Il protocollo, che rinnova quello sottoscritto nel 2015, inserisce alcuni elementi di novità. Ad esempio si considererà fattore premiante per un’impresa il possesso del Rating di legalità (rilasciato dall’Autority garante per la concorrenza sul mercato) anche sotto la soglia dei 2 milioni euro. Il Comune, come stazione appaltante, continuerà a impegnarsi a inserire nei documenti di gara il Patto di integrità, collaborando con la Prefettura per la verifica dell’iscrizione delle aziende nella white list.
Grande attenzione alla tutela ambientale: il Comune si impegna a orientare in una prospettiva sempre più sostenibile dal punto di vista ambientale i propri acquisti e i propri lavori per promuovere la produzione e il consumo di beni e servizi con il minor impatto ambientale; nella valutazione dell’offerta, il criterio di aggiudicazione adottato potrà essere integrato dal criterio del “costo del ciclo di vita dei prodotti” al posto del prezzo di acquisto. In tal modo, si valorizzerà la prospettiva dell’economia circolare negli appalti pubblici. Tra le altre misure di sostenibilità ambientale, il Comune di Bologna si impegna affinché le gare di appalto per la fornitura di beni e servizi di materiale monouso prevedano il disincentivo ovvero l’esclusione di procedure di acquisto non ecosostenibili (c.d. plastic free).
Importante il capitolo relativo alla clausola sociale di riassorbimento per favorire la stabilità e continuità occupazionale in caso di cambio di appalto. A parità di base d’asta si richiederà il mantenimento degli stessi diritti e delle stesse condizioni retributive di provenienza dei lavoratori; un elemento premiale è rappresentato dalla clausola sociale di protezione per favorire l’inserimento di persone fragili o in condizioni di svantaggio anche con uno specifico riferimento al progetto di “Insieme per il Lavoro“. Altre novità al capitolo trasparenza e monitoraggio: si affiancheranno al monitoraggio istituzionale degli appalti, con la creazione di un database, strumenti di “monitoraggio civico” per consentire la partecipazione di enti autonomi e indipendenti per verificare l’osservanza degli obblighi previsti nel protocollo.
Nel 2015 il protocollo rappresentò una risposta positiva alla crisi che dal 2008 aveva colpito in modo profondo le imprese del territorio. Il territorio dell’area metropolitana di Bologna è riuscito a uscire meglio di altri da quella lunga crisi, ma le incertezze sulla situazione economica del nostro paese, il ricorso al lavoro irregolare, il contrasto alle infiltrazioni mafiose, come dimostrato anche dal recente processo Aemilia richiedono un nuovo intervento per rafforzare l’efficacia delle regole in materia di appalti pubblici. Nella situazione attuale va quindi posta particolare attenzione ai fenomeni di dumping -contrattuale e sociale- alla presenza eccessiva di false cooperative o alle srl “apri e chiudi”. Il protocollo sottoscritto venerdì 8 novembre intende conservare, tutelare e sostenere un territorio che è fondamentalmente sano, perché gli appalti pubblici sono una leva fondamentale per sostenere l’economia, dare opportunità alle imprese, mantenere e creare posti di lavoro di qualità.
Il protocollo ha durata triennale e le parti si impegnano a incontrarsi periodicamente. Il Comune di Bologna si impegna a convocare le parti ogni volta vi sia richiesta di almeno due sottoscrittori.