La cultura è per tutti, così come l’arte e la passione che lega ad essa e ad ogni sua forma.

Una frase che dovrebbe essere ovvia, eppure è opportuno ricordarla, di tanto in tanto.

Nel tempo, si è creduto che tutto ciò che possiede qualcosa di artistico debba essere riservato ad un pubblico d’elite e sia ad esclusivo appannaggio degli esperti del settore, per complicate e cervellotiche conferenze a numero chiuso, dove il messaggio finale è più che nebuloso, al termine delle stesse.

Inoltre, ancora oggi e troppo spesso, il vecchio adagio “con la cultura non si mangia” viene ripetuto persino dalle istituzioni di un paese che possiede gran parte del patrimonio Unesco e che invece dovrebbe rendersi conto di quanto sia importante valorizzare il territorio, proprio partendo da tutti gli eventi culturali che potrebbero essere organizzati.

Perché l’arte è unione e racchiude tutto ciò che stimola la fantasia e l’originalità, regalando emozioni ed evoluzione a chi la pratica, così come a chi la ammira e la commenta, in un continuo scambio di opinioni, idee e critiche costruttive che non possono che portare a ottimi risultati ed una maggior consapevolezza da parte di tutti noi.

Cosa che, potrebbe certamente spaventare chi invece ha interesse a relegare le persone all’interno del buio cerchio dell’ignoranza, ma questo è un altro discorso.

Negli ultimi anni, l’Appennino ha dimostrato una profonda anima artistica, portando alla nascita di rassegne assolutamente interessanti e diversificate in tutti i comuni collinari e dimostrando una evidente crescita degli stessi, sia a livello turistico che da parte dell’interesse degli stessi abitanti, i quali sempre più hanno riscoperto le radici dei loro luoghi.

A Livergnano, deliziosa chicca del comune di Pianoro, il poeta Loris Arbati è un vero cavaliere al servizio della cultura e del territorio e lo ha ampiamente dimostrato, realizzando incontri che hanno coinvolto decine di artisti emergenti e più conosciuti, catturando l’attenzione e fidelizzato un nutrito numero di persone, presso il centro civico culturale del paese.

Proprio quest’ultimo è stato ed è tutt’ora la sede della rassegna Officina Culturale, che ha preso il via sabato scorso, con la conferenza dal titolo “Alla ricerca delle antiche vie transappenniniche bolognesi” tenuta dal dottor Giuseppe Rivalta.

Un primo appuntamento che ha fatto il tutto esaurito ed il pieno di attenzione e partecipazione, dimostrando ancora una volta come cultura e natura posseggano un legame fortissimo e, come lo stesso Arbati ha sempre sostenuto, creando le passeggiate culturali lungo i sentieri collinari, alternando la conoscenza di fauna e flora con reading ricercati e ricchi di emozione.

In questo primo semestre della rassegna, Arbati ha chiamato la poetessa bolognese Miriam Bruni ad affiancarlo nella conduzione e non è questa la prima collaborazione che i due artisti hanno ideato e realizzato.

Nella foto Miriam Bruni e Loris Arbati

 Una ben nutrita prima parte di quella che si evidenzia come un’interessante rassegna culturale. Com’è stata fatta la scelta degli artisti che saranno i protagonisti degli incontri?

La scelta degli artisti è il frutto di un accurato esame tra me e la prof.ssa Miriam Bruni – ha dichiarato Loris Arbati –  da mesi mi affianca nella gestione di eventi culturali e con la quale si è creata un’ottima empatia artistica. In questo calendario, abbiamo cercato di coinvolgere non soltanto autori di poesie o romanzi, ma anche chi tratta importanti temi sociali, come l’ambiente e la storia del nostro territorio.

Poesia, narrativa, conferenze e tanto altro, ma il vero protagonista della rassegna sarà sempre il nostro Appennino? A quale tipologia di pubblico saranno rivolti gli incontri?

A tutti. Da sempre affermo che la cultura, se saremo in grado di valorizzarla, è il solo e unico strumento in grado di farci uscire dalla deriva nella quale la nostra società si trova da tempo. Inoltre, credo che se la cultura venga valorizzata al nostro Appennino, essa sarà il mezzo fondamentale per la conoscenza e l’amore per il territorio, anche da parte di chi non lo conosce pur abitandovi. In questo senso, le passeggiate didattiche che ogni mese organizzo e guido per far conoscere il nostro ambiente naturale, sono pensate come veri e propri momenti culturali all’aperto e credetemi: l’Appennino è un palcoscenico unico al mondo!

La poetessa Miriam Bruni, con cui ormai collabori da un anno, è una delle personalità artistiche più conosciute nel panorama bolognese. Com’è nata la vostra sinergia?

Ho conosciuto Miriam in occasione della giornata mondiale del libro, a Pianoro, circa un anno fa ed ho presentato la sua raccolta poetica, rimanendo affascinato dall’intensità dei suoi componimenti. Quando le ho proposto di darmi una mano nella direzione artistica di Officina, lei ha accettato senza indugi ed eccoci qui.

Dopo tanti progetti e diverse iniziative culturali da te organizzate e che hanno avuto un formidabile riscontro, credi che l’appellativo di “Uomo di Cultura” ti rispecchi?

Uomo di Cultura io? Sono solamente un grande appassionato di lettura, che ha caratterizzato gran parte della mia vita. I libri hanno riempito carenze, alleviato dolori, attizzato curiosità e posto domande. In tanti anni non mi hanno mai tradito ed anzi, mi hanno spinto a scrivere. Ora, sento l’esigenza di regalare al prossimo tutto ciò che ho assimilato, ad iniziare dai bambini. Tra l’altro, il mio prossimo romanzo è proprio dedicato a loro e si intitolerà “La favola del vecchio bosco”. Ma, al di là di tutto, non mi sento affatto un intellettuale.

 

Il primo incontro, sabato scorso, è stato un successo…

Non era la prima volta che il Dott. Giuseppe Rivalta partecipava alle nostre iniziative. Poliedrico artista, scrittore, documentarista ed esperto d’ Africa, l’anno scorso venne a parlarci di un suo emozionante viaggio intorno al mondo, mentre in questo primo incontro ha suscitato l’interesse del pubblico, raccontando la storia delle strade transappenniniche la loro nascita.

Progetti futuri dei quali puoi metterci a conoscenza?

Mi viene in mente la giornata mondiale del libro che l’amico Ermanno Pavesi, vice sindaco di Monzuno, vuole organizzare il 21 aprile presso il circolo di Brento, per cui mi ha chiesto collaborazione. Inoltre, saranno previsti una serie di incontri di educazione ambientale con scuole elementari e medie di Bologna e provincia, sempre per seguire la non facile missione di coinvolgere i più giovani nella storia e nella valorizzazione del nostro territorio.

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