L’esposizione aperta dal 14 gennaio al 28 febbraio 2018
L’idea della mostra nasce dalla ricerca fatta dalla storica dell’arte Serena Baccaglini che, nel corso dei suoi studi dedicati al grande artista spagnolo, scoprì una eccezionale collaborazione a tre tra Pablo Picasso, Nelson Rockefeller, uno dei più grandi mecenati del Novecento, e l’artista Jacqueline de la Baume Dürrbach, che ricreò il dipinto di Guernica mediante l’antica arte della tessitura.
L’opera di Picasso, tra i quadri più rappresentativi del Novecento, fu realizzata dall’artista spagnolo per denunciare l’atrocità del bombardamento aereo tedesco subito dalla cittadina basca Guernica la sera del 26 aprile 1937. La cittadina non era teatro di azioni belliche, cosicché la furia distruttrice del primo bombardamento aereo della storia si abbatté sulla popolazione civile uccidendo soprattutto donne e bambini.
Il quadro, di notevoli dimensioni (metri 3,5 x 8), fu realizzata in soli 33 giorni, preceduto da un’intensa fase di studio, testimoniata da ben 45 schizzi preparatori che Picasso ci ha lasciato.
L’opera ebbe un successo immediato e fu richiesta in numerose esposizioni internazionali per il suo messaggio morale e civile universale. Anni dopo Nelson A. Rockefeller (esponente dell’omonima famiglia di petrolieri, governatore dello Stato di New York dal 1959 al 1973 e vicepresidente degli Stati Uniti nel 1974 con l’amministrazione Ford), chiese di poter acquistare l’ arazzo che la riproduce, realizzato da Picasso grazie al talento di Jacqueline de la Baume Dürrbach, la geniale artista francese dalle dita d’oro, capace di tessere un dipinto.
Nel 1985 Happy, la moglie di Rockefeller, sei anni dopo la sua morte, decise di consegnare l’arazzo di Guernica alle Nazioni Uniti perché il forte messaggio iconico evocativo sull’orrore della guerra potesse essere continuo e costante. Una targa, accanto all’arazzo posto all’ingresso della sala del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, sottolinea che esso fu donato “in memory of Nelson Rockefeller and of his faith and support of the United Nations”.