Siamo tutti disorientati per le continue ed assillanti asserzioni di scienziati, pseudoscienziati, parascienziati che ci dicono, ordinano, consigliano, indicano tutte le misure precauzionali, presentando dati, schemi, previsioni che creano allarmi e li spengono, li riaccendono e li spostano, li fanno riapparire a macchie di leopardo (…e i mass media ci rimpinzano di queste notizie vere, false, discutibili, controverse…ma che creano attenzione e quindi vendita e ascolti) e in mezzo tutto questo, che avviene sotto attenta e programmata regia di politici e case farmaceutiche, riapre, perchè DEVE riaprire, la Scuola.
L’ora X per la riapertura in questa era COVID 19 era stata fissata per le ore 8 di lunedì 14 settembre. Un giorno che rimarrà nella Storia, perché avviene una svolta importante. La Scuola italiana cambia, dalle elementari alle superiori. Non vedremo più correre all’ingresso i bambini festanti verso i propri insegnanti, ma dovranno avvicinarsi in fila indiana. Non vedremo più negli scaloni dei Licei ragazzi e ragazze scambiarsi da vicino risate nel raccontare la precedente giornata o confidarsi ansie e timore per interrogazioni e compiti delle prossimi ore, ma salire oridinatamente, uno dietro l’altro.
Il problema più grosso deriva dal fatto che le mascherine, il distanziamento e tutte le altre misure adottate per evitare contagi hanno messo una barriera tra chi sta da una parte e chi dall’altra della cattedra. E’ ostacolata e condizionata la comunicazione diretta tra docente e discente, basata non solo sulle parole ma anche su toni ed espressioni. Anche il dialogo visivo, attraverso il quale c’è una reciproca trasmissione di emozioni e sensazioni, di sorrisi accesi…e spenti, è fortemente condizionato.
Le regole comunicate da Ministero, Regioni, Presidente, Dirigenti Scolastici, ecc…sembrano aver pensato a tutto. Chi dice questo non conosce realmente la vita scolastica e la creatività dei ragazzi.
Già i banchi con rotelle, quelli vietati ai mancini e a chi si porta dietro cartella un po’ corposa hanno creato vignette e battute, che non si allontanano di molto da una possibile realtà. Ma gli interrogativi maggiori riguardano alcuni punti: cosa succederà durante l’intervallo, durante il cambio degli insegnanti, nel caso di un’ora “buca”, cioè senza l’insegnate titolare, nello spogliatoio della palestra e nel corso della lezione di educazione fisica e quando un alunno verrà mandato da una classe ad un’altra ? Anche per i docenti non mancano gli interrogativi. C’è da supporre che chi ha una certa età faccia domanda di prepensionamento o si metterà in malattia. In sala insegnanti come si comporteranno i fumatori (e non sono pochi) ? Si toglieranno tutti la mascherina o andranno a turno nel bagno ? Ed infine è probabile che non mancheranno sia tra docenti che tra discenti problemi derivati dall’uso prolungato della mascherina.
In questi giorni ho avuto occasione di incontrare mie ex alunne e ovviamente non ho potuto evitare di metterle davanti ad un quesito: se tornassimo a scuola cosa faresti ?
Queste le loro risposte:
Roberta – ex “Salvemini”
Da sempre dico che tornerei a scuola in qualsiasi momento. ..è una cosa che sottolineo praticamente ogni volta che parlo con qualcuno del mio percorso scolastico:”Io al Salvemini tornerei anche domani mattina..!!! “
In questo “momento Covid”, in questo momento nel quale il tema “scuola” è così bollente e allo stesso tempo così delicato ed incerto ..tornerei solo al mio “vecchio” Istituto. Dico Salvemini un po’ per affezione e e sicuramente perché reputo l’attuale Dirigente Scolastico una persona serie a competente , una persona che ha guardato in faccia al problema ed ha predisposto azioni concrete e fattive per aprire lunedì 14.
Per quanto riguarda gli insegnanti rivorrei i miei del tempo passato, con loro si faceva scuola…quella scuola dove i concetti venivano consolidati, quella scuola con insegnanti di cui avevi una “sana” paura. ma per i quali nutrivi il giusto e dovuto rispetto.
Pare che al “mio” Salvemini ad oggi il corpo insegnanti sia al completo nel senso che ancora non sono arrivati certificati di malattia di nessun tipo e questo garantisce ai ragazzi il ritorno a scuola. ..quel luogo magico/impegnativo che deve formarti a 360 gradi e che difficilmente dimenticherai . “Salvemini forever and ever “
Cosa avrei fatto ? Frizzantina com’ero avrei organizzato gare di velocità nei corridoi con i banchi con le rotelle..ritrovandomi a dover giustificare al Dirigente tale atto. Penso alla susseguente punizione e mi vedo …a imbiancare delle aule…
La scuola non è solo studio, regole, verifiche, interrogazioni… La scuola è casa, amicizia, (noi ci siamo diplomati nel 1987 e ancora oggi ci ritroviamo due volte all’anno) e perché no anche combinare qualche marachella purché sia fatta per semplice divertimento e nessuna conseguenza..- Spero che gli attuali alunni abbiano insegnanti come ho avuto io..preparati, severi e seri ! Persone che ci hanno conosciuto e lasciato un segno profondo. Ripesando al passato e al momento attuale direi che la 5° Ragioneria sarebbe ancora in prima linea.
W il Salvemini
Eugenia – ex “Rubbiani” – diplomata nel 1996
E’ passato tanto tempo da quando frequentavo l’Ist. Professionale “Alfonso Rubbiani” di via Marconi a Bologna. In questo 2020 il lockdown causato dal Covid 19 ed ora la ripartenza di tutto ed anche della scuola mi ha fatto pensare: “E se fossi io dover tornare a scuola tra pochi giorni?”
Noi avremmo tenuto sicuramente la distanza di sicurezza perchè avevamo bisogno non di banchi ma di bancali per lavorare sui cartamodelli.
E oggi se dovessi tornare come sarebbero cambiate le Rubbiani ?
Probabilmente quello che mi sembrava già tanto allora, del tipo la sala cinema e la sala computer, sarebbe amplificato con nuove tecnologie, andremmo a scuola con il tablet o anche con un computer da 13” …e ahimè con el la mascherine. E chissà che mascherine cool in una scuola da stiliste ! Ce le saremmo cucite da sole E ne avremmo disegnate una collezione intera. Magari facendo anche una sfilata, di beneficenza e a porte chiuse, con l’incasso devoluto allo “Spallazani” di Roma e tutto in diretta Instagram e Facebook. E dopo avremmo messo in vendita le mascherine che si sarebbero potute acquistare online sull’e-commerce della Scuola. Che sogni…E forse per le alunne di oggi questo potrebbe essere realtà…
Su questo argomento aggiungo questo articolo di Sonia Agnesi, neo diplomata all’Istituto “Montessori – Da Vinci” di Porretta Terme
Mancano pochi giorni al tanto atteso lunedì 14 settembre, data prescelta per il rientro a
scuola: tornare sui banchi non è per niente facile, non dopo tutto quello che abbiamo
passato. Ci sono generazioni che più di altre vengono colpite dai grandi eventi perché
vivono in quelle che io definisco “pieghe della Storia”, trasformazioni epocali che segnano le
vite di tutti in modo diverso. Trovarsi a dover affrontare una pandemia globale non è
qualcosa che succede tutti i giorni; la nostra quotidianità cambierà irreversibilmente senza
poterci fare nulla. Il mondo scolastico è complesso e sfaccettato: quelli come me, marchiati
dal Destino come “i diplomati del covid”, ne sanno qualcosa.
Siamo abituati a dare poca importanza alla scuola, a considerarla solo un impiccio dal quale
preferiremmo essere liberi: passiamo cinque o sei ore al giorno per nove mesi in quell’aula
che tanto odiamo, trascorriamo le nostre giornate con gli altri 20 compagni con cui spesso
non andiamo d’accordo, siamo sempre accanto al nostro compagno di banco (un fratello
praticamente): quando di punto in bianco, dal sabato al lunedì, capisci che a scuola non ci
tornerai più, neanche a settembre perché è il tuo ultimo anno, fa male. Malissimo.
Sapete perché per tantissimi studenti era fondamentale svolgere la Maturità in presenza?
Per il contatto umano. Era di vitale importanza rivedere i professori dal vivo, poterli guardare negli occhi e parlarci vis-à-vis, aspettare nei corridoi e fare due passi tra le classi deserte.
Quando tornerete a scuola, voi che potrete ancora essere alunni delle superiori, non date
niente per scontato: è il miglior consiglio che posso dare.
Godetevi ogni attimo che vivrete in quelle mura, non lasciatevi sfuggire i ricordi più belli che porterete con voi per sempre.
È importante, è dannatamente importante, credetemi. Lo è per chi studia, per chi insegna,
per chi lavora in segreteria o alla portineria, per tutti. Dovete studiare, impegnarvi, avere bei voti, spiegare efficacemente, mettervi in pari col programma, gestire le vostre classi…tutto vero, tutto giusto; ma più di tutto, dovete farvi sentire: lasciate il segno, metteteci il cuore ogni giorno che starete lì dentro, qualunque sia il vostro ruolo. Il mondo è pieno di persone che hanno paura di mostrare i propri sentimenti, di essere ferite. Date calore umano, curate l’aspetto emotivo, siate presenti gli uni per gli altri: prima di essere studenti, insegnanti, genitori, presidi, bidelli, segretari, baristi, siamo esseri umani con dei sentimenti. Un bel voto non sarà mai tanto importante quanto un sorriso, uno sguardo d’intesa, un gesto di empatia.
foto gds.it
Il metro di distanza sembrerà un chilometro. Il posto singolo diventerà uno strazio, la
mascherina e il gel una tortura; purtroppo sono le regole, c’è poco da fare. Proprio per
questo, aumentate la dose di affetto che normalmente concedete agli altri: sorridete anche
se la mascherina vi nasconderà in parte il viso perché si noterà comunque dalle guance e
dagli occhi luminosi; datevi la mano con il gel o il gomito, usate i dispositivi di protezione
individuale abbracciandovi e dite cose gentili; regalare la felicità a qualcun altro è più facile
di quel che sembra. La scuola in epoca di coronavirus sarà probabilmente una tristezza e
solo chi ne fa parte la potrà salvare: non misurate il tempo in ore, in sabati, in vacanze di
Natale o di Pasqua; scanditelo in risate, in scherzi, in sussurri tra i banchi e in sport di
gruppo in palestra. La parte noiosa e burocratica della scuola rimarrà comunque; affrontate
interrogazioni e verifiche con determinazione ma senza farvi angosciare, date peso a ciò che conterà davvero in futuro, a tutto quello che ricorderete in modo che si tratti di belle
memorie.
Agli studenti: date il meglio di voi stessi, in tutti i sensi.
Ai professori: date il meglio di voi stessi.
Ai bidelli, alla presidenza, ai segretari: date il meglio di voi stessi.
A tutti: date ciò che di più buono avete, tirate fuori il vostro lato migliore e vedrete che la
fatica e lo stress saranno ricompensati.
Quando arriverete in fondo al vostro percorso vi accorgerete che ne sarà valsa la pena, virus o no.