Credo che ormai sia perfettamente superfluo esaltare le enormi doti di un artista come Carlo Maver.
Particolare, eclettico, sensibile e attento a ciò che in molti non riescono a vedere, Maver compie una vera e propria trasformazione, quando flauto o bandoneon sono cullati dal movimento delle sue dita.
Nell’istante in cui inizia la melodia, l’uomo si trasforma e cambia, divenendo qualcosa di unico, non soltanto con lo strumento, ma con tutto ciò che sta attorno e, quando il concerto si svolge in un luogo suggestivo, a cielo aperto, il senso della magia veicolata dalle note assume un potere ancora più grande.
Carlo Maver e il suo bandoneon
Maver è andato ormai oltre questo modo di intendere e comunicare con la musica: certo, lo ha fatto grazie allo studio, all’estro e alla sua esperienza personale, ma ciò che lo rende un talento raro è la maniera in cui il musicista trasporta un senso di pace e benessere attraverso i suoi brani, questa volta aiutato e sostenuto da una piacevole brezza estiva serale e dalla rigogliosa vegetazione del parco dei Gessi, poco fuori Bologna.
Il sussurrare del flauto e il deciso incedere del poderoso bandoneon sono stati protagonisti di un meraviglioso concerto al tramonto, durante il quale anche coloro che non erano a conoscenza dell’evento, non hanno potuto fare a meno di fermare il loro cammino per un attimo, al suono della musica che pareva diffondersi in ogni anfratto e che pareva sprigionarsi dalla più piccola delle rocce.
C’è stato chi ha continuato la passeggiata con un sorriso, accompagnato dalla straordinaria esperienza sensoriale e chi invece ha preferito prendersi una pausa dai pensieri e decidere di sedersi sull’immenso prato di una delle colline più alte della Dolina della Spipola, lasciando che il tempo stesso decidesse di rimanere in leggiadra sospensione.
Carlo Maver
Ancora una volta, la musica di Maver e la grande ricerca di quell’irraggiungibile perfezione artistica che soltanto un vero virtuoso tenace della musica continua a perseverare, hanno scaturito dal nulla una magia che ha reso la natura ancora più bella e la città sullo sfondo ancor più affascinante, mentre le sfumature arancioni di una giornata giunta al termine, sono state il tocco finale per la creazione di un’opera d’arte dell’anima.
Il tramonto
Gli applausi finali, scaturiti da ogni parte del parco, hanno infine regalato a Maver il regalo più grande, sfoggiando sul viso concentrato un sorriso di soddisfazione e gratitudine, insieme alla ricompensa per un talento che non cessa di evolvere e muta insieme alle stagioni e, anche se in pochi hanno potuto vedere dal vivo quel sorriso, nel cuore di tutti è apparso nitido ed è rimasto ben impresso, insieme alle note e alle melodie malinconiche e liberatorie di un concerto davvero unico.
Foto di Fabrizio Carollo