Arrivati alla mia età, più di 80 anni, ci si guarda attorno, ci si trova con gli amici, compagni di una vita, si incontrano i loro figli o nipoti, si sta volentieri a cena o da l’uno o da l’altro parlando dei fatti della nostra vita, di ciò che fanno i figli e dei loro programmi e del futuro dei nipoti. Alcuni di questi amici sono stati per anni cultori del turismo con roulotte o con camper. Non per mancanza del danaro, ma per scelta personale. Anche il sottoscritto è stato per anni ed anni cultore del turismo in tenda ed infatti molte estati, con la ragazza divenuta mia moglie, le abbiamo passate in Francia, specialmente, ed in Spagna. Perché specialmente in Francia ? Per la ragione che il paese transalpino era e, penso sia tutt’oggi, la nazione meglio attrezzata per accogliere turisti di qual si voglia tipologia. Non vi è comune o paese che non abbia il suo campeggio o privato o municipale, spesso più di uno. Quindi il turista che viaggia a piedi, in bici, col la moto, con l’auto, camper o roulotte o mezzi pubblici sa benissimo di avere una struttura efficiente cui fare riferimento. Ovvio che vi sono alberghi e pensioni, come vi sono bar e ristoranti. Anni fa lessi che la Francia era il primo paese al mondo per il turismo. Se si considera che qual si voglia tipo di turista, alla fin fine, è apportatore di un beneficio economico, aprire le porte a tutti e consentire questa eterogeneità di fare turismo significa creare i presupposti di una solida economia basata, appunto, su queste opportunità. Come dicevo, vari, di questi amici, avevano optato per l’impiego di roulotte o camper, sto parlando degli anni 60-70-80 e 90 del secolo scorso, taluni continuano a farlo oggi. Ora faccio un salto nel Belvedere nel quale, per parecchi decenni si era optato per una politica di non accettazione di questo tipo di turismo compreso quello in tenda. Ovvio che quando si decideva di passare una settimana bianca assieme, fra amici, si optasse per andare in siti ove costoro potessero starci con le loro roulotte o camper. E così i luoghi dalla nostra combriccola, parlo di alcune decine di persone, allora, fossero luoghi come S. Martino di Castrozza, Marilleva, Obereggen ed altri siti dolomitico-alpini dove ci si potesse ritrovare assieme. Non racconto di tante serate passate fra risa e sceneggiate da teatro passate assieme! Io, avendo forti legami con il Belvedere sin dall’infanzia, amici e parenti qui, conoscenza dei posti ed un attaccamento affettivo ai luoghi, ho sempre cercato di trascorrere il mio tempo libero in zona. La famiglia della figlia ed i due nipoti trascorrono vari giorni nella casa di Pianaccio, anzi, i nipoti chiedono spesso di venire in detto paese. Perché ? Per la ragione che si è trasmesso loro il messaggio di attaccamento al territorio. Ed i figli e nipoti degli amici che facevano turismo con roulotte o camper ? Da quello che so trascorrono il tempo libero in quei luoghi dove i genitori o nonni li hanno portati per anni. Si è creato un legame con i posti frequentati sin da bambini. Si dice che si raccoglie ciò che si semina e che, spesso, fra il tempo della semina e quello del raccolto passi diverso tempo. Non credo che nessun agricoltore, messe a dimora alcune piantine di vite, pretenda l’anno dopo di fare una cospicua vendemmia. Così è per il turismo, con tempi molto più lunghi. Se si rifiuta un certo tipo di turismo, e per lungo tempo, aprire poi le porte a questo vuol dire attendere che si diffonda la concezione che sia possibile frequentare tali posti facendo un turismo fino a non molti anni prima non accetto. Ma intanto figli e nipoti di coloro che avevano optato per altre destinazioni, hanno altri luoghi ove rivolgersi. Adesso vedo che al Cavone, spesso, vi sono parcheggiati camper, non so in altre località del Belvedere e non so se vi sia un piano atto a richiamare questo tipo di turismo che in molti siti rappresenta una voce non secondaria di apporto economico. Mi auguro che quella arcaica mentalità di ostracismo nei confronti di chi fa turismo a piedi, in bici, in moto, con roulotte e camper sia in dissolvimento e si aprano le porte a qual si voglia tipologia di turista.
Foto bolognatoday