Il pensiero di Luigi Einaudi, un grande economista

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Ieri mi è passato per le mani un articolo di un Economista con la E maiuscola, si tratta di Luigi Einaudi e ciò che scrisse riguardava la economia del Sud Italia . L’incipit dello scritto è folgorante :”Il Mezzogiorno non sa che farsene delle provvidenze governative, dei benefici che vengono dall’alto e corrompono il carattere umano .” Che le Regioni si siano sostituite allo Stato, creando un secondo apparato statale, non cambia di una virgola il pensiero espresso. Mi rivolgo qui, in particolar modo, all’Alto Appennino Bolognese nel quale ciò che viene espresso quale corruzione del carattere umano è ben evidente con la cancellazione, o quasi, della storia, della cultura e del patrimonio storico-sociale della comunità in esso vivente. La scomparsa di luoghi di intrattenimento giovanili, fuga dei giovani, economia in forte affanno, mancato utilizzo di potenziali risorse legate al turismo con le più pietose scuse o pseudo-ragioni. Si pensi alla mancanza di apposite aree di campeggio per camper e roulotte che nel paese con maggior sviluppo turistico, la Francia, si trovano in ogni paese e comune per la ragione che detti turisti sono apportatori di risorse economiche non trascurabili. La mancata valorizzazione di vie di transito transappenniniche motivate con l’espressione rivolta agli escursionisti di essere “Quelli con il panino e la bottiglietta d’acqua in tasca”. Un tipo di turismo che, avendo un’età media di 34 anni, è apportatore di danaro purché si gli si dia la possibilità di frequentare detti percorsi, valorizzandoli e pubblicizzandoli. Un percorso pluri giornaliero di visita ai luoghi di culto del comprensorio, sono, fra chiese, oratori, santuari circa 25 . Una frequentazione che potrebbe essere continua nello spazio dell’anno. Anche questo è apportatore di risorse economiche. Non parliamo poi del Parco avventure, Musei, Ferriere e di tante altre risorse INTERNE al territorio . Adesso, invece di valorizzare il proprio patrimonio si è in massa “In attesa DEI BENEFICI CHE VENGONO DALL’ ALTO “ . Questa attesa che, potremmo definire narcotica, ha portato, nel corso degli anni, a quella “corruzione” di cui parla Einaudi, ovvero a non operare autonomamente per la valorizzazione dell’enorme patrimonio posseduto e così inutilizzato. Adesso noto che si è tutti in attesa dei grandi investimenti pubblici, dei poderosi collegamenti appenninici, tutte opere nelle quali non solo non lavorano maestranze ed aziende locali, ma non vi sono neppure studi seri a livello di dipartimento universitario che ne certifichi l’utilità, il ritorno economico e tanti altri parametri. Mi sa che il pensiero di Luigi Einaudi calzi a pennello su questa realtà dell’Alto Appennino Bolognese.

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