Kafka a Pianaccio

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In questi giorni ho incontrato Franz Kafka, in viaggio per turismo da circa 6 mesi in Italia, in piazza a Lizzano che cercava di acquistare un giornale di lingua tedesca nell’edicola. Purtroppo non vi era alcun giornale in detta lingua. L’ho riconosciuto subito, magro, con due occhi vivaci, un po’ schivo. L’ho salutato ed abbiamo iniziato una conversazione plurilingue. Insomma, arrangiandoci ognuno con le parole conosciute di vari idiomi, ci siamo intesi. Devo dire che Franz Kafka in breve tempo è riuscito a padroneggiare sufficientemente bene l’italiano. Ovvio l’uso dei verbi all’infinito, i plurali alla tedesca ecc. non hanno inficiato minimamente i nostri dialoghi. E così l’ho invitato a pranzo da me a Pianaccio. Vi era mia moglie cha ha preparato un paio di piatti con pollo, patate, senza maiale, le avevo detto che Franz proveniva da una famiglia ebraica. Del nostro Paese l’hanno particolarmente colpito il caos politico, ho dovuto confessargli che neppure io ne capisco qualcosa, assieme a 60 milioni di italiani, e l’incredibile italica burocrazia. Lui abituato all’efficienza dell’apparato burocratico Austro-ungarico, non è riuscito a districarsi dal demenziale labirinto della nostra burocrazia. Mi ha chiesto una penna ed un foglio di carta e, prima di congedarsi, l’ho accompagnato a Silla a prendere il treno, mi ha fatto dono di ciò che aveva scritto in detto foglio. Ho fatto alcune correzioni sia di ortografia che di sintassi, ma il testo corrisponde, in pieno, alla visione Kafkiana della nostra società. 

 

L’INCUBO

Mia moglie era andata a trovare alcuni parenti in montagna e sarebbe ritornata dopo un paio di giorni. Per trascorrere la serata mi sono recato all’oratorio dei SS. Prosdocimo e Sofronia per ascoltare un concerto di musiche rinascimentali. Piacevole e con un programma comprendente anche autori poco conosciuti. Al mio ritorno a casa trovo la porta di casa sfondata, mi precipito dentro. Non siamo ricchi, anzi, direi appartenenti ad una oltremodo modesta borghesia. I ladri mi avevano asportato solo il televisore. Sfondare una porta per prendere un televisore neanche tanto grande e, per di più, vecchio di almeno 7-8 anni. Mi reco subito all’ U.C.D.U. (Ufficio Centralizzato Denunce Unificate) che da tempo ha sostituito qualsiasi altro ufficio ove sporgere denunce. Mi accoglie, un po’seccato, data l’ora, l’impiegato di turno cui espongo ciò che mi era successo. “Metta per iscritto i fatti!” e mi porge un modulo. Scrivo ciò che mi è successo. “Lei ha la fattura del televisore?”” Ma sarà vecchio di almeno 7-8 anni!” “Non c’entra, senza la fattura lei non può provare che fosse di sua proprietà e che non fosse di provenienza furtiva, ad esempio acquistato da un ricettatore. Conseguentemente lei non può scrivere che sia stato vittima di un furto!” “E la porta sfondata?” “Potrebbe averla sfondata lei perché si era dimenticato le chiavi o per altre ragioni. E poi, se la porta è stata sfondata significa che non era adeguatamente protetta e quindi va a suo carico l’istigazione all’eventuale entrata nel suo domicilio! Visto che lei scrive di abitare in un piano rialzato, perché questi suoi fantomatici ladri, non sono entrati da una finestra?” “Ma perché le finestre sono protette da grate!” “Queste grate le ha messe lei?” “Ma no, è un fabbricato vecchio, le avranno poste almeno 150 anni or sono!” “Ma bene! Si è accertato che nel Catasto Urbano siano citate e messe in pianta ed in alzato dette grate? Data l’anzianità di dette grate è stato fatto esposto alla Sovrintendenza della loro presenza con disegni, foto e copie di pianta ed alzato fatto da un professionista abilitato? Adesso mi vedo obbligato a fare denunce a suo carico di: simulazione di reato di furto; dubbia provenienza di un suo supposto bene, il televisore; mancanza di documentazione di presenza di grate alle finestre nel Catasto Urbano; assenza di avviso alla Sovrintendenza di manufatti storici alle sue finestre; eventuale istigazione a compiere violazioni di domicilio avendo una porta fatiscente! Sarà meglio che lei si faccia assistere da un legale, vada subito ad acquistare 12 marche da bollo da € 36,52 da allegare ai protocolli di denunce a suo carico, intanto firmi questi fogli sulla tutela della sua privacy, sono 24 e in ogni foglio vi sono da apporre 5 firme negli appositi spazi e poi…e poi…mi sono svegliato con mia moglie al fianco che mi dice:” Ma caro, ma come sei agitato, ed hai la fronte tutta sudata, ma cosa ti succede?” Le racconto per filo e per segno il sogno che ho fatto. Asciugandomi la fronte cerca di tranquillizzarmi dicendomi:” E’ stato un incubo, caro, la realtà è assai peggio…..

 

Ettore  Scagliarini

 

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