Tutto incominciò nel 1998, mi volli iscrivere nuovamente all’Università, qui a Bologna. Regolarmente laureato nel 2003 decidemmo di festeggiare l’avvenimento, qui, nella nostra casa di Via Nosadella. Invitati, altre alcuni/e colleghi/e di studi, vi erano amici e parenti dell’Alto Appennino Bolognese, colleghi di lavoro della provincia di Modena. Non avevamo però fatto i conti con il fatto che chi doveva entrare in città lo poteva fare solo dopo le ore 20. E poi dove poteva parcheggiare? Avrebbe potuto prendere un servizio pubblico, ma dopo una certa ora questi non circolano più. Così ci assoggettammo a fare da autisti, mia moglie, mia figlia ed io, ai vari ospiti che erano riusciti a parcheggiare a vari chilometri dal centro. Sia in andata che in ritorno. Mai più, decidemmo. E così la festa della laurea della figlia la facemmo fuori Bologna, anche quella di una nipote, così per la nascita del 1° nipotino, ed i vari compleanni ed avvenimenti vari. La nostra casa in centro non può più ospitare alcuna allegra brigata. Sarà un grande sollievo per amministratori, commercianti ed altro non vedere queste allegre confusioni. Quando abbiamo voglia di stare in combriccola vi è la casa di Pianaccio. Nessun problema di orario ad entrare, nessun problema di parcheggio, nessun incubo di gestione. Si, è vero, sarà lontano, Pianaccio, ma almeno si può conviviare tranquillamente senza problemi. Se poi si fa tardi oltre misura, una camera per gli ospiti c’è sempre a disposizione senza dover pensare al carro attrezzi che ti porta via l’auto. Laurearsi nell’Alma Mater Studiorum di Bologna è piacevole, le feste di laurea è meglio farle altrove. C’è qualcosa che non funziona?
Ettore Scagliarini