Qualche nodo arriverà al pettine

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Mi è giunta alle orecchie la richiesta dell’opposizione, nel Comune di Lizzano in Belvedere, di chiarimenti alla Sindaca, Sig.ra Torri, su due argomenti: Il punto sull’ impianto megagalattico Corno-Abetone: il rischio di una donazione ad Hera dell’acquedotto di Lizzano.

Partiamo dal secondo punto: l’acquedotto. Vi è stato un referendum che ha sancito, in maniera inequivocabile, che l’acqua degli acquedotti sia un bene pubblico. I referendum, quando toccano interessi partitici, finiscono nel bidone della spazzatura. Invito chiunque ad esaminare la cronistoria del finanziamento pubblico dei partiti. Si è fatto di tutto, prima e dopo il referendum, per saccheggiare i conti pubblici da parte di un congruo numero di partiti. A tutt’oggi la situazione rimane confusa, immersa in un mare di nebbie e di ambiguità da rendere difficile orientarsi anche con un radar di ultima generazione. Intanto i cittadini pagano. Per correttezza sarebbe opportuno che l’opposizione guardi al proprio interno, non a Lizzano, ma in ambito nazionale, se i propri referenti partitici non abbiano le mani in pasta, anche in eventuali fondazioni, nel giro di soldi a finanziamenti in contrasto con lo spirito del referendum. Ergo, quando ci si atteggia a Casta Susanna, bisogna essere totalmente immacolati, anche con l’acqua.

Andiamo al primo punto: il mega impianto funi-filoviario e di galleria collegante il Corno alla Doganaccia e all’Abetone. Innanzi tutto questo NON è un progetto ma una balzana idea vecchia di più di due generazioni. Guardiamoci nelle palle degli occhi. L’Emilia-Romagna non ha attualmente emergenze post terremoti. Quella del 2012 è già stata attribuita e, a parte le indagini della Magistratura sulla presenza dell”Ndrangheta negli appalti e la commissariazione del comune di Brescello, di trippa per i gatti non ce n’è molta. Cosa di meglio che riesumare un cadavere di idea da poter finanziare con una valanga di soldi e da poter così “gestire”? Non è casuale che i due presidenti delle due regioni, Toscana, Emilia-Romagna, più il ministro ( ex) dello sport facessero parte dello stesso entourage politico facente riferimento al ( ex ) presidente del Consiglio dei Ministri. Tutto in famiglia. “Gestire” un pacco di milioni del genere è aspirazione non solo dell’allora partito di maggioranza, ma anche di qualsiasi organizzazione partitica. Pecunia non olet! Mi meraviglia che l’opposizione non abbia capito le ragioni di fondo di tale riesumazione di un’idea né dell’ incredibile e velocistico finanziamento di un’eventuale opera priva di: progetti, impatto ambientale, piano di ritorno economico, analisi infrastrutturale delle zone interessate, piani di accesso all’utilizzo di tale impiantistica ecc. . A qualcuno potrebbe sorgere il sospetto che i partiti di opposizione, almeno alcuni di loro, operino per sostituirsi all’entourage dell’allora partito di maggioranza, trasformatosi oggi in partito di minoranza, nella “gestione” di detto massa di soldi pubblici. Tutto questo attivismo, mi ricorda il finanziamento del 2013 di Stamina da parte dell’intero Parlamento, il quale, con soli 8 ( otto ) voti contrari, votò un primo finanziamento di 40 milioni al sig. Vannoni, senza cartelle cliniche, senza studi verificati in campo medico internazionale ecc. ecc.. Ci volle del bello e del buono da parte dell’INTERA COMUNITA’ SCIENTIFICA INTERNAZIONALE per far fare retromarcia e bloccare il finanziamento ad una cura che si sapeva dannosa per i pazienti ed i loro portafogli. Ma in giro c’erano 40 milioni, più o meno quelli del mega impianto. Mi viene in mente un film di Totò che distribuendo i soldi di una operazione illecita diceva :”Uno a me, uno a te, uno a me – Uno a me, uno a te, uno a me…..” . Come in una poesia di Lorenzo Stecchetti ( Olindo Guerrini) :…la brasadla la pozza ed striné…— La braciola puzza di bruciato—(Traduzione per chi non conosce il petroniano). Quindi se non si fa PROFONDA chiarezza sull’intera operazione, potrebbe sorgere il sospetto di un revival in ambito di dorsale appenninica dei soldi spesi ad Amatrice per costruire le famose villette con un ritardo di un anno e mezzo, senza riscaldamento, in zona di montagna, e con gli scarichi che non funzionano. Il costo? Un po’ più dell’Empire State Building, a sentire qualcuno…. Chiarezza signori ed onestà, in tutti i sensi, i soldi sono dei contribuenti e di contribuenti delle nostre zone cui si tolgono: Servizi Sanitari, Istruzione e cultura, Strade decenti ed infrastrutture da paese civile .

Ettore Scagliarini

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