foto il capoluogo
Ho letto in Posta quanto scritto avente tale intestazione (ndr https://www.renonews.it/posta/2020/06/28/appennino-e-coronavirus-il-futuro-dei-borghi-montani). Certo la Solidarietà è una gran bella cosa, specialmente se con la S maiuscola, però necessita di una società che apprezzi tale valore. Chi ha inviato detta lettera ha fatto riferimento ad un periodo, terminato agli inizi o metà anni ’60 del secolo scorso, nel quale si viveva ancora in una cultura di un mondo di agricoltori ed allevatori, cioè un mondo rurale con i suoi valori ed un forte senso di solidarietà. Ricordiamoci che l’Italia era un paese prevalentemente agricolo e che si è trasformato in uno prevalentemente urbano. Anche una città come Bologna, potevamo considerarla una dépendance della campagna con il mercato del venerdì e tante manifestazioni legate al mondo agricolo-pastorale. Qual’è una prerogativa del mondo urbanizzato ? La presenza di una onnipresente ed asfissiante burocrazia. Questa istituzione era quasi assente nel mondo agricolo-pastorale. Si voleva sistemare uno scolo delle acque ? Si chiamava qualche vicino, tutti muniti di vanga, piccone e badili e si provvedeva alla sistemazione di un fosso che era sì di fianco ad una strada comunale ma, concettualmente, era della comunità, del popolo e, quindi, era largamente accettato l’intervento di persone o famiglie interessate alla buona manutenzione del manufatto. Oggi compiere una simile operazione, porta direttamente a beccarsi una denuncia per manomissione di un “Bene pubblico”. In parole povere il bene di proprietà del popolo è finito in gestione o, più esattamente, di “proprietà” della burocrazia che deciderà lei quando come e con quali persone o aziende fare il lavoro.
Chi ha scritto detta missiva dovrebbe pure ricordarsi che per fare una festa in un piccolo borgo, bastava mettersi d’accordo, mettere tavoli e seggiole o panche in una piazzetta o strada in modo tale da non intralciare il modesto traffico di allora e fare baldoria. Oggi è necessario un apposito iter burocratico per fare una festicciola nel piccolo borgo. Anche fare detta mini manifestazione in un luogo privato è rischioso. Se qualcuno si inciampa sono grane grosse per la proprietà. Bisogna considerare che il mondo e la cultura di 60-70 anni fa è scomparso o quasi sostituito dalla cultura di città totalmente slegata dall’ambiente naturale. Chi viveva nella “Natura” doveva fare affidamento sulla Solidarietà per affrontare tanti problemi. Oggi la cultura cittadina è quella dell'”Homo homini lupus”, ovvero tutto ciò che non mi tocca non mi interessa. Basta vedere i muri imbrattati, giovani che sui mezzi di trasporto pubblico non cedono il posto a persone anziane, donne o portatori di handicap. Chiudo la cicalata ricordando allo/a scrivente della lettera che quando ero ragazzino il mancare di rispetto ad un anziano era inconcepibile e se si fossero fatti tali atti di maleducazione, alcuni ceffoni non te li levava nessuno. Oggi caro/a scrivente sa come vengono chiamate le persone anziane ed i pensionati ? SCORIE SOCIALI , tragga le conclusioni.