“Non c’è nessuno…C’è tanta neve ma mancano le persone..” Mi meraviglio di questa meraviglia. Sul Belvedere è sceso un ampio manto di neve, gli impianti sono chiusi per provvedimenti anti covid e quindi tutto deserto. E all’improvviso amministratori e ristoratori si lamentano del vuoto accusando la Destra e/o la Sinistra a seconda delle interpretazioni di leggi e provvedimenti. Viene quindi spontanea una domanda: ma questi signori da dove arrivano ? Il “vuoto” c’è solo adesso o c’era anche prima ? E’ vero che con la neve e gli impianti aperti nei weekend si vedono persone salire e scendere con sci, slitte ecc..ma nei giorni feriali e appena la neve si scioglie torna il deserto…o quasi. Nessuno se n’è accorto ? No, siamo sinceri, lo sanno tutti, ma amministratori, politici, imprenditori, commercianti come hanno rimediato ? Cosa hanno fatto di concreto ? Ricordo quando Vidiciatico si definiva “la Cortina dell’Appennino”, quando Lizzano come capoluogo era il centro da cui partivano tante iniziative sociali e sportive nell’arco dell’anno. Poi è calata la penombra.. sempre più buia. La popolazione residente è diminuita, sono iniziati gli appelli alle istituzioni sotto voce di sovvenzioni, è ripartita la proposta di agevolazioni a giovani coppie e ad aperture di negozi…Non ha avuto un gran successo. Ricordo qualche tempo fa una foto molto significativa fatta da qualche giovane lizzanese davanti al Bar Mattioli: una persona comodamente seduta in poltrona in mezzo alla strada alle 13.30 di un giorno feriale. Penso dica tutto.
C’è la neve ma manca la gente. Verissimo, ripeto, Ma bisogna provvedere perchè ci sia tutto l’anno…o si squaglia …come la neve. Sono…e saranno.. grossi problemi per tutti.
Caro Direttore, il deserto viene da lontano. E’ la trasformazione di una società che, nel tempo, non ha avuto né la forza né lo spirito di adeguarsi a cambiamenti epocali. Il campanello di allarme avrebbe dovuto essere il fatto che le Terme di Porretta inviavano i propri assistiti negli alberghi di Lizzano. Facciamo mente al fatto: una zona turistica per mantenere in piedi la propria capacità ricettiva deve dipendere dalla “assistenza” da parte di una struttura estranea sia come collocazione che come finalità operativa. Quando le Terme hanno finito questa “assistenza”, tutto è crollato. Ma anche lo sci ha finito per dipendere da interventi esterni : Regione, imprenditori estranei alla collettività del Belvedere. Ormai siamo in una condizione che qual si voglia attività di rilancio economico deve avvenire per intervento esterno. Non è che nel Belvedere manchino opportunità e risorse storiche, ambientali e culturali da potersi utilizzare per indirizzarsi verso un recupero turistico ed economico. Ciò che difetta è la volontà di volere agire per queste operazioni. Si attende che qualcuno, Ente Pubblico, privati o altri operatori esterni decidano di muoversi su detti campi. Qualcuno potrebbe pensare ad investimenti faraonici, al di fuori della portata degli operatori economici del posto. Non è assolutamente vero questo. Spesso si tratta di operazioni economiche di modesto impegno che potrebbero essere supportate anche da danaro pubblico. Ma bisogna avere la spinta e la volontà di agire, ed è questo che manca in una società fragile come il Belvedere.