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Montagna e matematica

 

Dopo il mio articolo nel quale riportavo i dati di una ricerca di tipo economico nel Belvedere, c’è chi si è sentito offeso ed ha reagito alla solita maniera di molti, solo improperi e nessun dato numerico. Mi sento qui in obbligo di riandare a dette cifre e di fare una breve analisi statistica a chiarimento. Queste le cifre di pesa quotidiana a seconda delle categorie : € 43 sciatori – € 22 vacanzieri estivi – € 13 trekking . Tralascio sia lo sci, che, essendo uno sport costoso, ha esborsi per noleggio attrezzature ed abbonamenti impianti; ugualmente non mi soffermo su chi fa escursionismo che, come scrissi, è una categoria detestata e, quindi non merita di essere trattata, mi soffermo invece sui vacanzieri estivi. Moltissimi di questi sono proprietari di seconde case e, quindi, nei € 22 di spesa quotidiana, penso, andrebbero detratte le spese di gestione dell’immobile, ipotizziamo € 7 . Resta una spesa di € 15 giornalieri per un periodo di circa 30 giorni . E’, comunque, una cifra piuttosto misera di € 450 il mese. Se questa persona andasse fuori a cena con amici di Sabato, 4 o 5 in un mese, spendendo in tutto € 150 gli rimarrebbero per sopravvivere € 300 ovvero € 10 il giorno. Qualcosa ci dice che qui le cose non funzionano, sia per detta persona e sia per il Belvedere. Non credo che si possa campare in ferie con € 10 il giorno, ma, di conseguenza, si evince che la ricaduta economica sulla zona è infima. La spiegazione ? Detto signore le spese le va ad effettuare fuori dal Comune di Lizzano sino a quella cifra che gli consenta di vivere, ovvero, mediamente dai 30 ai 50 € giornalieri a seconda delle disponibilità. Perché avviene questo ? Le ragioni possono essere molteplici, ma, a mio avviso, significa che il comprensorio non offre sufficienti occasioni ed opportunità di spesa. Allargando la visuale e considerando anche quanto spende sia lo sciatore che l’escursionista, scopriamo che nessuna delle due categorie è motivata a spendere i propri soldi nel Belvedere ad un livello da rimpinguare la economia della zona. Accusare le tre classi di turisti per questo è una litania che ho già sentito varie volte e che giudico una pietosa foglia di fico tesa a cercare di nascondere le manchevolezze strutturali del comprensorio. Dal mio punto di vista sarebbe opportuno che si elaborasse un piano di recupero delle capacità dell’offerta, analisi dei punti deboli, confronti con altre realtà e, non ultimo, assumere un abito di decorosa modestia comportamentale che potrebbe facilitare i rapporti con le tre categorie citate. Attendo comunque cifre, analisi e statistiche che, con la forza dei numeri, contestino o confermino quanto da me asserito.

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