SP 32 – Foto inviata da Città Metropolitana –
Ho letto, e visto le foto, dei danni causati dal temporale in Appennino. Si cercano le imprevvidenze istituzionali, le assenze degli organi di gestione e tutto ciò che concerne al POTERE, dimenticandosi che dovremmo essere in una DEMOCRAZIA . Vi erano, ed ancora vi sono, tanti lavori fattibili sul territorio che potrebbero contribuire alla limitazione dei danni causati da un temporale. Li cito in ordine sparso : pulizia da tronchi e rami caduti in piccolissimi alvei torrentizi che, però, quando arriva una ondata d’acqua, si trasformano in un poderoso domino devastante. Mi spiego meglio. Subito a monte del ristorante Gentilini a Pianaccio vi è un piccolo ponte sopra un minuscolo rivolo d’acqua, che, quando siamo d’estate, manco si vede. Detto quasi inesistente micro corso idrico, causa la pendenza, scende direttamente dal Monte Grande, ma, specialmente a causa delle barriere naturali causate dalla caduta di alberi sbarranti il suo corso, anni fa spazzò via un lavatoio in cemento armato posto poco a valle del ponticello di cui sopra. Le ragioni ? Semplici ! L’acqua di una pioggia un po’ consistente ha fatto cedere la barriera-tronco più a monte trascinando con sé tutti i sassi e detriti possibili che hanno provveduto a creare una forza d’urto impressionante aumentata via via che precipitava a valle con sfondamento dei successivi ostacoli. Risultato ? Un opera in cemento armato spazzata via come un fuscello ed un enorme conoide detritico nel letto del Rio Bagnadori. Il rimedio ? Una costante opera di pulizia dell’alveo dai vari ostacoli naturali, tronchi. In passato era opera degli abitanti del paese, oggi chi lo farebbe ? Ammesso che Pianaccio avesse ancora un congruo numero di abitanti, quale sarebbe l’iter burocratico ? Sempre in passato i castagneti erano sistematicamente percorsi in senso orizzontale da una fitta rete di muretti a secchi che formavano le così dette “roste”, ovvero piccoli ripiani nei quali si accumulavano i ricci e le foglie cadute dagli alberi e, in caso di pioggia violenta, frenavano e filtravano in maniera egregia le acque di ruscellamento. Detti lavori chi li farebbe oggi ? Da ragazzino, quando andavo con la nonna a ripulire (armondare) il castagneto dalle erbe in attesa della caduta delle castagne, era mio compito sistemare in maniera acconcia tutti i muretti a secco delle “roste”. Se oggi andassi a fare un simile lavoro con i miei nipoti, sarei proprio sicuro di non beccarmi una denuncia burocratica. Ormai qualsiasi attività, anche la più semplice e non dannosa, deve passare attraverso dispendiosi iter burocratici, sia in termini di tempo che di danaro. Devono essere sempre le Autorità. gli Entri Preposti, i Supremi Organi Decisionali a fare o, meglio, a non fare e non far fare di tutto. Chiudo la cicalata con due fatti di cronaca avvenuti alcuni anni fa . 1° Avviso agli amministratori comunali di una grossa città, che lungo una strada vi è un grosso albero pericolante. Il cittadino viene invitato a darne comunicazione ad altro ente il quale dice che si deve rivolgere ad un altro ecc ecc . L’albero cade ed uccide un nonno con il nipotino . Responsabili ? Nessuno, tutto fatto secondo un contorto iter burocratico di auto deresponsabilizzazione istitituzionale. 2° Caso analogo, fortunatamente senza vittime, ma con distruzione di alcuni veicoli parcheggiati lungo l’asse viario. Responsabili ? Nessuno per le ragioni di cui sopra . Vi immaginate,se un cittadino provvisto di motosega avesse provveduto a mettere in sicurezza i due alberi marcescenti . Denuncie su denuncie . Sarebbe stato massacrato giuricamente . Ed i morti ? E le auto distrutte ? Cose che non interessano la burocrazia.