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Benessere dei dipendenti al primo posto nelle aziende: buoni pasto strumenti centrali per il welfare aziendale

Un clima lavorativo sereno consente ai dipendenti di operare al meglio e di garantire una maggiore produttività all’azienda. Questo è uno dei motivi per i quali sempre più imprese e aziende stanno prestando grande attenzione al benessere dei dipendenti, dentro e fuori il posto di lavoro, fornendo loro i cosiddetti fringe benefit. Si tratta di servizi accessori e benefici che i collaboratori possono usare durante il tempo libero o per migliorare la loro vita lavorativa, perseguendo in entrambi i casi un maggiore benessere personale.

Tra i fringe benefit maggiormente apprezzati nell’ambito del welfare aziendale ci sono i buoni pasto, che le aziende possono erogare ai loro collaboratori, indipendentemente dal tipo di contratto e dal regime di lavoro. In pratica possono beneficiarne tutti i dipendenti: chi lavora part time o full time, oppure chi ha un contratto a tempo determinato o indeterminato.

Va sottolineato che, nonostante i tanti benefici apportati, i buoni pasto non sono obbligatori ma a discrezione dei datori di lavoro. In realtà ci sono delle eccezioni e le aziende sono tenute ad erogare questi benefit in due casi: quando è previsto nella contrattazione individuale o decentrata, oppure quando è incluso nel Contratto Collettivo Nazionale (CCNL) applicato. In ogni caso per saperne di più rimandiamo alla lettura dell’articolo di approfondimento che spiega quando spettano i buoni pasto.

Pur non essendo obbligatori, fatta eccezione per i casi appena indicati, sono sempre di più i datori che decidono di optare per questi fringe benefit. Perché? I motivi sono tanti. Bisogna considerare il fatto che in Italia c’è una forte tradizione gastronomica; quindi, per i dipendenti è importante consumare la pausa pranzo mangiando i loro cibi preferiti.

I dipendenti a stomaco pieno possono lavorare al meglio delle loro possibilità, aumentando di conseguenza la produttività aziendale. I buoni pasto, cartacei o digitali, sono caratterizzati inoltre da una notevole flessibilità. I collaboratori possono spenderli come vogliono, pranzando nei loro ristoranti preferiti e scegliendo i piatti maggiormente di loro gradimento.

In alternativa possono consumare i benefit diversamente, ordinando ad esempio cibo da asporto, opzione molto gettonata tra chi lavora in smart working o in modalità agile, o acquistando alimenti al supermercato e poter preparare un pranzo sano e genuino direttamente da casa.

I dipendenti non devono quindi mettere mano al portafoglio, cosa che fa aumentare significativamente il loro potere d’acquisto e anche la fedeltà verso l’azienda.

I benefici sono evidenti per le stesse aziende, per le ditte individuali e per i liberi professionisti, dal momento che i buoni pasto sono interamente deducibili e quindi non concorrono alla formazione del reddito del dipendente.

Come già anticipato l’erogazione di buoni pasto crea un clima positivo e stimolante, che aiuta i dipendenti a rendere al meglio e che riduce notevolmente problemi endemici come il turnover, l’assenteismo e la fuga di talenti.

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