“Possiamo accettare che l’età sia una discriminante per salvare o condannare una vita?”
“Caro Presidente Cna Pensionati, ho letto con tanta attenzione la sua lettera aperta. La ringrazio di cuore per avermi scritto. Condivido tante delle sue considerazioni e anche l’amarezza. Sì, non basta solo dire ‘State a casa’, giustamente, ma dimenticando che questo per chi ha difficoltà è doppiamente complicato. Possiamo accettare che l’età diventi una discriminante per salvare o condannare una vita?”
Inizia così la lettera del Cardinale Matteo Maria Zuppi di risposta al Presidente Cna Pensionati Bologna Sandro Vanelli, che qualche giorno fa aveva scritto una lettera aperta al Cardinale Zuppi, dedicata alla condizione degli anziani per l’emergenza corona virus e al futuro che aspetterà loro una volta terminata questa emergenza.
“Le case di riposo – prosegue il Cardinale Zuppi – sono state aiutate come si doveva, proteggendo gli ospiti e gli operatori, fornendo loro tutti i mezzi necessari tempestivamente per garantire la sicurezza? E poi non paghiamo il fatto che troppo poco negli anni passati abbiamo detto ‘restate a casa’, cercando e creando soluzioni che permettessero una permanenza protetta nei luoghi abituali degli anziani, sostenendoli domiciliarmente e favorendo le co-housing?”
“Siamo convinti che solo insieme, anziani e giovani, potremo uscire da questo terremoto, le cui scosse indeboliscono chi è più debole, sui quali pesa un doppio isolamento ma soprattutto rischia di fare perdere il capitale umano che gli anziani rappresentano. In questi giorni ancora così drammatici dobbiamo stare attenti a quanti si trovano in grande difficoltà, soli e proteggere la loro vita. Una volta finita la pandemia, però, dobbiamo capire e scegliere di cambiare quello che li rende ancora più vulnerabili, le burocrazie, gli sprechi, le inedie che impediscono di trovare risposte intelligenti, sostenibili e che abbiano al centro la persona. Quello che voi chiamate ‘invecchiamento attivo’ riguarda quell’età in più che ci è regalata dal benessere, che non è più la terza età tradizionale e che richiede uno sforzo di comprensione da parte di tutti. L’anziano non è un oggetto, alla fine male sopportato, ma un soggetto indispensabile”.
“Imparare a lavorare assieme non sarà facile dopo troppo tempo di inquinamento della politica, ridotta a slogan e ricerca di consenso immediato, senza progetti di lunga durata. Mi auguro che tutti saremo consapevoli di quello che c’è chiesto e scegliamo l’unica direzione verso la quale dobbiamo remare assieme. Sono convinto che Cna, insieme agli interlocutori che condividono questa esigenza irrinunciabile, potrà fare molto. E’ necessario un confronto in questo senso che, come scrive, veda tutti i protagonisti lavorare assieme. La pandemia ci mostra che siamo tutti legati e che solo con uno sforzo comune se ne può uscire”.
“Abbiamo un grande bisogno degli anziani (mi conviene, perché manca poco anche a me per entrare ufficialmente a farne parte!) – conclude nella sua lettera il Cardinale Zuppi – Senza radici non c’è speranza e futuro. Grazie di cuore perché trasforma l’amarezza e la sofferenza di questi giorni in scelta, determinazione, visione, impegno per il futuro”.
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