Una lezione magistrale

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Foto escursioni a 360°

Domenica ero su a Pianaccio a godermi una giornata solatia da avanzata primavera, 14° all’ombra ! Così, mentre portavo in casa la legna per alimentare un piacevole fuocherello nel camino, sento il rumore di motore che mi fa venire in mente i miei 13-14 anni, il tipico rumore di una vecchia Lambretta ! Mi affaccio all’uscio e vedo l’amico Prosdocimo che si sta togliendo il casco Jet scendendo, appunto, dalla sua Lambretta, quel modello economico con avviamento a strappo ! Entriamo in casa e l’amico mi spiega che, avendo saputo che avevano asfaltato il tratto di SS 64 Porrettana nel tratto da Carbona a bivio di Marano, aveva deciso di venirmi a trovare senza rischiare di finire lungo e disteso sulla strada a causa di un manto stradale di puro rischio. E così, mentre preparavo qualcosa per il pranzo in compagnia, ci siamo messi a chiacchierare del più e del meno. Prosdocimo mi informa di una nuova via di percorrenza che sta decollando in quel di Pavana : la Via Francesca ! Ormai è tutto un proliferare di percorsi da farsi a piedi visitando luoghi remoti e semi sconosciuti ricchi però di storia e di bellezze ambientali. Anche a Pianoro si sono attivati per una via denominata Via del Fantini a ricordo del grande ricercatore cui sono dedicate strade ed anche il nostro Museo di Speleologia nel Cassero di Porta delle Lame a Bologna. A questo punto esterno a Prosdocimo il mio disappunto che qui, nel Belvedere, con 4 vie storiche percorse, sin dal meso-neolitico, da raccoglitori cacciatori e poi da mercanti, soldati e pellegrini, non si faccia nulla per sistemarne almeno una. Certo, sarebbe un notevole apporto economico ad un Comune che risulta quello con il minor reddito ed il più fragile dell’intera Città Metropolitana. E qui l’amico mi ha tenuto una lezione che posso definire MAGISTRALE ! Infatti mi ha spiegato che le percorrenze per essere veramente redditive devono avere un tragitto di almeno 2 giorni. I viaggiatori pedibus calcantibus dovranno forzatamente rivolgersi a ristoranti e B&B se vogliono mangiare qualcosa e dormire non all’addiaccio. I percorsi di poche ore difficilmente apportano un beneficio economico rilevante. Prosdocimo, conoscitore delle nostre zone e camminatore indefesso, mi ha accennato alle “passeggiate”, così le ha definite, dei 7 casoni o quella alle cascate del Dardagna. Sono tragitti, così si è espresso, che nel peggiore dei casi, richiedono dalle 3 alle 4 ore. Finita la camminata che si fa ? Si può anche ritornare a casa in auto, mica è necessario andare al ristorante o all’albergo. Prosdocimo mi ha accennato ad altre escursioni, ad esempio, quella abbastanza lunga dal Cavone, cima Corno, lago Scaffaiolo e ritorno al Cavone. “Ebbene quanto tempo si pensa di metterci ? 5-6-7 ore a seconda della gamba e del tempo impiegato a guardare il panorama ”ha proseguito l’amico”. Ci si può fermare a consumare qualcosa al rifugio del lago o al bar-ristorante del Cavone, ma il tipo di escursione è solo ambientale-panoramica, di luoghi storici, di edifici religiosi, di opere d’arte non ne vedi una e, quindi una gran parte di chi gira oggi a piedi va da un’altra parte”. Triste ma vero. Ho chiesto al mio interlocutore “Ma a tuo modo di vedere perché nel Belvedere si è così ostili e contrari a rendere accessibile almeno un paio di queste vie storiche che, come tu hai detto, apporterebbero un certo beneficio economico ?” La risposta è stata lapidaria “La prima ragione è dovuta ad una forma di sclerotizzazione nel contesto delle offerte turistiche. Ti spiego meglio. Per decenni lo sci e relativi impianti di risalita hanno apportato un indiscusso beneficio economico ad una parte del comprensorio del Belvedere. Lì si è bloccata la visione di quello che è il turismo e di come sia cambiata la società ed il clima negli ultimi 35 anni. Non vi è stato un esame critico di ciò, si è continuato a credere che l’unica attività fosse lo sci e gli impianti di risalita immettendo in detto comparto la quasi totalità del danaro, anche pubblico. Qualcuno ha anche parlato di Lobby dello sci che condiziona le scelte economiche del comprensorio. E’ inesatto, per me è proprio una forma di fossilizzazione in un mondo trascorso che oggi non esiste più da parte di una quota consistente degli abitanti. Attento però, questo è quello che vediamo oggi ! Ogni moneta ha il suo rovescio ! Il Comune di Lizzano in Belvedere ha oggi circa 2.150-2.200 abitanti, continuando il trend di spopolamento, morti per anzianità, calo delle nascite, potrei ipotizzare che fra 15-20 anni la popolazione sia circa dimezzata. Coloro che dipenderanno dal turismo saranno alcune decine o al massimo un centinaio di persone. L’apporto economico che oggi è insufficiente per 2.200 potrà essere bastante per 1.100 abitanti . E’ vero che lo sci, a causa della Crisi Climatica, non apporterà quasi alcun beneficio, ma sarà altresì vero che non assorbirà più investimenti né pubblico denaro. D’altronde, anche oggi, non è che detto comparto, facendo un attento bilancio profitti e perdite, compreso il danaro pubblico, brilli per utili stratosferici. Quindi la contrazione demografica sarà la principale artefice della normalizzazione economica. Le offerte turistiche saranno quelle di sempre : 7 casoni, Cascate del Dardagna, gita al Corno o al Lago Scaffaiolo e poco più, ma a beneficiarne sarà un numero assai ridotto di persone cui andrà, proporzionalmente, più danaro di oggi. Quindi, lasciando tempo al tempo e non facendo assolutamente nulla, le cose si aggiusteranno da sole !” Dopo una simile LEZIONE MAGISTRALE di economia, demografia e turismo, non ho avuto nulla da ridire, mi sono solo occupato a stappare un bottiglia di ottimo vino di accompagnamento al pranzo che avevo preparato dinnanzi al camino acceso ed abbiamo brindato alla nostra salute, dati i tempi, Prosdocimo ed io .

Foto APT

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