Tortellini al ragù
E’ incredibile come una una cosa “leggera” possa essere al centro dell’attenzione di tanti. I media ovviamente sono complici colpevoli.
Il fatto: esce la notizia che Mons. Zuppi nel giorno di S.Petronio, protettore di Bologna, offrirà ai poveri il consueto pranzo a base di tortellini, ma, e qui è lo scoop, fatti con carne di pollo e non col tradizionale maiale. Scandalo !! Non è possibile proprio a Bologna, terra patria (non tutti sono d’accordo…) e custode della ferrea tradizione.
Si diffonde il panico…Forse a qualcuno però sono sfuggiti due particolari: 1 – Mons. Zuppi, futuro cardinale di Bologna, sembra sia stato colpito anche lui da questa notizia che ha appreso dai giornali, 2- anche nel caso..non ha detto “D’ora in avanti è obbligatorio mangiare i tortellini con carne di pollo ” !!
Quindi chi vuole seguire il consiglio del presule, che da tempo si è avviato lungo il non facile sentiero dell’integrazione, mangi pure questa nuova ricetta, ma tutti gli altri sono liberi di abbuffarsi con “l’ombelico di Venere” condito con ciò che preferiscono …panna..ragù..pesce…cosa che è avvenuta e avviene tuttora e non viene visto come atto sovversivo. Artusi e colleghi possono stare tranquilli.
Diversi anni fa un amico marzabottese mi invitò alla Lama dove c’era un ristorante che serviva i tortellini di pesce, si supponeva pescato nel Reno . C’era sul davanti del locale un vistoso cartello che evidenziava la specialità, qualcuno passava e rideva, qualcuno entrava e provava la novità. Se ricordo bene non ebbe un gran successo.
In un’altra occasione un vicino di tavola in un locale di “Cucina tradizionale” nella bassa bolognese ordinò: “Tortellini al ragù”. Il cameriere lo guardò un po’ stupito “Vado a vedere in cucina” rispose con tono un po’ freddo. Ritornò portando i miei classici in brodo di pollo e guardando di fianco, non negli occhi, disse con tono staccato:” La cuoca, che è anche la padrona, ha detto che qui non li facciamo ! Noi rispettiamo la tradizione, noi facciamo quelli veri bolognesi!” Il cliente non si dette per vinto. Mi conosceva e mi supplicò di intervenire, Non voleva arrendersi. Andai in cucina a salutare un po’ del personale e dopo qualche minuto dalla porta posteriore uscì un cameriere con un piatto coperto da una scodella, con atteggiamento da spia della “Guerra Fredda”, con schiena leggermente abbassata, si avvicinò al tavolo e lasciò il “manicaretto” preteso.
Tortellini pasticciati
Ma il massimo fu quando in un locale moderno dell’hinterland, con piatti vari che andavano e venivano sui tavoli di giovani e meno giovani, un avventore alzando la voce ordinò :”Per me tortellini pasticciati.” Calò il silenzio. Il cameriere, non giovanissimo, lo guardò, non credeva alle sue orecchie, si avvicinò e disse: “Scusi, cosa ha detto..pasticciati ?! Ma state ordinando la minestra, non un dolce..” L’interlocutore insistette. L’ “uomo in frac” si avviò sbigottito verso la cucina, chiaramente era la prima volta che riceveva questo ordine. E tornò con espressione seria e più professionale (al di là della porta lo avevano certamente edotto sulle novità culinarie ). “Mi dispiace ma non c’è nel menu e non li facciamo. Al massimo con la panna.”
Confesso che la cosa mi fa un po’ sorridere. I classici tortellini sono serviti in brodo. La celebre Cesarina Masi, nel cui locale mia madre fece da cuoca, “inventò” i tortellini con la panna. Confesso anche che tutte quelle proibizioni alimentari con sottofondo religioso, al giorno d’oggi, sono pietose. Se mettiamo in lista : niente maiale, niente bovini, niente volatili, niente pesci, finiremmo per nutrirci, come scrisse l’Artusi, con gli escrementi del ciuco di casa. Consideriamo anche che la macellazione di tanti animali debba essere soggetta a particolari riti e metodologie, alla fine cosa ci resta ? Un piatto di radicchietto selvatico scondito. Un po’ deprimente. Tra l’altro mi viene a mente la risposta del Sindaco di Olbia, se non vado errato, che di fronte alle proteste di islamici per il menù scolastico disse :”Noi sardi mangiamo il maiale, beviamo il vino e rispettiamo le donne”. L’ultimo argomento mi sembra un vero pilastro della civile convivenza tra i sessi.