Multe e trasporti

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Una breve analisi matematico-economica del trasporto pubblico di Bologna. Partiamo da un concetto di base: quanto necessita per fornire un servizio dignitoso ed appetibile. Simuliamo di avere un percorso ad anello o di andata e ritorno lungo km 16. Se abbiamo autobus che viaggiano a Km 4/h (quattro Km all’ora) il tragitto si compie in 4 ore. Se vogliamo dare una frequenza di passaggi ogni 15 minuti sono necessari 16 veicoli. Se si aumenta la velocità commerciale a Km 8/h si dimezza il numero di autobus, se poi si arriva a Km 16 di mezzi di trasporto ne bastano 4 . Come si vede più cresce la velocità commerciale minore è la spesa per fornirsi dei nostri autobus, e non è una diminuzione modesta! Adesso esaminiamo la mentalità dell’utente. Se per raggiungere il punto più lontano (Km 8) a Km 4 di velocità del trasporto pubblico mi sono necessarie 2 ore, è evidente che qualsiasi mezzo privato è più che vantaggioso e, se devo trasportare cose o il tempo è inclemente, l’auto la fa da regina. Anche ad 8 Km/h, impiegandosi un’ora di viaggio + il tempo di attesa, il trasporto pubblico risulta poco appetibile. Le cose iniziano a cambiare quando arriviamo dai Km 16 in su. Mezz’ora di viaggio +l’attesa considerando che il tempo di quest’ultima potrebbe essere dimezzato non riducendo il parco di veicoli pubblici. Arrivando a Km 32/h il trasporto con autobus si riduce a 15 minuti +l’attesa. A queste condizioni il trasporto pubblico diviene talmente competitivo da attrarre molti viaggiatori. Ergo: aumentando la velocità commerciale aumenta il numero dei passeggeri. A questo punto l’azienda pubblica di trasporto può optare per una scelta strategica: utilizzare un maggior numero di veicoli di dimensioni minori elevando la frequenza dei transiti. Attendere 2 minuti invece di 8 e compiere il tragitto richiesto in poco tempo renderebbe talmente competitivo il servizio pubblico da mettere fuori causa molto dell’uso del mezzo privato specialmente quello su 4 ruote. Perché veicoli di dimensioni inferiori? Costano meno, sono più maneggevoli, possono viaggiare facilmente ad una velocità più elevata e transitare in strade ove i mastodontici autobus con rimorchio non potrebbero operare. Elementare Watson! Direbbe Sherlock Holmes. Ma allora perché le pubbliche amministrazioni non ci sono arrivate? Per la semplice ragione che per aumentare la velocità del trasporto pubblico necessita rendere libere strade e piazze dalla presenza dei veicoli parcheggiati! Per fare ciò è indispensabile costruire o attrezzare apposite aree di parcheggio, ma ciò farebbe a pugni con la necessità di elevare contravvenzioni per divieto di sosta per fare cassa da parte delle nostre Amministrazioni. Siamo arrivati al punto del cane che si morde la coda: si fornisce il peggiore e più costoso trasporto pubblico avente la necessità di un apporto economico elevato che viene anche fornito dalle contravvenzioni per divieto di sosta. La garanzia, poi, di un apporto economico alle casse con metodi vessatori consente una gestione poco accurata dei conti pubblici come il Civis ci ha insegnato. Destinare almeno il 50% delle entrate per contravvenzioni alla creazione di dette zone di parcheggio sarebbe doveroso. Purtroppo in Italia da troppo tempo si è instaurata una mentalità nelle nostre Istituzioni basata su atti di arroganza, di violenza e di prevaricazione nei confronti dei cittadini che ben difficilmente può essere modificata. Si pensi solo al mondo delle tasse, ve ne sono di qualunque tipo e su qualunque cosa, vi è anche la tassa per pagare le tasse. Essendo, questo delle imposte, una giungla incomprensibile, necessita pagare un commercialista per potersi districarsi, anche per un modesto pensionato. Si noti poi che vengono inviate notifiche di evasioni di pochi centesimi essendo impossibile colpire i grandi evasori, le leggi sono piene di falle per questi ultimi, dalla dichiarazione di un dirigente dell’incasso tributi. Una simile astrusa e perversa macchina burocratica è oltremodo costosa ed inoltre è la strada maestra in cui si introduce la corruzione. Non è casuale che da tempo si cerchi di far sì che i governi italiani prendano provvedimenti atti a contrastare detta piaga. Il vero problema non è il debito pubblico, ma la scomparsa ogni anno di circa 300 miliardi dai conti pubblici. La colpa non è della Comunità Europea, è nostra! Questo è sistema di gestione della cosa pubblica che potremmo definire “Gansteristico” e mi riporta alla mente i metodi di Al Capone per impostare e mantenere il suo impero: una sistematica e pervasiva opera di corruzione a tutti i livelli che gli consentì di operare per decenni a proprio piacimento. Ritorniamo all’argomento di partenza: siamo sicuri signori Amministratori di agire da buoni Padri di Famiglia come si dovrebbe? La strategia di non disporre di aree di parcheggio per liberare piazze e strade da veicoli in sosta offrendo, tra l’altro, una pessima immagine della città, e di vessare i cittadini con continue contravvenzioni per divieto di sosta, mi fa pensare a quel padre che non dando da mangiare al figlio, quando questi si lamenta per la fame, lo prendesse a ceffoni. Questo del trasporto pubblico è un nodo che ben difficilmente si farà di tutto per sciogliere, sono troppi gli interessi in gioco e troppo incancrenita è una mentalità da Sceriffo di Nottingham (Robin Hood).

Ettore Scagliarini

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