Ho letto le “ingiunzioni” affinché i proprietari di aree alberate o cespugliate a fianco di strade, provvedano all’abbattimento di dette piante al fine di non creare pericoli o disagi a chi transita lungo dette vie di comunicazione, specialmente in caso di nevicate o forti burrasche. Si accenna a tutto, sanzioni, castighi ecc., ma non vi è una riga sull’iter burocratico. Più esattamente non vi è espressa la garanzia che qualsiasi burocrate in vena di crear disagi ai cittadini, standard italiano, non faccia denunce per abbattimenti non autorizzati da : ministeri, enti regionali, consorzi, associazioni ecc. ecc. . Trovarsi in tribunale per aver adempiuto ad un atto di senso civico, è veramente antipatico. Un consiglio a detti editori di tali ingiunzioni: specificate MOLTO bene che NON si rischia di trovarsi in tribunale per aver ripulito i bordi stradali. Non si pensi che le mie siano fantasie. Il C.A.I. Club Alpino Italiano, è stato denunciato dai soliti burocrati ben seduti in uffici riscaldati e pagati con pubblico danaro per : APPROPRIAZIONE INDEBITA DI BENI DEL PUBBLICO DEMANIO . La ragione ? Il C.A.I. si è fatto carico, con i propri soci e volontari, di riaprire mulattiere. sentieri e vie di comunicazione dagli alberi caduti per la tempesta nel Nord Est d’Italia consentendo alle comunità colpite di essere raggiunte almeno a piedi. Gli alberi caduti e segati erano, ovviamente, portati via. Un lavoro improbo e fatto con le braccia di montanari e di amanti della montagna. E così è scattata la denuncia. Questo non è un caso isolato di demenziale burocrazia, è la strada maestra su cui si sta indirizzando l’Italia: L’INCIVILTA’. Altro esempio che, alla luce di 70 e più anni di frequentazione di montagne e grotte e di partecipazioni a operazioni di soccorso, anche di estrema difficoltà e pericolosità, posso tranquillamente citare. Lo sapevate che se stando facendo un’escursione in montagna, vedete alcune persone fare cose sconsiderate sull’orlo di un precipizio, NON dovete assolutamente avvicinarvi e dir loro di comportarsi diversamente, e neppure cercare di soccorrere il malcapitato precipitato, rischiate grosso? Perché ? I citrulli, su indicazione del solito avvocato avvoltoio, vi denunciano per averli portati alla tragedia e di averli mal consigliati. La Magistratura che, in detti frangenti, è alla ricerca del colpevole, vi condanna. Quindi, quando in montagna, vedete persone fare cose demenziali in grado di farli precipitare, allontanatevi velocemente, NON prestate alcun soccorso. Giunti a distanza di sicurezza, quella dalla quale, con un buon binocolo, vedete lo svolgersi della tragedia, chiamata il Soccorso Alpino specificando che siete a tot Km di distanza, ecc. ecc.. Ci sono precedenti di persone, di cui il C.A.I. ha fatto nome e cognome, specializzati in questa truffa reiterata per molto tempo. Ugualmente, di fronte ad un incidente stradale, allontanarsi. A distanza di sicurezza avvisare il 118 per aver intravvisto qualcosa. Fra non molto sarà opportuno che se vedete precipitare in un fiume o in un lago un bambino, lasciarlo tranquillamente annegare. Tuffarsi, rischiare la propria vita per portare in salvo un essere umano e, poi, trovarsi denunciato per aver spinto nelle acque la povera creatura da parte della famiglia su consiglio dell’avvocato avvoltoio, farà poco piacere. L’unico è avere a propria discolpa 2 marescialli dei carabinieri, un componente del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) e 4 segretari di partito. In caso contrario prepararsi a vendere la casa per risarcimenti. L’inciviltà sta avanzando a grandi passi, indossare indumenti intimi delle parti basse fatti con acciaio inox di spessore non inferiore a 10 cm .
Ettore Scagliarini