Siamo al 9 giugno e ancora da Porretta Terme non c’è nessun collegamento con Pistoia.
Da quando è iniziata l’emergenza sanitaria da Covid-19 e gli spostamenti erano vietati, “giustamente” tutte le corse sono state annullate, anche se un servizio minimo non sarebbe dispiaciuto a nessuno, soprattutto ai lavoratori pendolari, costretti a spendere un patrimonio di mezzi propri per recarsi al lavoro. Ma ora che senso ha non avere un treno che collega Porretta-Pistoia e viceversa’?
Sembra quasi che ogni occasione sia buona per far cadere nel silenzio la nostra amata ferrovia, una frana, la rimozione di un binario, un lavoro di manutenzione in piena stagione estiva e chi più ne ha, più ne metta. Per la frana di Corbezzi del 5 gennaio 2014 (frana di piccole dimensioni, non era irreparabile!), la ferrovia rimase chiusa fino al 29 novembre dello stesso anno, dopo manifestazioni, appelli degli enti locali e dei cittadini. Una frana, che i nostri vecchi, anche se fosse stata di dimensioni più grandi, come da testimonianze, erano abituati a rimuoverla entro una settimana senza creare tanto disagio.
Ma torniamo ad oggi 9 giugno 2020, quando ancora tutto tace, nonostante lo spostamento tra regioni si sia già sbloccato dal 3 giugno e sembra che ci siano stati degli incontri con l’Assessore Ceccarelli della regione Toscana, ma ciò che mi chiedo è: cosa c’è da discutere sulla ripartenza della linea, non è una cosa normale ripristinare la linea ferroviaria com’era prima del Covid 19? Che senso hanno le corse sostitutive di bus che per le strade di montagna ti fanno star male?
La Ferrovia Porrettana deve riprendere la sua corsa, tra monti e valli, tra gallerie, fiume Reno e piccole stazioni.
Deve riprendere la corsa col suo bagaglio di storia secolare e ridare il servizio costante ai suoi pendolari sui colorati e moderni “Jazz”, “Vivalto”, “Pop” e non solo!
La Ferrovia Porrettana, rivalutata più volte anche con i treni storici nel suo percorso suggestivo, oltre a essere fondamentale per tutti i residenti, per i pendolari per motivi di lavoro e studio, deve essere il volano del turismo in Appennino, specialmente in questo anno particolare di emergenza sanitaria, in cui la gente guarda con interesse la montagna, dove gli assembramenti non sono rilevanti come in città o al mare.
E allora il treno deve essere il protagonista degli spostamenti di chi vuole scoprire l’Appennino ricco di suggestivi paesaggi a contatto con la natura, ricco di luoghi di cultura e storia come la Linea Gotica e di fede con i suoi numerosi santuari.
E ricco pure di tradizioni enogastronomiche che il visitatore non potrà non apprezzare!
Foto di Pasqualina Tedesco