La Reno Fonderie Soc.Coop, cooperativa fondata dagli ex lavoratori della Lem (storica azienda di Gaggio Montano fallita nel 2019) si è aggiudicata l’asta (in via non definitiva fino alla pronuncia del Tribunale).
Il Tavolo di Salvaguardia metropolitano in questi anni ha monitorato da vicino la vicenda attraverso anche numerosi incontri che hanno portato alla definizione, lo scorso 26 maggio, del percorso e dei tempi che hanno consentito alla Cooperativa fondata da venti dipendenti dell’azienda fallita, di partecipare all’asta per acquisire la Lem.
Si conclude così una vertenza particolarmente delicata e complessa che ha visto Città metropolitana, Regione Emilia-Romagna, i Comuni di Gaggio Montano e Alto Reno Terme, Legacoop, sindacati e una serie di professionisti impegnati e in sinergia fra loro.
Il Tavolo di Salvaguardia per la storica azienda che contava 70 dipendenti è attivo dal 2016. Le varie proposte di acquisto arrivate non si sono mai concretizzate portando quindi al fallimento della società nel luglio 2019.
Nel febbraio 2020 è nata l’idea di “workers buyout” cioè del salvataggio di un’azienda da parte di una cooperativa di lavoratori che si concretizza nel novembre 2020 con la nascita della Reno Fonderie Soc.Coop. per azioni.
Venti dei trenta lavoratori rimasti hanno investito nel rilancio dell’azienda i loro due anni di Naspi (il sussidio mensile di disoccupazione) fondando una Cooperativa per provare a salvare il posto di lavoro diventando loro stessi imprenditori; per i lavoratori Legacoop proporrà un affiancamento per acquisire tutte le competenze necessarie a guidare un’azienda, costruendo assieme a Insieme per il Lavoro-Città Metropolitana un percorso formativo.
Per gli altri 10 lavoratori che non hanno aderito al progetto si è avviato il percorso di cassa integrazione. Per loro al prossimo anno di sussidio si aggiungeranno i due anni di Naspi. In più dovrebbero entrare nei percorsi di formazione dell’Anpal (l’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro) con il sostegno della Regione Emilia-Romagna.
La nuova cooperativa spera di poter ripartire a produrre a pieno regime entro agosto dopo un robusto piano di investimenti per rimettere a nuovo gli stabilimenti e i nuovi impianti.
“Il caso LEM – ha sottolineato l’assessore regionale Vincenzo Colla – dimostra che lo strumento del workers buyout in questa regione è una possibilità concreta per arrivare ad una soluzione positiva di una crisi industriale. Grazie al coraggio e alla determinazione delle lavoratrici e dei lavoratori riuniti in cooperativa si sono create le condizioni perché ora possa proseguire l’attività della storica fonderia insediata da decenni in Appennino e a disposizione di tutto il sistema imprenditoriale. La Regione Emilia-Romagna, insieme alle altre Istituzioni, è vicina ai lavoratori ed è disponibile ad accompagnarli in questo progetto che può dare garanzie di continuità industriale salvaguardando e valorizzando il lavoro”.
“Si è trattato di un percorso molto complesso e sfidante – ha dichiarato il consigliere delegato Fausto Tinti – sempre accompagnato dal Tavolo di salvaguardia, che ha coinvolto molti attori che voglio ringraziare: in primis la Regione e i sindaci dei comuni di Gaggio Montano e Alto Reno Terme sempre presenti durante il percorso e l’ agenzia regionale per il lavoro che ha messo a disposizione le proprie alte competenze tecniche dei ragionamenti del tavolo per la miglior tutela di tutti i lavoratori nei diversi percorsi che faranno. Ringrazio profondamente il curatore Pietro Stefanetti, disponibilissimo fin dall’inizio a valutare tutto per traguardare un progetto complesso e articolato; Legacoop che ha prestato il proprio know-how sul worker buy out accompagnando la nascita della newco e i sindacati che hanno accompagnato tutto il percorso con grande responsabilità, disponibilità e mettendo in capo i loro legali per sciogliere i nodi a mano a mano che si sono presentati”.
“Siamo molto contenti – ha dichiarato Elena Gaggioli vicesindaca di Alto Reno terme – che questa crisi complicata possa trovare una conclusione positiva, che oltretutto vede protagonisti i lavoratori che, con determinazione, coraggio e responsabilità, si sono adoperati per salvare la loro azienda. Come istituzioni del territorio siamo a completa disposizione, qualora vincano la gara, per accompagnarli nel rilancio di questa importante realtà. Questo risultato è frutto di un percorso complicato che ha visto però una fattiva collaborazione dei Comuni, della Città Metropolitana, della Regione e delle organizzazioni sindacali, insieme al Curatore.”
“Auspicavamo da tempo una soluzione – ha sottolineato Maria Elisabetta Tanari sindaca di Gaggio Montano – positiva della lunga vertenza che ha interessato un’azienda storica ed importante per il nostro Appennino come la LEM.
Appennino già interessato in passato da gravi crisi aziendali e sofferente ora per problemi legati alla viabilità materiale.
Il fatto che siano i lavoratori stessi a farsi carico del futuro dell’azienda, è un chiaro segno di impegno, di serietà e di amore verso il proprio lavoro e il proprio territorio.
Queste sono qualità che da sempre caratterizzano gli abitanti della montagna e che pertanto ci fanno ben sperare per il futuro di questo territorio, che non perde tempo a piangersi addosso, ma sa reagire ed essere parte della soluzione più ancora che del problema.”
Anche Fim Cisl e Fiom Cgil esprimono soddisfazione per un percorso condiviso che permette la continuità di in azienda storica del territorio dell’Appennino , non disperdendo professionalità e mantenendo l’ occupazione , con l’auspicio di una crescita in futuro, garantendo contestualmente ai lavoratori e alle lavoratrici che hanno deciso di non aderire al percorso di WBO la copertura degli ammortizzatori sociali e l’attivazione delle politiche attive finalizzate alla loro ricollocazione. Va inoltre apprezzata la volontà di queste lavoratrici e lavoratori che con la costituzione della cooperativa hanno permesso tutto questo.