In questi tempi è un gran parlare di sperperi di generi alimentari da parte dei “Paesi civili”. Certo vedere scaraventato in un cassonetto delle immondizie alcuni quintali di pane fa impressione, almeno a me. Per non parlare di scatolame che viene scaraventato via la settimana dopo la scadenza, biscotti, crackers e tanti altri alimenti tipo ceci, lenticchie e frutta secca che parlare di loro scadenza è un’offesa alla ragione. Vi è però uno sperpero assai più subdolo ma, che moltiplicato per milioni di famiglie, procura un danno, non solo economico, ma culturale, spaventoso. Incominciamo dalla colazione del mattino, famiglia con due bambini. Questi vogliono del latte, benissimo, se ne mettono due dita in un bicchiere e, quando l’ hanno bevuto, se ne versa dell’altro, sempre in misura parsimoniosa. Nel bicchiere non devono esserci avanzi. Invece, i nostri, eredi del periodo nel quale si legavano i cani con le salsicce, ti versano una quantità considerevole di latte in una mastella , il pargolo ne beve un sorso o due, ed il resto ? Giù per il secchiaio. Anche le celeberrime merendine di tre o quattro varietà che vengono regolarmente scartate, un morso per ogni merendina ed il resto ? Nel bidone delle immondizie. E’ così anche a pranzo.
Si riempiono piatti con quantità di cibo che non lo consumerebbe neppure uno spaccalegna norvegese a digiuno da una settimana. Una forchettata ed il resto ? Nel solito bidone delle immondizie. Essendo erede di una abitudine alimentare piuttosto seria, come quella insegnatami in famiglia, specialmente dal nonno :”Tu prendi quello che sai di potere mangiare. Se hai ancora fame ne torni a prendere a più riprese quanto ne vuoi, ma nel piatto non deve rimanere nulla !” . E non è da dire che in casa si patisse la fame, fra terreni, bestiame ed altro, di alimenti ne avevamo a iosa, ma niente sperperi ! Questi comportamenti quotidiani, alla fine di un anno, possono rappresentare un valore economico non trascurabile, ma, peggio, un esempio educazionale assurdo. Per me uno dei pilastri fondamentali per evitare lo spreco del cibo si basa sull’educazione.