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ALTO RENO TERME: Inaugurazione TRE CROCI al Rifugio di Montecavallo

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Alle TRE CROCI, un luogo caro ai granaglionesi che da secoli le vedono stagliarsi verso il cielo terso di Montecavallo, alla rispettabile altezza di 1275 mt. slm in zona di crinale prossima al Rifugio di Montecavallo, fra le  valli del Rio Maggiore e del Randaragna, circondate da una vista e vegetazione mozzafiato, si incrociano le strade forestali che salgono da Castelluccio, dal Poggio e da Casa Forlai.

Le stesse hanno dato origine al toponimo.

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Ad esse è legata una leggenda di tre donne di Case Trogoni, borgata a circa 1000 mt, che all’inizio del settecento si incamminarono per andare a Porretta Terme passando per la strada di Castelluccio. Giunte a Monte Cavallo furono sorprese da una bufera di neve fuori stagione nel mese di giugno. Morirono assiderate dalla furia della tempesta e la loro memoria fu ricordata con queste tre croci che dopo secoli ancora sfidano gli eventi naturali. Il fatto tragico non è documentato, ma tramandato da secoli come per tanti altri luoghi dove si ricordano tragedie di donne al lavoro o per altre cause accidentali.

Ricordiamo che qui le donne lavoravano sodo per mandare avanti la famiglia, restando da sole per tanti mesi all’anno quando gli uomini si recavano fuori regione per fare i carbonai. Tante di esse lavoravano all’attuale Rifugio di Monte Cavallo, luogo di alloggio e di ristoro, bellissimo edificio che sorge sulle pendici del Monte dei Boschi proprio nei pressi delle Tre Croci.

Il Rifugio prende il nome dal Monte Cavallo, cima alta 1451 metri, che si trova sul crinale che separa la valle del Randaragna dalla valle del Baricello, torrente affluente del Silla. Le sue pendici, completamente boscate, sono coperte da cedui di faggio e da impianti di conifere. Il Rifugio dal 1923 era un Consorzio di Forestazione e Rimboschimento durato fino agli anni ’60/’70 circa, dove lavoravano principalmente le donne che con il loro lavoro contribuivano alla realizzazione di svariati obiettivi come l’allentamento dell’erosione del terreno, il freno alla desertificazione, la tutela della biodiversità, la protezione del terreno da inondazioni e valanghe, la produzione di legname, il controllo del tenore di anidride carbonica nell’atmosfera. Esse si recavano a piedi, provenivano da diverse borgate per prelevare le piante dal consorzio e trapiantarle in tutto il territorio montano dove si riteneva necessario e secondo le indicazioni del Corpo Forestale. Lavorare con la Forestale, anche stagionalmente, significava avere una garanzia pensionistica per il futuro e quindi tutti i sacrifici erano accettati pur sapendo di dover fare tanti chilometri a piedi e in condizioni metereologiche non favorevoli.

Da qualche mese l’amministrazione comunale di Alto Reno Terme aveva lanciato l’idea di ripristinare le tre croci, ormai consunte dal tempo. La collaborazione è arrivata da una squadra eccezionale: gli Alpini di Porretta Terme, Bruno Valdiserri e Ruggero Fanelli, boscaioli di lunga e provata esperienza, la ditta Daldi  e tanti volontari che subito si sono messi all’opera  per sostituire le precedenti e riportare alla comunità la bellezza e la maestosità di questi simboli esistenti da secoli e a cui la gente è legata per ciò che rappresentano.

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Ce l’hanno messa tutta i volontari. Anche il sindaco ha prestato la sua opera anche manuale. E ieri il gran lavoro svolto in questi mesi si è presentato nella sua grande bellezza per i numerosi cittadini intervenuti che sono rimasti veramente stupiti. Tutto il lavoro è stato fatto con enormi tronchi di castagno lavorati. Dall’Amministrazione Comunale è  stata anche posta una targa centrale che ne spiega il valore.

L’inaugurazione è avvenuta alla presenza del Sindaco Giuseppe Nanni,  della vice sindaco Elena Gaggioli e dell’Assessore al Turismo Nicolò Savigni.

Giuseppe Nanni ha ricordato che queste tre croci ricordano il Golgota, il sacrificio delle donne e il calvario della gente montanara nella vita quotidiana per procurarsi il sostentamento.

Il parroco Don Michele Veronesi ha benedetto le tre Croci prima della Santa Messa, celebrata anche da Don Lino Civerra. La celebrazione  è stata  allietata dal Coro degli Alpini di Porretta Terme a cui è seguito un momento conviviale organizzato da pro loco e associazioni.

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Foto di Pasqualina Tedesco

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