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ALTO RENO TERME: Il futuro delle Terme e non solo

C’è trepidazione ed anzi direi un pizzico di ansietà su tutto l’Alto Reno  in attesa di conoscere i particolari dell’operazione triangolare Banca di Bologna, attuale proprietaria delle Terme di Porretta, INAIL, prospettata da Bonaccini fin dall’anno scorso come potenziale acquirente, e Gruppo Terme Felsinee, annunciato come gestore.  Il chiarimento di tutti i passaggi dovrebbe avvenire oggi pomeriggio nel corso del Consiglio comunale di Alto Reno Terme, l’ultimo sotto la guida di Giuseppe Nanni, sindaco uscente già candidatosi per il secondo mandato.

L’articolo uscito il 13 agosto su “Il Resto del Carlino”, firmato da Massimo Selleri, e intitolato “Quindici milioni: Monti fa rinascere le Terme” ha sicuramente fatto fare un sobbalzo a tutti nell’Alto Reno e portato una ventata di ottimismo. Se riparte il motore delle Terme, riparte tutta  l’economia del territorio. Le dichiarazioni del dott. Antonio Monti, patron del Gruppo Terme Felsinee, hanno spaziato su vari fronti, dallo stabilimento termale al settore alberghiero e sportivo. Nei suoi progetti c’è il tanto atteso ammodernamento delle sale per le cure e degli ambulatori  (con disponibilità di RNM, eco, ecc) ma anche di una piscina e di una palestra per il basket, e ha fatto anche un preciso riferimento alla Patrona del basket, tutti elementi che dovrebbero attirare sportivi da riabilitare ed anche sani.

Ha inoltre fatto chiari intenti di collegamento con gli impianti del Corno alle Scale e addirittura anche col suo Villaggio Salute Più ( che si trova a pochi km dalla Via Emilia e da un  casello autostradale, non dimentichiamo !). C’è quindi “tanta carne sul fuoco”, forse troppa per chi conosce la realtà, per chi, come me, ha già visto in passato più o meno recente tanti progetti e sentito tante programmazioni. Il dott. Monti, che rappresenta l’identikit ideale per la ripartenza delle Terme, in virtù di quello che ha fatto in questo settore merita piena fiducia, ma per realizzare quanto presentato nell’intervista dovrà essere affiancato da altri ed aggiungere altri capitali ai 15 milioni a cui il titolo fa riferimento.

In tutta la trattativa ci sono di mezzo soldi pubblici e privati e quindi, come sappiamo per esperienza, potrebbero sorgere intoppi e frenate, ma, per una volta, cercherò a fatica di essere ottimista. Come dobbiamo essere tutti, perché credo sia una delle ultime chance per far ripartire l’Alto Reno.

 

In home page foto di Fabrizio Carollo

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