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Caos anarchico

 

Foto tuttoabologna.it

 

Dopo aver visto le foto dei vandalismi compiuti da “anarchici”sul portico di S. Luca, esprimo le mie considerazioni su dette persone che, impropriamente, si definiscono “anarchici”. Innanzi tutto bisogna spiegare ai profani il significato della parola “Anarchia” che deriva dal greco  anarkhia avente il significato di “Essere senza governo”. Conseguentemente si tratta dell’ideale di una società priva di centri di potere e di comando sia in senso politico che in senso economico e nella quale ogni individuo abbia la libertà di agire ed operare senza alcuna superiore costrizione né di persone, né di leggi .

E’ evidente che una simile società utopica presuppone solo cittadini dediti al bene comune, privi di qualsiasi spinta egoistica o di interesse personale. Che detta concezione non stia in piedi risulta evidente. Ipotizzare che l’umanità sia una tale assieme di altruisti e di brave persone, non solo non è credibile, ma è in palese contraddizione con quello che è l’essere umano con tutte le sue sfaccettature che vanno dal più altruistico agire alla più feroce violenza. Incolpare la società, per quella che abbiamo da almeno 20.000 anni, quale responsabile degli aspetti più egoistici, incivili e criminali è una pietosa via di fuga per giustificare la propria utopia. Innanzi tutto una società senza leggi è un ossimoro. Il libero agire di uno potrebbe essere in contrasto con la libertà di un altro e quindi, se non vi sono superiori limiti ed indicazioni di corretti comportamenti, detta società crollerebbe immediatamente in una specie di rissa di tutti contro tutti.

E quali sarebbero queste indicazioni e queste esplicitazioni di come agire ? Le Leggi ! Ma qualcuno dovrà pure mettere per iscritto dette leggi e qualcuno dovrà pure avere l’autorità di farle rispettare. Sia coloro che danno forma al corpo legislativo sia coloro che ne sono custodi si troverebbero, sempre, al di sopra degli altri componenti di tale società. Anche un pensatore del calibro di Platone, basta leggere i suoi scritti “La Repubblica” e poi “Le leggi”, si trovò dinnanzi ad insanabili conflitti all’interno della sua vagheggiata utopica società. Nacque infatti un motto proverbiale “Chi controlla i controllori ?” . Ed infatti anche nelle utopie vi sono contraddizioni che, all’atto pratico, non si riescono a superare.

Le società più eque, lasciando perdere le utopie ed i sogni, sono quelle nelle quali si possa realizzare al meglio un giusto equilibrio dei poteri, la possibilità che non vi siano persone, associazioni ed istituzioni che non siano sotto il controllo di altre e che debbano, conseguentemente, agire secondo leggi approvate dalla società tutta sia direttamente o con i suoi rappresentanti. Ritorniamo agli imbrattamenti del portico di S. Luca e non solo di quello. Detto comportamento certifica, oltre ogni dubbio, che chi ha agito così, cercando di nascondersi o giustificarsi con un malinteso concetto di “anarchia”, non ha capito assolutamente cosa rappresenti un bene storico e culturale. Detto portico, come la sovrastante basilica, NON sono proprietà di un organismo religioso né di un potere laico, sono patrimonio del popolo, della sua storia e della sua cultura. Quindi il frasario scritto sui muri, non ha offeso né Dio, né le gerarchie religiose né il potere civile ma il popolo bolognese tutto e non solo quello bolognese.

Estendo il concetto : “L’ultima cena” di Leonardo da Vinci non è un bene di qual si voglia Arcivescovo o sindaco è Patrimonio dell’Umanità . Ed è così per le statue degli dei greco-romani, per gli affreschi di Giotto e tanti altri lavori ed opere che superano gli stretti vincoli di luogo, di tempo e di concezioni per divenire, anche in brevissimo tempo, una espressione di cultura, di storia dell’intera Umanità, ovvero dei POPOLI TUTTI . Devastare detti beni, dimostra che non si è capito nulla né di storia, né di cultura e né di società su basi filosofiche. Se ci si vuol battere contro centri di potere che si giudicano ingiusti, vi sono ben altri strumenti per fare queste battaglie ed in modi oltremodo civili, ma, purtroppo, è necessario disporre di una cultura e di una intelligenza che gli imbrattamenti non evidenziano.

 

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