Un caffè è un luogo dove passare un pomeriggio di svago e relax con i propri amici o familiari. Un luogo di normalità e quotidianità che presto sarà anche un rifugio contro lo stigma e l’isolamento della malattia.
È questo l’obiettivo di Caffé Alzheimer, risultato di una co-progettazione tra il Comune di San Lazzaro di Savena, capofila del Distretto di San Lazzaro, l’Azienda USL, Distretto di committenza e garanzia di San Lazzaro, l’Associazione Centro Sociale Anziani Ricreativo Culturale “Fiorenzo Malpensa” e l’Associazione ARAD Onlus, Associazione di ricerca e assistenza demenze.
Rivolto alle persone che soffrono di demenza senile, il Caffé Alzheimer è un luogo dove gli anziani con problemi di deterioramento cognitivo e i loro parenti possono ritrovarsi in un clima di normalità, sorseggiando un caffè o una bibita, in uno spazio accogliente, e soprattutto insieme ad altre persone. L’obiettivo è contrastare il senso di abbandono e isolamento che molto spesso queste persone e le loro famiglie si ritrovano a vivere, stimolando la socializzazione e il riappropriarsi di spazi pubblici, sempre però in un luogo protetto e con il sostegno di professionisti.
Il centro sociale ricreativo e culturale Fiorenzo Malpensa ha messo a disposizione i propri spazi ogni venerdì, dalle 15 alle 17, affinché la struttura diventi un vero e proprio caffè aperto agli anziani e ai loro accompagnatori, un momento di incontro con laboratori di socializzazione e occasioni di confronto e supporto, anche individuale, con professionisti del settore e psicologi. A dare ufficialmente il via al progetto al centro Malpensa, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, è stato il team di enti locali, associazioni e istituzioni sanitarie distrettuali, davanti a una fitta platea di persone di ogni età.
A fare gli onori di casa Luigi Dovesi, presidente centro Malpensa e l’assessore alla Terza età e Nuove fragilità del Comune di San Lazzaro Alessandro Battilana, che hanno introdotto le finalità del Caffé Alzheimer, “un progetto di altissimo livello, che si inserisce nel contesto della rete dei servizi rivolti alla non autosufficienza ed alle nuove fragilità, rendendoli all’altezza delle nuove esigenze, con strumenti sempre più qualificati”.
Il progetto rientra infatti nel Piano di Zona, “strumento vitale e all’avanguardia per creare un dialogo e una strategia ad ampio raggio sia a livello di prevenzione che di benessere sociale legato a patologie come l’Alzheimer” ha spiegato Gabriele Minghetti, presidente dell’Unione dei Comuni Savena-Idice -.
Il Caffé Alzheimer è la dimostrazione che creare una rete sociale e di servizi su tutto il territorio è la strada giusta per rispondere in modo capillare ed efficace alle esigenze delle famiglie e dei cittadini”. In prima linea, nella battaglia contro le patologie cognitive e degenerative della Terza età, c’è anche AUSL – Distretto di Committenza e Garanzia di San Lazzaro di Savena. Il direttore del Distretto di San Lazzaro Elisabetta Vecchi conferma infatti che “da oltre 10 anni è in atto un cambiamento demografico importante che ha portato a un aumento dell’aspettativa di vita delle persone. La sfida é dunque garantire a tutti, e in particolare alle fasce più fragili della popolazione, un livello di qualità di vita soddisfacente. Come Asl, assieme agli enti locali e alle associazioni, abbiamo raccolto questa sfida cercando di adeguare i servizi ai nuovi bisogni della popolazione, dando risposte non solo sanitarie, ma anche sociali, sia ai pazienti che ai loro familiari”.
Attualmente, infatti, “i farmaci a disposizione contro la demenza senile e i disturbi cognitivi sono di scarsa efficacia. Servono dunque progetti che investano su terapie psico-sociali e si rivolgano non solo ai pazienti, ma anche ai loro familiari”, spiegano la geriatra del Centro Disturbi Cognitivi Evis Dodi e il dottor Maurizio Camanzi, medico di Medicina Generale e referente clinico per l’Ausl distrettuale. L’Alzheimer infatti “è una patologia che fa ammalare tutta la famiglia”, come illustrato dalla vicepresidente di ARAD Onlus Clelia D’Anastasio, e da Manuela Berardinelli, presidente dell’Associazione Alzheimer Uniti Italia Onlus: “L’Alzheimer è una patologia che causa dolore, disorientamento, rabbia e difficoltà nella relazione con una persona che non è più la stessa, ma soprattutto paura, imbarazzo e dunque isolamento di un intero nucleo familiare. Progetti come il Caffé Alzheimer sono fondamentali per mettere in rete associazioni come le nostre, istituzioni e i centri sociali, per sostenere le famiglie ma anche diffondere nella società la sensibilità verso queste patologie e ridurne lo stigma”.
“Sono Molto orgogliosa della nostra comunità – ha concluso il sindaco Isabella Conti durante il suo saluto – che nel quotidiano e nelle situazioni di difficoltà è capace di lavorare assieme mettendo da parte le differenze. Il grande valore di Caffé Alzheimer sta nello sforzo collettivo di enti locali, associazioni, specialisti sanitari e le famiglie, per ridare dignità a chi soffre di Alzheimer. Questa condizione crea un vuoto di memoria, un vuoto che va riempito con cura, affetto, empatia da parte da parte di tutte le persone che vogliono essere parte attiva di questo percorso di guarigione, che non è individuale, ma collettivo perché riguarda ognuno di noi”.