Il Ministro Roberto Speranza
Oggi, lunedì 21 giugno, arriva Roberto Speranza, Ministro della Salute, nel nostro Appennino e precisamente a Silla. La notizia ha certamente fatto piacere ai residenti nel territorio ed in particolare agli operatori dell’hub vaccinale che si sentono così gratificati, ma ci porta anche ad alcune riflessioni. Un Ministro, e guarda caso quello della Salute, viene in una zona dove ci sono non poche criticità, sia riguardanti la salute dei cittadini che altri settori, e non può ignorarle.
Chi gli ha proposto questa meta è, o almeno dovrebbe essere, a conoscenza di certe realtà locali che non dovrebbero (condizionale sempre d’obbligo) essere trascurate. Mi riferisco ai problemi di Vergato (ospedale col Pronto Soccorso attivo solo per 12 ore al giorno e progetto di utilizzare il 3° piano per uffici) e a quelli di Alto Reno Terme (ancora chiuso il punto nascita di Porretta Terme nonostante le promesse di Presidente e Assessore regionale alla Salute, ancora chiuso, in attesa di destinazione l’edificio del vecchio ospedale “Costa”, e il rilancio delle Terme è sempre all’orizzonte lontano ) e quindi c’è una logica attesa che il rappresentante del Governo, che sarà affiancato dal presidente di Regione, colga l’occasione per dire qualcosa su questi argomenti e soprattutto faccia arrivare delle risposte CONCRETE e in breve tempo.
La vaccinazione anti covid del Ministro Speranza – foto corriere
La visita di un Ministro porta alla ribalta della cronaca dei mass media un centro dell’Appennino, il Ministro si chiama Speranza e tutto questo versante montano ha proprio bisogno di “ speranza” (chiedo venia per il gioco di parole..…)per sopravvivere. Le dichiarazioni degli amministratori locali, sia comunali che regionali, sono sempre le solite da anni, stendono e spargono un velo di ottimismo, ma le cifre (che sono quelle che fotografano la realtà) sono impietose. I residenti sono calati, la popolazione scolastica diminuita, le imprese traslocano, nessun privato investe, strada e ferrovia sempre con tanti punti critici. Per avere la conferma è sufficiente andare a vedere il reddito pro capite dei residenti.
Siamo all’inizio della stagione estiva e cioè del periodo determinante per l’economia che trae dal turismo la spinta più determinante. Tanti progetti di Società, Enti, Associazioni, Comitati sono stati diramati a stampa e tv, ma se non c’è un REALE (non virtuale e superficiale come è stato finora) AIUTO che arriva dall’”alto” nel mondo del lavoro (per tutto l’anno ! ) l’Appennino non riuscirà a fare il salto di qualità.
Il Ministro Speranza, oltre al giusto e meritato “grazie” agli operatori di Silla, “deve” portare una “speranza” al territorio che ne ha assoluta necessità.
Faccio alcune considerazioni in merito a detto articolo. La prima è che la criticità dell’Appennino ha parecchi decenni di evidenze, ma, in pratica, di interventi sistematici non se ne sono visti. Cosa intendo per interventi sistematici ? Da un lato quelli che dovrebbero provenire dall’alto istituzionale : viabilità, sanità, collegamento informatico, ma dall’altro l’utilizzo di quelle forze e di quel bagaglio storico-culturale presente nel territorio. Al fine di rendere fruibili dette forze necessitano due componenti, l’una legata al potenziamento ed adeguamento dell’istruzione, dall’altra l’impegno delle persone residenti ad operare per un elevamento economico e di immagine del territorio. Non è credibile che una zona, parlo del Belvedere, che si affida prevalentemente al turismo, abbia in 20 anni una sola persona uscita da una scuola alberghiera. La conseguenza è ben evidenziata da uno studio universitario uscito di recente che sottolinea l’inadeguatezza e la vetustà del comparto ricettivo della zona. Chiudo queste righe facendo una osservazione condivisa da molte persone. Qui ci troviamo dinnanzi ad una società autoreferente, rinchiusa in sé stessa e che non ha la volontà di uscire dal proprio mondo, confrontarsi con altre realtà, prendere esempi e modelli. A mio avviso solo facendo perno sui giovani fornendo loro una valida istruzione che consenta la possibilità di dare il via a nuove startup. Ovviamente, in contemporaneo, dovranno essere resi operativi tutti quei finanziamenti agevolati e detassazioni che vediamo in paesi limitrofi per le aree montane.