Quanto verrà deciso potrebbe essere determinante per il futuro del territorio.
A Vergato si è vista una notevole partecipazione della cittadinanza alla recente manifestazione pro ospedale e quindi non credo che né il sindaco Gnudi, né l’AUSL possano ignorare (siamo in campagna elettorale) quanto è stato chiesto dai numerosi partecipanti a viva voce nel corso degli interventi ed anche con i cartelli. Lo spostamento di Ortopedia al “Costa” di Porretta sembrerebbe programmato per marzo, ma ora , si spera, qualche riflessione andrà fatta. Alcune mail di lettori interessati all’argomento mi hanno chiesto di essere più preciso, cioè di fare dei numeri. Ebbene le informazioni ricevute mi dicono che a Vergato il numero degli interventi (fratture di vari arti, lesioni tendinee, ecc) si aggira sugli 800 annuali (500 in regime e 300 in Dh). Un numero che a Porretta rischierà di essere inferiore, perchè nella cittadina termale confluiranno i pazienti dell’Alto Reno, ma solo una parte di chi abita nel Medio Reno perchè molti preferiranno andare direttamente a Bologna. L’augurio è che tutti stiano bene, ma se il numero degli interventi fosse inferiore ai fatidici 500 si rischia di fare la fine del punto nascita.
Dopo il futuro dell’Ospedale c’è quella della stazione ferroviaria. Il progetto dei lavori, che riguarderanno il ripristino del secondo binario con relativa pensilina, ascensore con nuova rampa e illuminazione, è stato presentatolo scorso 20 dicembre e l’inizio è previsto per la prossima primavera.
Inoltre è stato di nuovo riproposto l’argomento “piscina” in Consiglio comunale ed anche qui sono attese risposte nei prossimi mesi per sfruttare le nuove disponibilità della Regione per l’edilizia sportiva.
Infine la fontana del Maestro Ontani. L’installazione è prevista in occasione della prossima manifestazione di “Vergato Arte 2018”, ma non è ancora stata decisa la postazione. I desideri dei cittadini, del Comune, del mondo dell’Arte non appaiono ancora concordi e tutto è stato rinviato. Le alternative sembrano essere la piazza principale o quella davanti alla stazione. E’ comunque presumibile che a primavera si vedrà risplendere questa opera che richiamerà molti appassionati e sarà meta di turisti.
A Porretta due interrogativi che a breve attendono risposta e sviluppi positivi. Il primo riguarda la Demm. A fine mese si dovrebbe sapere se esiste un interessamento serio da parte di un imprenditore o di un gruppo. Tutti si augurano una risposta positiva che farebbe ripartire non solo l’azienda, ma buona parte dell’economia porrettana. Il secondo, ugualmente importante, è relativo al bando per l’assegnazione dell’Hotel delle Acque. E’ facilmente intuibile che si presenti l’Agenzia Immobiliare De’ Toschi e se lo veda assegnare e a quel punto la Banca di Bologna sarà proprietaria di tutto lo stabilimento termale e degli alberghi, di conseguenza non potrà rimanere immobile e proseguire con gli investimenti in questo settore, rilanciando tutto il complesso. Giuste e logiche le richieste di chiarificazione avanzate da “Una Nuova Idea”, ma credo e spero vivamente che la risposta arrivi non solo con parole ma con fatti all’indomani dell’acquisizione dell’Hotel delle Acque.
L’ospedale “Costa “ si è potenziato con la recente apertura di nuovi ambulatori e potrebbe proseguire su questa strada con l’arrivo di Ortopedia. Ormai purtroppo chiuso al 90% il discorso punto nascita, non rimarrà che tenere stretto quanto è stato ottenuto. E non sarà facile.
Si attendono infine sviluppi concreti su due importanti iniziative che coinvolgerebbero il territorio porrettano: la Transappenninica e la Ciclovia del Sole.
A Lizzano si è vissuto un periodo natalizio particolarmente favorevole: neve e sole hanno fatto arrivare tanti appassionati di sci e montagna. Ovviamente, e non poteva essere diversamente, ha regnato un certo ottimismo, che ha portato spesso le discussioni sul famoso impianto a fune (Corno – Doganaccia) i cui lavori, con finanziamenti già decisi da Governo e Regione, dovrebbe veder presto l’inizio. Mi è arrivata ancora qualche accusa per il mio pessimismo e non mi ha sorpreso. Ma a quanto pare non mi sono espresso chiaramente e quindi ribadisco il mio pensiero: sono contrario se si fa solo questo ! Se la funivia-seggiovia è vista come risolutrice della crisi economica dell’Alto Reno, è un grosso errore. Potrà dare una piccola mano ma niente di più. Ci sono priorità, che ho già elencato più volte e non voglio ripeterle, che non possono essere ignorate !! E non va dimenticato che il problema più grosso non è quali alternative per il divertimento si possono offrire allo sciatore o al turista che si trova al Corno, ma come convincere un cittadino bolognese o ferrarese o fiorentino a venire al Corno !! Il bolognese che arriva alla tangenziale per andare verso la montagna ha l’alternativa Porrettana o A 13 verso il Veneto. Se sceglie la seconda ipotesi ci sono motivi che bisogna contrastare. E come ? Cercando di offrirgli le stesse cose: piste, alberghi, ritrovi e divertimenti dello stesso livello. Come organizzarsi ? Basta andare a vedere ciò che è già stato fatto nei luoghi che hanno più successo. Non è proibito copiare, non è come a scuola.
E ritorno su un elemento importante: i sindaci dell’Alto Reno debbono unire le forze (fatto raro !) per sollecitare rifacimento e manutenzione del manto stradale, questo è essenziale, perchè la SS 64 Bologna – Pistoia è un “nemico” piuttosto ostico.
Quanto è successo nell’ultimo giorno delle vacanze natalizie ha però “incrinato” quanto di bello è stato detto e progettato dai belvederiani nei giorni precedenti: 1 – nel corso della notte si è registrata una leggera (2.4)scossa di terremoto con epicentro Cutigliano nel vicino territorio pistoiese, 2 – nella funivia dell’Aguille du Midi (M.Bianco) si è rotto un cavo, 3 – sono usciti filmati su seggiovie molto ondeggianti (tutto bloccato ovviamente) per tempesta di neve e vento in Austria. I “nemici” del futuro impianto sono andati a nozze e mi hanno inviato le relative documentazioni. La mia risposta è semplice: sono fatti di rilievo ma non novità. I movimenti sismici in Appennino ci sono sempre stati così come i fenomeni atmosferici tipici delle montagne, quindi sono più che sicuro che i tecnici nell’innalzare pali e stazioni terranno presente quanto è successo in passato e i risultati dei nuovi studi in questi settori. Quanto al cavo della famosa funivia sulle Alpi, si tratta, hanno dichiarato i tecnici del posto, di materiale un po’ vecchio e delle particolari condizioni meteorologiche di questi giorni, condizioni che potranno essere difficili anche sull’Appennino Tosco-Emiliano ma non a questi livelli.
Convincere degli sciatori bolognesi a venire al Corno è difficile, specialmente se risiedono nell’interland nord della città . Per un periodo abbiamo abitato a Castemaggiore, vicino ai luoghi di lavoro, prima eravamo in due e poi è arrivata la figlia . Due sciatori piuttosto appassionati ed esperti ed anche la figlia è diventata un’ottima sciatrice . Il tempo medio per raggiungere le piste del Corno in orari umani, non alle 3 di notte, erano tra le h 2,30 e 3 , più o meno lo stesso tempo che arrivare nelle piste dolomitiche . Dal momento che quando nevicava veniva chiusa sa A1 convogliando il traffico, specialmente pesante, sulla S.S. 64 bisognava mettere in conto che da Sasso Marconi a Silla ci si mettevano 2 ore o 2,5 . Adesso, fortunatamente non nevica più al di sotto dei 1500 metri, si potrebbe sperare in tempi meno biblici, ammesso che il fondo stradale della SS 64 non rimanga quella pista da motocross che è attualmente . Avendo casa in quel di Pianaccio, con parenti ed amici, avevamo suddiviso così i WE invernali : al Corno, di preferenza, a fare scialpinismo o arrampicate su cascate ghiacciate e sui canalini , quando si disponeva di più giorni a sciare in dolomiti o Alpi . Da almeno 15-16 anni di cascate ghiacciate manco l’ombra ed ugualmente salite sui canalini, troppo caldo e condizioni atmosferiche troppo instabili . Come accennato dalla Redazione, se non si opera sulle infrastrutture, ora inesistenti, il famoso collegamento Lago Scaffaiolo-Doganaccia sarà apportatore di ben modesti incrementi economici a fronte di una rilevante spesa, con pubblico danaro .