Anomalia portoghese

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Due giorni fa ho letto sia su di quotidiano inglese che su uno spagnolo, osservazioni sul fatto che il Portogallo abbia avuto un miglior controllo della epidemia da coronavirus sia della Spagna che dell’Italia in particolar modo e sia della stessa G.B.. A mio avviso l’analisi più centrata è stata quella spagnola, anche perché, penso, conosca meglio la realtà portoghese di altri.

I punti salienti del vantaggio lusitano risultano essere stati i seguenti : il lieve ritardo dell’arrivo della pandemia ha permesso alla governo di approntare immediatamente tutte le misure sia di indagine che di contenimento; la sanità, centralizzata, ha agito sistematicamente ed in modo uniforme sull’intero territorio nazionale; l’assenza di governi regionali, di autonomie o di particolarismi ha fatto sì che non si perdesse tempo in discussioni e trattative tra i vari organismi istituzionali; la cessazione immediata di conflitti politici fra i vari schieramenti, il governo di centro-sinistra è stato affiancato dall’opposizione di destra da subito nel superiore interesse del paese. Il confronto, per l’articolista spagnolo, tra la situazione politico-gestionale della Spagna e del Portogallo è stato impietoso per il suo stesso paese.

Facciamo un salto in Italia e vediamo se le osservazioni del giornalista spagnolo possano essere trasferite nel nostro Paese. Da noi la Sanità è gestita in ambito regionale, ovvero ogni regione programma tempi e metodi ed impostazioni dei programmi secondo proprie direttive. In che ha prodotto una tale disuniformità dello stesso servizio sanitario da meravigliare. Vi sono regioni che si sono indirizzate alla sistematica riduzione del servizio pubblico a vantaggio di quello privato.

L’emergenza ha evidenziato che il privato non era assolutamente in grado di far fronte ad una pandemia per il semplice fatto che il suo ambito operativo ed economico era indirizzato a situazioni di normalità medio bassa. In altre regioni, per ragioni impropriamente attribuibili a problemi di bilancio, si stava procedendo ad una sistematica riduzione del servizio sanitario. In tutte, o quasi, le regioni abbiamo assistito negli anni ad un proliferare di scandali con corruzioni, distrazioni di capitali, investimenti con sperpero di pubblico danaro ed altro ancora. A corollario di questo si è continuato a ridurre il personale sanitario sino a livelli di vera e propria inefficienza.

Con l’arrivo della pandemia abbiamo assistito, in ambito politico, ad una virulenza delle opposizioni nel confronto del governo in carica, da far dubitare che si operasse per l’interesse del Paese o non per meschine operazioni elettoralistiche in un momento così tragico. Si aggiunga a questo la difficoltà di operare in maniera sistematica dovendosi confrontare continuamente con le realtà locali e regionali. A questo punto il confronto Italia-Portogallo è impietoso, ha evidenziato come la gestione italiana del SSN sia stata fallimentare, più al servizio di interessi partitici, economici privati e, spesso, fraudolenti che della cittadinanza.

Cosa possiamo augurarci ? Che la classe politica abbia recepito questa lezione, con decine di migliaia di morti, molti evitabili, e si adoperi per portare il SSN ad un livello da paese civile.

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