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Con la cultura non si mangia

Firenze – Galleria degli Uffizi

“Con la cultura non si mangia”. Questa frase, attribuita ad noto esponente politico italiano, è veramente azzeccata ! E’ noto, e da tempo, che dove si mangia, anche a quattro palmenti, sono : lavori pubblici, post terremoti, crolli di manufatti con molti morti, impianti assurdi in qual si voglia luogo ed assimilati. E’ sufficiente andare in internet e verificare quale siano i musei più frequentati al mondo per scoprire che il Bel Paese, depositario di oltre il 65% del patrimonio storico e culturale del mondo, ha solo 2 (due) musei nelle prime 30 posizioni. Attenzione ! Il primo appartiene allo Stato del Vaticano ! Come mai una simile debacle ? Uso il termine francese dal momento che il primo museo al mondo per frequentazioni è proprio il Louvre ! Da frequentatore di simili luoghi culturali in mezzo mondo, posso garantire che, mediamente, i musei, pinacoteche e luoghi assimilati italiani si presentano in maniera insufficiente se non disastrosa. Le ragioni sono molteplici. Vetrine, con i reperti archeologici, rimaste al 1700. Informazioni e delucidazioni superate da almeno 120 anni. Servizi igienici da indovinare dove si trovino, luoghi di ristorazione da mettersi le mani nei capelli per la disperazione. Parto da quest’ultima osservazione : i luoghi di ristorazione. Reduce da visite ai musei di New York, Metropolitan, Moma, Scienze naturali, Guggheneim ed altri, sono andato a Roma a visitare alcuni musei. Cito da primo il Metropolitan . Nel piano inferiore vi è il “ristorante” con una vetrina dei prodotti che si possono ordinare e consumare, bevande comprese. Tutta roba di buon livello. Un addetto ti porta i cibi e le bevande mentre tu stai seduto ad un tavolone. I prezzi sono mediamente più che abbordabili. Il rapporto prezzo/qualità è più che buono. Idem al Moma . Nel Museo di Scienze Naturali, che consiglio alle scuole italiane di visitare, si ha un pranzo dignitoso a prezzo più che modesto. Si tratta di venire incontro alla frequentazione delle scolaresche. Anche in Spagna mi sono trovato più che bene. Arrivati in Italia, andiamo ad un paio di musei-pinacoteche di Roma. A parte il patrimonio presentato un tanto al chilo, ci viene anche fame e sete. Andiamo al buffet e consumiamo uno spuntino semi impresentabile ad un prezzo stellare. Rapporto prezzo/qualità. Molti musei italiani non hanno neppure un servizio di alimenti e bevande per i frequentatori. In breve, quando si entra in un museo-pinacoteca italiano bisogna avere nelle tasche alimenti e bevande per il tempo che si trascorre dentro. Non è casuale che nella classifica dei musei-pinacoteche mondiali per attenzione ai frequentatori, quelli italiani siano al fanalino di coda. Cito un episodio che avvenne durante la mia frequentazione a New York . Uno studente di 16 (sedici) anni vide un errore in una delle sale del museo Metropolitan. Chiese di parlarne con il direttore, cosa che ottenne in breve. Il direttore chiamò il responsabile del settore ed assieme allo studente si recarono nel settore. Il ragazzo aveva ragione ! Il direttore lodò il giovane e gli consegnò un assegno di 1.000 (mille) dollari per i suoi studi. Voi pensate che una cosa simile sia possibile in Italia ? I direttori dei musei sono persone, mediamente, inavvicinabili, un ragazzo di 16 anni è un emerito ignorante, la trafila deve partire da apparati partitici-amministrativi con burocrazie allucinanti. Chiedo una spiegazione : come detto, l’Italia ha il 65 % del patrimonio storico e culturale mondiale, ha gli stessi abitanti della penisola Iberica ed ha 45 milioni di turisti l’anno contro i 120 milioni dei nostri fratelli iberici ? Scendiamo a luoghi molto più vicini a noi, l’Appennino Bolognese. Come mai non si è fatto quasi nulla per richiamare un turismo appassionato da storia, cultura, bellezze geologiche e naturali ed altro e si è spinto sempre e solo l’acceleratore su impianti a fune, cannoni sparaneve, palazzi dello sport e assimilati ? Ovviamente ciò richiama quanto detto in apertura : con la cultura non si mangia ! Si mangia per altre vie. Adesso, grazie ad una modestissima nevicata, è tutto un proliferare di convegni sulla rinascita dell’Appennino, sulla economia a 365 giorni dei luoghi montani e via di questo passo. Dal momento che sono più di 40 anni che sento questa litania e i dati ricavati dall’ISTAT, studi universitari ed enti e persone preparate, vanno in senso diametralmente opposto con : fuga dei giovani, reddito in crollo, chiusura di alberghi, ristoranti e luoghi di ritrovo e diminuzione di frequentazione con sistematica vendita di immobili, vorrei sapere, come si pensa di uscire da questa “Debacle” ? Con i famosi lavori pubblici che faranno fare “Tanti soldi” ? Non è specificato chi farà “Tanti soldi” ma non ci vuole molta fantasia ad immaginare chi li farà.

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