“A tre anni dal referendum, visto che il tema della fusione dei comuni è tornato alla ribalta, come coordinatore dell’allora comitato per il “SI” di Porretta Terme e Granaglione, sento il bisogno di ribadire il mio parere su questo percorso, che sancì, grazie al voto favorevole dei cittadini, la nascita del nuovo comune.
È proprio dal rispetto della volontà popolare che voglio partire, perché sono convinto che se anche solo in uno dei due comuni avesse vinto il no, il processo si sarebbe interrotto; o quantomeno è ciò che avrei chiesto io.
Pare scontato ma credo che sia giusto ribadirlo, quella fusione si è fatta perché i cittadini l’hanno voluta. Così come nei comuni in cui al recente referendum hanno prevalso i NO, e non si tratta di tutti i comuni, (anzi nei comuni più simili ai nostri i risultati sono stati positivi), il percorso si interromperà. Si tratta ora come allora, di rispetto del voto, un esito che va riconosciuto e onorato sempre, non solo quando fa comodo.
Il secondo punto che voglio chiarire è relativo all’erogazione dei fondi statali straordinari ricevuti da Alto Reno Terme grazie alla fusione; tra contributi statali e regionali fanno un totale di 3,9 mln di euro in tre anni. Si tratta di contributi che continueranno ad arrivare, euro più o euro meno, per i prossimi 10 anni e che permetteranno agli amministratori attuali e futuri, grazie anche alle premialità aggiuntive, quale ad esempio la priorità nei bandi, di promuovere politiche di sviluppo e tutela del territorio che i comuni limitrofi al nostro, a causa dei tagli imposti dai Governi in passato agli enti locali, faranno molta più fatica ad attuare.
Certo, possiamo discutere di come oggi sviluppa queste politiche chi amministra Alto Reno Terme, di come vengono investiti i soldi a disposizione, del perché ancora oggi non si vedano tutti i vantaggi della fusione. Il nostro gruppo consiliare ha più volte criticato le scelte della amm.ne Nanni su questo tema, lo ha fatto e continuerà a farlo, anche con proposte concrete riguardanti temi fondamentali come l’armonizzazione delle tariffe tra i due comuni, (naturalmente riducendo la spesa per chi paga di più), la lotta allo spopolamento della montagna, l’aiuto concreto alle imprese e agli esercizi commerciali, la necessità di migliorare infrastrutture e trasporti, il puntare su una proposta turistica unica e sinergica per tutta l’alta valle del Reno, l’investire su di un paese più accogliente, e altro ancora.
Queste però sono scelte politiche che evidentemente compie chi viene eletto, discutibili quanto si vuole, cosa che peraltro siamo i primi a fare, altra cosa sono gli indiscutibili e oggettivi vantaggi derivanti dalla fusione dei comuni, specie quando si tratta di piccoli comuni di montagna, come i nostri.
Ciò che mi chiedo è come i nostri due ex comuni, a maggior ragione Granaglione, che contava 2000 residenti, avrebbero potuto trattare queste tematiche in modo concreto e risolutivo. In particolare pensando a come affrontare, con politiche di sostegno ed incentivi, quelle che sono le priorità per la nostra montagna, che rappresenteranno il tema centrale alle prossime elezioni amministrative, cioè ad esempio:
– l’innalzamento della età media dei cittadini
– lo spopolamento della montagna
-il mantenimento dei servizi
-la desertificazione commerciale e la sofferenza delle industrie
-la disoccupazione giovanile
Per questa semplice ragione ancora oggi sono convinto che la nascita del comune di Alto Reno Terme sia stato un atto di lungimiranza di politici e cittadini, di cui sono fiero, e se mi guardo indietro l’unico rammarico che ho è di non essere riusciti a coinvolgere in quel processo gli altri comuni della nostra valle.
Per questo il mio auspicio, ma anche il mio impegno, è che questo processo di accorpamento e sinergia della alta valle del Reno riprenda, anche tra comuni diversi.
Alberto Zolli