Osservazioni gastronomiche

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foto groupon.it

 

Quello che vado scrivendo sono mie osservazioni frutti di molti decenni di frequentazioni di ristoranti in varie zone. La prima cosa che mi ha colpito, in senso negativo, è stata la proliferazione, anni fa, di locali specializzati in pesce. E’ noto il desiderio dei bolognesi, così lontani dal mare, di pasteggiare col pesce. Cosa perfettamente comprensibile. Ciò che mi è risultato incomprensibile è sempre stato il costo di tale cibo fornito. Basta andare in qualunque supermercato al banco del pesce per scoprire che, a parte talune specie, i costi variano dai 4 € ai 20 € il Kg, quindi ben al disotto di qualunque filetto o costata di manzo. Perché poi il prezzo di un pasto composto da un branzino ( € 14-16 / Kg) contorno e poco più arriva a cifre assurde ?
Lasciamo il mistero del pesce ed arriviamo a cose più tradizionali. Anche qui assistiamo ad uno stranissimo comportamento di molti ristoratori. Se si è in 2 o 4 avventori il pranzo, ed conto, restano nella normalità. Se si è in una allegra brigata l’andazzo assume una piega perversa. Man mano cresce il numero degli avventori e più le cose precipitano nel tragico. Sia ben chiaro, il mio non è un discorso generalista, ma, purtroppo, una certa e sostanziosa percentuale di ristoratori vengono colpiti dal morbo di “fare ciccia”, ovvero di approffitare della situazione causata dalle chiacchiere fra persone, di frizzi e lazzi e di disattenzione di gruppo, per rifilare indicenti furbate.
Ne racconto una per tutte, c’è stato anche di peggio. Prima di iniziare la novella, bisogna dire che con la storia dei funghi e del tartufo ci si è allineati con quella del pesce, in peggio, se possibile. Dunque una allegra brigata, maschi e femmine, almeno una trentina di persone, dopo doverosa prenotazione, sono a pranzo nel ristorante. Prima di noi aveva pranzato una nutrita squadra di avventori. Il ristoratore ci ha fornito vino in caraffe, ovviamente riempite con il vino avanzato nelle bottiglie dei clienti precedenti più un’aggiunta di terzanello di infima qualità. I soliti antipasti di salumi men che mediocri con sottacenti industriali da un tanto il Kg. Arriva il primo ! Il ristoratore, con in una mano un pezzetto di tartufo da gr 5 e nell’altra l’apposita affettatrice, passa sopra i piatti distribuendo gr 0,00001 di tartufo su ognuno di questi. Alla fine con il pezzetto di tartufo ancora integro, ritorna in cucina. Il primo era roba da catering da mensa aziendale di basso livello, il sugo di condimento proveniente da un bidone di analoga provenienza. Il secondo, un intruglio carnaceo incommestibile dal più affamato felino con contorno di patate surgelate fritte in olio da motore diesel tutte flaccide e mollicce. Il dolce ? Di solita provenienza di bassa industrializzazione. Giro finale con amaro o limoncello che la maggioranza si è rifiutata di bere non sapendo se fosse un alcolico o acido nitrico colorato. Il conto ! £ 60.000 a testa (vi erano ancora le lire) ! Rimostranze generali, il ristoratore lanciò le sue invettive dicendo che era colpa nostra dal momento che avevamo chiesto il tartufo. Da nessuno richiesto. Alla fine della baraonda, onde non trascendere, pagammo e ce ne andammo. Nessuno di noi è mai più tornato in detto ristorante. Si badi che coloro che andavano in due o al massimo in quattro non erano scontenti del posto.
Domanda : qual’è la molla psicologica che spinge vari ristoratori ad agire in maniera indegna quando ci sono comitive ? Forse il celebre “Carpe diem” (cogli il momento) di oraziana memoria ? Ad una attenta analisi possiamo dire che chi agisce così, specialmente in una zona turistica, non solo danneggia sé stesso nel prosieguo della attività, ma getta una luce sinistra sugli altri ristoratori della zona. Credo, però, che qui intervenga quella che è la cultura collettiva dell’italiano basata sul concetto di essere “furbo”. Nell’immaginario collettivo un simile personaggio non viene percepito per quello che è, un disgraziato, ma viene annoverato fra i furbi meritevoli di un monumento in piazza più magnificente di quello di Garibaldi. Far fesse alcune decine di persone è simbolo di luciferina furbizia ! Il guaio è che, come ho scritto, in detto peccato furbesco ci cadono vari ristoratori che, in altri contesti, si comportano normalmente.
Conseguenze ? Quando nelle associazioni culturali di cui faccio parte, si decide di far baldoria, maschietti e femminucce preparano o comprano ciò che aggrada ed in sede si brinda e si mangia fra lazzi e battute senza il rischio di un conto iniquo e di cibi pessimi.
Buon appetito da Ettore Scagliarini

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