivano a trovarci e trascorrevano con noi alcune ore in piacevole CONVIVIO (latino) o SIMPOSIO (greco) . Mi ricordo di un incredibile disegnatore, Giorgio, che mi fece un taccuino pieno di scherzose parodie grafiche di me. L’ho ancora. Oggi è impensabile, per chi abiti in centro, che persone provenienti da fuori Bologna o da lontano, possano giungere in centro per trascorrere varie ore in un lieto CONVIVIO . Dove potrebbero parcheggiare l’auto ? Talvolta i servizi pubblici hanno orari incompatibili con la vita di persone che non siano dipendenti pubblici o che decidessero di stare in compagnia oltre le ore di “ufficio”. Mi ricordo che anni fa partecipavo ad un circolo artistico-culturale a Zola Predosa. L’orario dei mezzi pubblici era tale che dopo cena non ci si potesse muovere. E così utilizzavo un ciclomotore che allora avevo e, quando il tempo era inclemente, l’auto ma con l’incubo che al ritorno non sapessi dove parcheggiarla. Questo è uno dei primati di Bologna : LA CITTA’ MESSA PEGGIO PER I PARCHEGGI D’ITALIA. Il ché può significare la messa peggio d’Europa. Quello che (NON) meraviglia è che nei vari programmi elettorali, di pianificazione ecc ecc dei vari partiti NON compaia MAI un abbozzo di programma per mettere mano a questa vergogna. Cosa significhi questa “disattenzione” lo spiego in poche parole. Organizzato un CONVIVIO con vari ex colleghi di lavoro fra i quali persone di un certo livello sportivo e culturale, dissi “Ci troviamo tutti assieme, dopo pranzo proietterò alcune diapositive delle nostre avventure di anni fa e staremo, tranquillamente assieme “” No a Bologna NO, è impossibile giungere in centro e poi ritornare a casa, noi abitiamo in paesi della prov. di Modena” . Un attimo di pensamento e poi dissi “Ci troveremo a Pianaccio che alcuni di voi conoscono !”” Benissimo, tutti a Pianaccio, torneremo un po’ tardi a casa, ma ci torniamo senza patemi d’animo!”. E così detto convivio verrà fatto a Pianaccio (esaminare dove si trovi) . Idem per un ulteriore CONVIVIO tra speleologi provenienti NON dal centro di Bologna ma dalla provincia. Quindi una domenica a pranzo, proiezione di diapositive delle varie grotte esplorate, dialoghi, battute, racconti ed altro in allegra brigata, una frugale cena fra lazzi e frizzi e poi, gli ospiti potranno tornare a casa con la loro auto senza contravvenzioni, sequestri di veicoli ed altro. Questa convivialità faceva e dovrebbe far parte della cultura di Bologna, parlo di una cultura pluri secolare che si cerca di cancellare. Non ho accennato ai vari ospiti che per muoversi a Bologna, neppure ai francesi, avrebbero potuto usufruire del CIVIS e, se e quando funziona, del People Mover. Non so quanti milioni siano stati inchiavicati in tali opere, di certo con detti soldi si sarebbero potuto costruire un tot di parcheggi togliendo le auto da strade e piazze e rendendo più gradevole la nostra città e migliore la vita degli abitanti e degli eventuali ospiti. Ricordo qui che l’Articolo 81 della nostra Costituzione e nel comma quarto recita “Ogni legge che importi nuove e maggiore spese deve indicare i mezzi per farvi fronte” . La cosa sarebbe sensata se le nuove e maggiori spese fossero fatte a vantaggio della collettività. Ma quando le Grandi Opere esistono per elargire finanziamenti pubblici : in massima parte alle imprese private, tramite i lavori delle opere stesse, e in minima parte (il famoso 10%) ai funzionari pubblici tramite le tangenti ( Piergiorgio Odifreddi pag. 133 del Dizionario della Stupidità) , non solo i mezzi per fare fronte a tali lavori, spesso inutili o dannosi, vengono sottratti ad Istruzione, Sanità, Servizi Sociali, Infrastrutture di base, creando un disequilibrio sociale vergognoso, ma impedendo, in pratica, che i cittadini responsabili e competenti possano bloccare tale sperpero. Per fortuna, mica tutti hanno la possibilità di avere una casa, quella dei nonni, a Pianaccio, ove ospitare amici, fra i quali artisti e musicisti, ex colleghi di lavoro, compagni di esplorazioni in grotta e di avventure in montagna ed altro senza problemi di parcheggio e con il solo handicap di fare un po’ più di chilometri se si fossero diretti verso il centro di Bologna dove avrebbero fatto meno chilometri ma impiegato molto più tempo a muoversi. A proposito di muoversi, provate a fare in auto via D’Azeglio dall’incrocio con Via Castelfidardo verso la porta. Se scende un autobus mentre sale un furgone o un camion, potete mettere in conto che per percorrere poche centinaia di metri potreste impiegare anche un quarto d’ora. In compenso potrete ammirare le due file di auto parcheggiate ai due lati della strada che, di fatto, ne dimezzano la larghezza creando continui tappi. Non credo che si siano mai accorti di queste disfunzioni in alto loco istituzionale.

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