Ho letto delle promesse dell’ Ass. Donini di dare inizio ai lavori dell’impianto Cordo-Doganaccia-Abetone con la seguente motivazione: “Il governo precedente ha stanziato i fondi e quindi si devono fare i lavori”.
Sig. Donini, il Governo del Sig. Matteo Renzi è passato alla storia pere essere uno dei più antidemocratici, con conflitti di interessi per amicopoli e parentopoli da far inorridire. Le cito alcune righe del lavoro di Piergiorgio Odifreddi “La democrazia non esiste” nelle quali viene evidenziato lo spirito di fondo della gestione Renziana del potere. Il testo (pag. 72-73) è questo :”All’estremo opposto, della sguaiatezza antidemocratica, si situa invece chi pretende di cambiare le regole del gioco continuando a giocarlo prima, durante e dopo il cambiamento, nei doppi panni del giocatore e dell’arbitro. Un record negativo nel campo, difficilmente battibile, l’ha stabilito in Italia il governo di Matteo Renzi del 2014-2016, che esautorò un parlamento già delegittimato in proprio, in quanto eletto con una legge elettorale incostituzionale, imponendogli una radicale riforma della Costituzione del 1948, scritta dal governo stesso e approvata con una raffica di voti di fiducia. Dietro simili operazioni di equilibrismo politico si nascondono in genere progetti autoritari e antidemocratici…..” . Qui Odifreddi non cita anche il fatto che molti voti di fiducia erano acquistati dai soliti voltagabbana, fauna tipica dell’italico parlamento. Poco più avanti, pag. 74, viene citato una analoga procedura compiuta dal generale Augusto Pinochet in Cile nel 1988. Diciamo che un certo spirito accomuna chi vuol stravolgere Costituzioni democratiche. Anche chi asserisce di essere “Renziano di ferro” e come tale agisce, attira su di sé ombre di equivoca democraticità. I fondi per detta scriteriata idea di devastazione ambientale ha quale brodo di coltura proprio il mondo renziano. Posso nutrire molti dubbi su tutto questo attivismo da 32 mln di € ?
Ettore Scagliarini
Amici e conoscenti, quando mi capita di chiacchierare in Alto Reno, riaccendono il solito dibattito sul famoso impianto a fune Corno – Doganaccia. Io capisco che , data l’attuale situazione, qualsiasi novità sia ben accetta perchè non può che migliorarla, ma è necessario che vengano chiariti alcuni punti, già da tempo sottolineati ma sui quali torno per l’ultima volta.
Finora si sono sentite solo parole e letti articoli di circostanza, ma niente di ufficiale e pertanto come giornalista desidero vedere il progetto ufficiale approvato con ben in evidenza ciò che comporta l’impatto ambientale ed il costo dei lavori con previsione del numero degli utenti per arrivare ad una pareggio. Come cittadino chiedo di conoscere come si procederà per quanto riguarda la manutenzione, ovvero a chi competerà e con quali costi e quale durata. Ai belvederiani entusiasti del progetto chiedo come suppongono che, una volta realizzata, questa novità possa risollevare l’economia locale. Sicuramente nel primo periodo ci saranno gitanti delle città vicine che saliranno curiosi sulle cabine nei giorni che il tempo lo permetterà, ma il numero sarà limitato. Non ci saranno colonne di auto per questi impianti e dopo i primi mesi la fila sarà sempre più corta. E chi arriverà da Cutigliano, una volta sceso al Corno, farà foto alla Croce e allo Scaffaiolo, poi credo che saranno veramente pochi coloro che scenderanno a Lizzano e Vidiciatico per fare spesa. O qualcuno pensa di aggiungere anche una navetta che faccia la spola per bolognesi e pistoiesi ? E chi la paga ? Sempre i cittadini ?
Avute queste risposte, i pareri favorevoli o contrari potranno essere ben motivati.
Mario Becca