Dal momento che un sondaggio ha certificato che il popolo della Città Metropolitana ha 2 esigenze prioritarie: 1° Viaggiare in bicicletta 2° Utilizzare solo mezzi pubblici, mi sono chiesto: ” Ma la nostra famiglia è una famiglia della Città Metropolitana?”. Settimanalmente ci rechiamo in auto a Pianaccio ove trascorriamo alcuni giorni. Il primo impegno è andare a trovare due parenti ospiti della Fondazione Santa Clelia Barbieri a Vidiciatico una dei quali ha 96 anni e l’altro è portatore di un grave handicap. E’ vero che potremmo andarci in bicicletta, il più difficile è caricare su dette due ruote: il trasportino con la gatta, alcuni alimenti che lasciati a Bologna si deteriorerebbero, la spesa fatta sia a Silla che a Lizzano, spesso carichiamo, da Giugno in poi, alcuni sacchi di pellet per alimentare la caldaia, poi vi sono indumenti sia per i parenti che per noi, la mia attrezzatura fotografica e dulcis in fundo 2 o 3 cestelle da sei bottiglie da riempire con l’acqua di Pianaccio. Onde poter anche noi viaggiare con le biciclette attendiamo che qualcuno delle autorità preposte al sondaggio ci faccia vedere un filmato ove compie tale tragitto con detta mercanzia dal centro di Bologna a Pianaccio e poi a Vidiciatico, e ritorno, dopo cercheremo di imitarlo. Ultimamente, poi, avendo la figlia alla fine della gravidanza, obbligarla a farsi il viaggio in bicicletta, mi sembrerebbe un po’ eccessivo. Mi sembra anche azzardato portarla in dette zone appenniniche anche in auto. Se iniziano le doglie? I casi sono due: o cerchiamo un parcheggio ove farla partorire o cerchiamo di ritornare a Bologna. Se il fatto avviene di Sabato, Domenica o Lunedì le cose si complicano: ci può essere la partita di pallone e mezza città e periferia sono inagibili, vi può essere anche una manifestazione canora, idem. Quindi il tragitto più sensato è Pianaccio, Silla, Vergato, Sasso Marconi, Ganzole, Pian di Macina, Croara, Ponticella, Via Massarenti, SANT’ORSOLA !!! Stante la tipologia stradale ed il chilometraggio il tragitto potrebbe essere percorso in 4 o 5 ore, in tempo per il battesimo del neonato! Allora? Niente biciclette? Niente auto? Mezzi pubblici !!! Ammesso che mi consentano di caricare su di un autobus tutta quella mercanzia, gatta compresa, giunti in stazione siamo sicuri che i treni della ferrovia Porrettana non siano stati soppressi? Ma ammettiamo, per assurdo, che il treno parta in orario, se poi si ferma strada facendo perché il materiale rotabile è finito in avaria, tipo: ha forato una ruota, cosa potremmo fare? Facciamo un volo di fantasia, il treno arriva a Silla o a Porretta, prendiamo l’autobus per Lizzano, ammesso che ci consentano di caricare tutta quella roba che abbiamo, gatta compresa. Arrivati al bivio per Pianaccio ci attendono Km 4 di strada di montagna da farsi a piedi. Una famiglia Metropolitana previdente tiene in terrazza un asinello con relativo barroccino da caricare sui mezzi pubblici così giunti al bivio di Pianaccio di cui sopra si scarica il barroccino, si attacca l’asinello alle stanghe si pone tutto a bordo e in poco più di un’ora si arriva all’avita casa nell’ameno paesello. Semplice, ecologico e consono allo spirito del sondaggio. Resta sempre il problema della figlia. Fare il ritorno, anche senza gatta, con questi mezzi per arrivare al Sant’Orsola significa essere in ospedale per la cresima del nipote. Quindi mi sembra di difficile realizzazione convincere gli abitanti di Bologna andare a sciare al Corno in bicicletta, o, eventualmente, con tutta l’attrezzatura caricata sul barroccino con l’asinello. Intanto, per agevolare questi trasporti ecologici sarebbe opportuno che l’Amministrazione di Bologna attrezzi una parte dei Giardini Margherita a soggiorno di asinelli e consentire a questi simpatici ed intelligenti quadrupedi una vita gradevole, visti gli impegni che dovranno affrontare nei fine settimana. Non ridacchiate, gli asini sono infinitamente più intelligenti di molti bipedi. Avete mai saputo che un asino abbia promulgato una legge cretina? Loro no, noi sì! Ma a conti fatti, con una analisi approfondita delle problematiche sorte con l’utilizzo di biciclette, mezzi pubblici e quadrupedi, possiamo affermare che: se avete una figlia o un parente di genere femminile in avanzato stato di gravidanza, non recatevi nell’Alto Appennino Bolognese, se doveste pensare di spostarvi senza auto con poco più del portafogli ed uno zainetto su mezzi pubblici, è meglio che stiate a casa, vi resta l’opzione ciclistica. Gino Bartali, per salvare molti ebrei, faceva una valanga di chilometri in bicicletta durante la seconda guerra mondiale, ma lui si chiamava Gino Bartali e sulla bicicletta, a parte i documenti atti ad impedire la deportazione di ebrei, non aveva neppure il trasportino con la gatta!
Sondaggio visto ed interpretato da Ettore Scagliarini